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La soluzione che non si vuole

di Marco M - 12/01/2008

       
 
 Il problema imminente nel caos rifiuti in Campania è trovare un posto per stoccare le circa 100.000 tonnellate di rifiuti che invadono siti e strade. Si vuole quindi imporre militarmente aperture di discariche improbabili e pericolosissime, in primis quella a Pianura. Siti alternativi ed idonei ci sono: il geologo prof. De Medici ne aveva individuati non 5 ma 15, tutti in zone isolate a parecchi chilometri da insediamenti urbani e coltivazioni agricole. Siti paesaggisticamente, turisticamente, idrogeologicamente e finanche logisticamente adatti.

Sono ampie aree estese per chilometri e chilometri quadri in cui c'è anche la presenza di campi eolici con autostrade di collegamento, proprio perché i camion per il trasporto delle enormi pale eoliche hanno necessitato di tali ampi stradoni. Inoltre, proprio per la ragione che esse sono zone già utilizzate per le pale eoliche, la questione amministrativa e burocratica è già risolta. Insomma, i siti sono approntabili in tempi rapidissimi, a differenza delle discariche da aprire secondo il decreto del governo. De Medici presentò l'elenco già a Bertolaso (era stato chiamato nel Commissariato da lui gestito) ma si vide respingere la lista perchè... 
si era deciso di optare per vecchie discariche e cave dismesse. Il motivo è molto semplice: si tratta di cave utilizzate dalla criminalità per sversare migliaia di tonnellate di rifiuti tossici. Intervenendo con le proprie discariche "legali", lo Stato copre l'illegalità precedente. Ecco perchè tutti i siti individuati dal commissariato e dal governo sono sempre tutti stranamente nelle zone più assurde per allestire discariche (oasi, terreni agricoli, parchi naturali, zone protette, falde acquifere, terreni deboli...) come ad esempio Serre, Pignataro Maggiore (uno dei 5 siti decisi dal governo, la zona forse più fertile della Campania e dell'intero centrosud, dove Annibale si fermò per tagliare i viveri a Roma) eccetera.

Per la discarica di Pianura, stesso discorso. Ed ora si "scopre" (ma che sorpresa...) che l'inquinamento di una falda acquifera superficiale, ad una profondità di dieci metri, è stato riscontrato dall'Istituto superiore della Sanità nell'ambito del monitoraggio eseguito negli anni scorsi (1994-2001) nella zona della discarica di Pianura. L'istituto ha inoltre messo in evidenza i rischi e quindi il divieto sia per uso umano che irriguo delle acque di quella falda. Lo ha affermato la dottoressa Loredana Musumeci, direttore del dipartimento Suoli e Rifiuti dell'Istituto superiore di Sanità: "Solo in un'area, quella più vecchia della discarica di Pianura, abbiamo riscontrato valori superiori, un piccolo incremento di tricloretilene e tetracloretilene, oltre a biogas che dovrebbe essere captato per esaurire la sua carica inquinante".

Per farla finita con l'emergenza, basterebbe utilizzare i siti indicati da De Medici, avviare immediatamente una raccolta differenziata porta a porta, costruire impianti di compostaggio (che lavorano l'umido ricavandone compost per l'agricoltura), riciclare tutto il riciclabile non umido (le aziende ci sono, ma ad esempio ad Aversa c'è un'azienda, la Erreplast, che ricicla plastica ed è costretta a comprare la materia prima fuori regione) e trattare il 20-30% residuo (la percentuale è ulteriormente riducibile con una politica di riduzione a monte) a freddo, riconvertendo impianti come i CDR (che producono le famose "ecoballe" da bruciare) e l'inceneritore acerrano in impianti di trattamento meccanico biologico.
La soluzione c'è e non prevede impatto sulla salute e prelievo delle nostre tasse con il business-truffa degli inceneritori che, propagandati come indispensabili sono invece inutili e controproducenti e, oltre che estremamente nocivi, sono costosissimi (specie per quanto riguarda il 30% di ceneri tossiche prodotte dall'incenerimento, ceneri che vanno stoccate in discariche speciali data la loro tossicità).

