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Bombardate l'Italia. Storia della guerra di distruzione aerea 1940-1945

di Massobrio Giulio- Gioannini Marco - 05/01/2008

Fonte: RCS

BOMBARDATE L'ITALIA

MASSOBRIO GIULIO; GIOANNINI MARCO

BOMBARDATE L'ITALIA

STORIA DELLA GUERRA DI DISTRUZIONE AEREA 1940-1945
Genere: Libri
Editore: RIZZOLI
Pubblicazione: 10/2007
Numero di pagine: 574
Prezzo: € 24,00
ISBN: 9788817015851

In questo nuovo libro, Gioannini e Massobrio offrono una documentata ricostruzione dei bombardamenti aerei alleati in Italia, della guerra che si abbatte sui civili, sugli impianti industriali, le vie di trasporto e le città. All'analisi della strategia, della tattica, delle finalità e delle premesse ideologiche dei bombardamenti si accompagna il racconto, attraverso un collage di testimonianze di prima mano, delle vicende di coloro che vivevano sotto le bombe. Si vedono così con gli occhi dei protagonisti lo spettacolo del cielo in fiamme, i rifugi e le cantine, le case crollate e lo sfollamento. Il risultato è una storia della Seconda guerra mondiale sul territorio italiano attraverso una prospettiva rivelatrice.

http://libreriarizzoli.corriere.it/libro/massobrio_giulio_gioannini_marco-bombardate_litalia.aspx?ean=9788817015851

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Milano come Dresda. Nel saggio di Gioannini e Massorbio “Bombardate l’Italia” viene ribaltata uno dei più grandi luoghi comuni sui bombardamenti alleati in Italia negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale. I due storici infatti, attraverso documenti inediti e ricerche negli archivi inglesi e americani, superano il tabù secondo il quale fosse nell’interesse alleato salvaguardare le opere e le strutture ritenute patrimonio culturale. Gli scempi di Cassino e Dresda insegnano che la follia e l’ottusità delle forze alleate era pronta ad arrivare, ed arrivò in alcuni casi, a scempi di grandi dimensioni. L’opera non può altro che far riflettere e accreditare, per noi, un comportamento scorretto e folle già da tempo considerato tale.
http://www.azionetradizionale.com/2007/11/14/milano-come-dresda/

