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La mano dell’impero dietro il caos globale

di movisol - 08/01/2008

 
Le tessere principali che compongono il quadro del caos globale britannico:

* Pakistan: l’assassinio di Benazir Bhutto ha fatto precipitare il paese e l’intera regione nel caos. Mentre l’amministrazione Bush ha esibito in Pakistan la stessa incompetenza e cretineria sfoggiata nell’invasione e occupazione dell’Iraq, l’Inghilterra è riuscita a pervenire passo dopo passo al suo obiettivo strategico: frammentazione del Pakistan e creazione di un’entità separatista, “terra di nessuno”, sul confine con l’Afghanistan, che serve come fonte di instabilità a lungo termine, di guerra asimmetrica e di operazioni economiche di mercato nero, in particolare per i traffici di oppio della “Mezzaluna d’oro”.

Inoltre è assodato che parlamentari britannici hanno finanziato i separatisti fondamentalisti Beluci in Pakistan, che dall’Afghanistan sono stati espulsi agenti dell’MI6 britannico che guidavano e finanziavano i Talibani e che la polizia britannica in Iraq ha preparato l’invasione e poi le condizioni per frammentare l'Irak in tre parti: meridionale, centrale e regione curda.

* Thailandia: in un articolo del 19 dicembre, il settimanale finanziario britannico The Economist aveva messo in guardia l’ex primo ministro Thaksin Shinawatra, attualmente in esilio, che egli sarà il “Benazir Bhutto della Thailandia” se si azzarda a rimettere piede nel suo paese dopo le elezioni del 23 dicembre. Dopo l’assassinio della Bhutto, Thaksin ha dichiarato di temere per la propria incolumità. Inoltre la monarchia thailandese rischia una crisi di successione visto il peggiorare delle condizioni di salute del vecchio re. Il caos potrebbe facilmente diffondersi dalla Thailandia in tutta l’Asia Sudorientale.

* Malesia: Un gruppo minoritario della destra (Gruppo di azione dei diritti Hindu) si è andato affermando nel paese, che a Nord confina con la Thailandia. Ora l’arresto del suo leader, P. Uthayakumar, potrebbe sfociare in una destabilizzazione del paese. L’organizzazione vanterebbe collegamenti con i terroristi Tigri Tamil, il movimento separatista del Sri Lanka responsabile di un recente attentato dinamitardo nel paese costato la vita a diverse persone.

* Kenya: lo scoppio di violenze nel paese africano a seguito di elezioni contestate ha provocato la morte di 300 persone e lo spostamento di 250 mila rifugiati. La mano britannica in questa destabilizzazione, che minaccia di trasformarsi in un genocidio, è palese. In effetti, né il presidente Mwai Kibaki, né il leader dell’opposizione Raila Odinga possono in alcun modo sperare di mettere la situazione sotto controllo perché sono ambedue manipolati dalla Camera dei Lord. Il principale burattinaio è Lord Steel of Aikwood, esponente del partito liberal-democratico che è in contatto con Kibaki da 25 anni, ma che ha anche aiutato Odinga a creare il Partito Liberal-democratico del Kenya diventandone il presidente. Steel è stato socio di affari di Tony Buckingham, il fondatore di una delle più note imprese private di mercenari, la Executive Outcome. Egli figura inoltre nel consiglio di amministrazione della Royal Africa Society, organismo personalmente patrocinato da Elisabetta II e finanziato dalle grandi imprese minerarie come Anglo America, Rio Tinto e DeBeers. La società è presieduta da lord Holme of Cheltenham, collega di Steel, che siede nel board della Rio Tinto ed è membro del Privy Council, il consiglio della corona.