«Mirate al Duomo»: Milano come Dresda

di Bucci Stefano - 04/11/2007

Fonte: Corriere della Sera

Milano come Dresda: la Madonnina come la Turmkreuz, il Duomo gioiello del gotico internazionale come la Frauenkirchen con il suo stile in bilico tra barocco e neoclassicismo. È la tesi proposta da Marco Gioannini e Giulio Massobrio nel loro Bombardate l’ Italia. Storia della guerra di distruzione aerea 1940-1945: un libro-documento che si propone di svelare (oltre alle strategie, alle tattiche, alle finalità, alle premesse ideologiche) anche il tabù di quella «distruzione sistematica delle città italiane voluta da Churchill per fiaccare il regime fascista». Per farlo Gioannini e Massobrio usano spesso carte inedite, tratte dagli archivi alleati, come quella che appunto descrive il Duomo di Milano come «punto di mira» per il bombardamento della Raf del 24 ottobre 1942 (135 tonnellate di bombe dirompenti e incendiarie, tra i 150 e 171 morti, 441 grandi edifici distrutti). Un «punto di mira» inusuale che non verrà colpito ma che in qualche modo serve a stabilire un ideale collegamento tra il bombardamento di Milano e quello di Dresda (rasa al suolo nella notte tra il 13 e il 14 febbraio 1945) con la sua «chiesa-teatro». La lettera (finora mai pubblicata) viene inviata l’ 11 dicembre 1942, in seguito alla pubblica denuncia di un ufficiale, dal comandante della Raf, sir Charles Portal, a sir Arthur Harris, capo del comando bombardieri nonché suo sottoposto: «Non ho visto la mappa degli obiettivi di Milano, ma mi rifiuto di credere che il Duomo fosse l’ unico punto di mira possibile. So bene che si potrebbe sostenere che è assai improbabile che il punto di mira designato venga poi effettivamente colpito, ma una simile difesa apparirebbe debole a chiunque. Spero dunque che per il futuro tu voglia assicurarti che edifici storici non vengano più scelti come punti di mira». Prosegue ancora sir Charles nel suo documento (attualmente conservato nei National Archives britannici): «Sono convinto che il responsabile di tale scelta abbia in tal modo messo pesantemente e senza necessità a dura prova la lealtà di qualsiasi ufficiale che abbia a cuore la sorte dei tesori artistici e la reputazione della Raf al cospetto del mondo civilizzato e del giudizio dei posteri». La conclusione è chiara: «Mi auguro che farai del tuo meglio per evitare in futuro di mettere nelle mani del nemico e dei nostri oppositori argomenti polemici così efficaci». Non risulta che Arthur Harris fosse poi rimasto molto colpito da questa aspra reprimenda: la sua filosofia, spiegano gli autori, «era di portare l’ attacco alle città alle estreme conseguenze non rinunciando ad alcuna occasione per aggravarne le conseguenze». Nello stesso documento Portal accenna anche alle restrizioni «che impediscono di bombardare Venezia, Firenze e Roma senza previa autorizzazione da parte del ministero». La spiegazione delle restrizioni è sorprendente: «Non si tratta di evitare di distruggere obiettivi di valore militare per il timore che si possano distruggere anche tesori d’ arte e d’ architettura» piuttosto di impedire «ripercussioni politiche che possono rivelarsi estremamente gravi». Sempre a proposito di capolavori nel mirino degli alleati Gioannini e Massobrio citano un elenco di città italiane, datato 7 aprile 1944, che suddivide le stesse in tre categorie in base alla loro importanza storico-artistica. Prima categoria: Roma, Fiesole, Firenze, Venezia, Torcello («non vanno in alcun modo bombardate senza autorizzazione di questo Quartier generale»). Seconda categoria: Ravenna, Assisi, Parma, Montepulciano, Ascoli Piceno («il loro bombardamento, se possibile, deve essere evitato»). Terza categoria: Pistoia, Modena, Orvieto, Rimini, Perugia («possono essere bombardate ma ogni danno deve essere accertato»). Un elenco che sembra davvero tratto dal più classico di Baedeker: niente di nuovo visto che Hitler, volendo scegliere i luoghi da bombardare della Gran Bretagna, avrebbe appunto consultato la famosa guida turistica tedesca del XIX secolo. Nel libro sono tanti gli spunti possibili: il numero delle vittime civili mai effettivamente calcolate (tra i 70 e i 100mila); le differenze tra il «bombing» inglese, notturno e poco preciso, e quello Usa, diurno e teoricamente più preciso (per gli americani è preciso ogni bombardamento in cui almeno il 50% delle bombe cada entro circa i 300 metri dall’ obiettivo, ma a 300 metri dallo scalo ferroviario di San Lorenzo a Roma c’ è comunque il quartiere popolare di San Lorenzo); la presunta questione meridionale (le città del Meridione non furono meno colpite di quelle del Nord, anzi, dopo i primi due anni di guerra, furono addirittura bombardate con maggiore intensità come testimoniano i casi di Napoli, Messina e Foggia). Ma dai documenti esaminati da Gioannini e Massobrio emerge anche un dettaglio sull’ atteggiamento tenuto dagli alleati verso le nostre città: «In Italia non ci sarebbero state le terribili tempeste di fuoco come ad Amburgo e Dresda non tanto perché gli alleati volessero riservarci un trattamento di favore - scrivono -, ma piuttosto perché la struttura urbanistica delle nostre città era più robusta di quelle tedesche e meno vulnerabile alla formazione di incendi». E dunque se Milano non diventò come Dresda fu davvero soltanto per un caso.

Il libro: Marco Gioannini e Giulio Massobrio, «Bombardate l’ Italia», Rizzoli storica, pp. 576, 24 €

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La guerra che veniva dal cielo
di Giorgio Boatti - "La Stampa", 28/11/2007
 
Dopo aver analizzato il caso esemplare dei bombardamenti di Torino, Giorgio Boatti dà conto dei due libri più recenti che studiano i bombardamenti sull’Italia durante la Seconda guerra mondiale. Secondo Boatti il pregio maggiore dei due volumi - Bombardate l’Italia di Marco Gioannini e Giulio Massobrio e L’Italia sotto le bombe di Marco Patricelli - sta nel fatto che entrambi integrano in un quadro unitario le ricerche su singole città compiute fino a oggi, tenendo conto sia degli aspetti militari e strategici sia di quelli sociali, come l’impatto sulla popolazione.
Emerge così un quadro articolato: a una prima fase di sporadiche incursioni aeree seguì un periodo di bombardamenti pesanti dall’autunno 1942 all’estate 1943 che, pur attenuandosi, proseguirono fino alla fine della guerra, nel 1945.


Nel corso del secondo conflitto mondiale Torino, per la sua collocazione geografica e per la rilevanza industriale, diventa un obiettivo prioritario dei bombardamenti anglo-americani. Non stupisce perciò che sia la prima località italiana a sperimentare la guerra che arriva dal cielo. Mussolini ha infatti annunciato da poche ore la dichiarazione di guerra alla Francia e all’Inghilterra quando, nella notte tra l’11 e il 12 giugno, nove bombardieri si avvicinano al capoluogo piemontese [...]. Ai piloti inglesi si presenta una città solo parzialmente oscurata sulla quale scaricano 44 bombe dirompenti. I morti sono 17, i feriti 40. Un bilancio relativamente ridotto rispetto alle ben più imponenti incursioni dell’autunno-inverno 1942 [...], della primavera del 1943 e, in particolare, del più feroce fra tutti gli attacchi: quello che ispirandosi alla strategia dell’«area bombing», già largamente adottata dalla Raf sulla Germania, nella notte del 12 luglio ‘43 colpisce indiscriminatamente la città provocando 816 vittime e un migliaio di feriti.
L’agonia di Torino, analoga a quella dei grandi centri industriali del Settentrione e di importanti località della penisola, non è ancora finita, visto che nell’ambito dell’operazione congiunta anglo-americana «Pointblank», finalizzata a stroncare i rifornimenti industriali alla Germania, ancora nel 1944 vengono ripetutamente colpiti gli stabilimenti della Riv da cui esce il venti per cento dei cuscinetti a sfere indispensabili alla produzione bellica tedesca.
I bombardamenti aerei sulle città hanno rappresentato, dentro le vicende della Seconda guerra mondiale, un capitolo a sé, affrontato negli scorsi anni da pregevoli studi: alcuni incentrati su una visione dall’alto della vicenda [...] e altri che ricostruiscono invece la storia dal basso. Vale a dire [...] le traversie delle popolazioni di località colpite in modo estremamente pesante dalle incursioni che complessivamente provocano in Italia, secondo dati sicuramente sottostimati, oltre sessantamila morti.
Adesso, con singolare coincidenza, escono a poche settimane l’uno dall’altro due ottimi studi - Bombardate l’Italia. Storia della guerra di distruzione aerea 1940-1945 di Marco Gioannini e Giulio Massobrio, e L’Italia sotto le bombe. Guerra aerea e vita civile 1940-1945 di Marco Patricelli - che compongono quelle che erano state ricostruzioni parziali in affreschi che hanno il pregio dell’esaustività e della rigorosa integrazione fra fattori militari e strategici, con preziosi dettagli sulla vita quotidiana degli italiani alle prese con le varie fasi della guerra aerea. Nel periodo iniziale le incursioni, pur facendo vittime e danni, sono sporadiche, visto che i bombardieri giungono dalle basi inglesi e debbono affrontare, con nove ore di pericolosa navigazione, anche la difficilissima trasvolata delle Alpi: la percezione della minaccia aerea nella popolazione, complice la propaganda del regime, permane bassa. Nello stesso periodo, come brillantemente va a ricostruire Patricelli nel suo libro, Mussolini si incaponisce a far includere, nonostante le resistenze tedesche, un Corpo Aereo Italiano nello schieramento della Luftwaffe che martella l’Inghilterra.
Nonostante le vanterie del Duce neppure una bomba italiana cade su Londra, mentre sono numerosi i nostri aerei che, nonostante le prodezze degli equipaggi, soccombono. L’avventura finisce nell’aprile del 1941 quando finalmente si dispone il faticoso rimpatrio, durato tre mesi, degli aerei superstiti. Gioannini e Massobrio, nel loro ampio saggio, oltre ai puntigliosi dettagli militari, forniscono un’intensa ricostruzione delle fasi più dure (dall’autunno del 1942 all’estate del 1943) dei bombardamenti alleati. [...] La guerra aerea sull’Italia non finisce con l’armistizio del settembre 1943 ma prosegue, con altre fasi dall’alterna caratterizzazione e ferocia, incentrate sia sull’Appennino sia sul Nord dell’Italia, sino agli ultimi mesi di un conflitto combattuto, è il caso di dirlo, sino all’ultima bomba.

Marco Patricelli, L’Italia sotto le bombe. Guerra aerea e vita civile 1940-1945, Laterza, pp. 363, € 20.
Marco Gioannini, Giulio Massobrio, Bombardate l’Italia. Storia della guerra di distruzione aerea 1940-1945, Rizzoli, pp. 574, € 24.
 
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