L'altra sera in una diretta televisiva da Pianura si riuscì appena a citare questa storia dei 15 siti di De Medici e De Medici ha ripresentato l'elenco al Governo ed al Commissariato. Sarà possibile ignorarlo ancora? Vedremo... quel che è certo è che invece il Governo ha autorizzato De Gennaro ad aprire altre 4 discariche utilizzando anche l'esercito. I comitati avevano chiesto un incontro a De Gennaro, annullato all'ultimo momento. E Bassolino ha definito "inevitabile" la riapertura di Pianura, in spregio alle alternative ed ai riscontri di grave inquinamento della falda.
Insomma, per riprendere il titolo di un articolo dei giorni scorsi, Camorra di Stato e stato di emergenza.

Segue uno stralcio della relazione tenuta dal prof. de' Medici durante la conferenza stampa organizzata dall'Assise della Città di Napoli e del Mezzogiorno d'Italia, sabato 12 maggio 2007 alle ore 11.00, presso la sede dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Trascritta da peacelink.
A seguire, video in cui il prof. De Medici parla della vicenda allo spettacolo di Beppe Grillo all'Arena Flegrea di Napoli del giugno scorso.
 
RELAZIONE DI DE MEDICI:
(...) L'11 gennaio, esattamente alle ore 14.45, io insieme ad altri delegati dell'Assise di Palazzo Marigliano e del Comitato allarmi rifiuti tossici, tra cui l'Avv. Marotta e padre Zanotelli, fummo ricevuti in prefettura a Napoli e avemmo una lunga discussione con il dott. Bertolaso e con il vice la dott.ssa Di Gennaro. Avemmo una buona accoglienza anzi quasi una testimonianza di affetto. Ci fu chiesto di dare un contributo alla risoluzione dell'emergenza rifiuti. Qualche giorno dopo fui chiamato dalla dott.sa Di Gennaro e mi fu chiesto di collaborare. Per due mesi io ho collaborato, a titolo gratuito, con la struttura commissariale guidata da Bertolaso. 
Ho, così, partecipato a tutte le riunioni: quelle in prefettura qui a Napoli, alla Protezione civile a Roma e su tutti i luoghi che erano in discussione in quel momento. Queste riunioni sono delle vere e proprie conferenze di servizio e quindi sono tutte riunioni registrate. Erano presenti in questi incontri i rappresentanti del ministero dell'Ambiente, cioè i capi di gabinetto e i vicecapi di gabinetto, c'erano i rappresentanti di Legambiente, c'erano i rappresentanti dell'Apat, l'agenzia nazionale che comprende anche il vecchio servizio geologico di Stato, c'era il WWF e inizialmente, in alcune riunioni, c'erano anche i delegati della provincia di Salerno.

Io fin dall'inizio posi due questioni alle quali fino ad oggi non sono riuscito ad ottenere risposta. La qual cosa mi indigna ulteriormente. La prima domanda che posi alla struttura Bertolaso e che pongo ancora oggi è questa: perché la struttura Bertolaso ha agito fin dall'inizio esclusivamente su cave dismesse?
Un commissario straordinario che ha ampi poteri non capisco perché non possa scegliersi dei siti più idonei dal punto di vista geologico, dal punto di vista ambientale, paesaggistico, turistico e da tutti i punti di vista.
Scusate ma perché solo su cave dismesse? Voi sapete benissimo che le cave in Campania sono quasi tutte in mano alla camorra e che sono state abbandonate in situazioni disastrose anziché essere messe a posto dagli stessi coltivatori delle cave. La legge parla chiaro: se io ho un piano di coltivazione sulla cava questo piano comprende l'inizio, lo sfruttamento e dopo la messa a posto definitiva. Non si può, dunque, intervenite in queste cave e spacciare il tutto come riqualificazione ambientale. La riqualificazione non la deve fare lo Stato o il governo regionale ma chi ha inguaiato la zona. E questo è il primo motivo.
Il secondo è che quasi tutte le cave sono in materiali calcarei e lapidei cioè geologicamente non si prestano minimamente all'utilizzazione di una discarica e soprattutto ad una discarica di immondizia per rifiuti. La maggior parte di queste cave (Eboli, Dugenta ecc.) sono tra l'altro in materiali non argillosi. Il che significa praticamente che bevono percolato e che quindi bisogna fare dei trattamenti speciali per sistemarle. Dugenta è addirittura in falda, cioè la falda idrica è affiorante perché con lo scavo si è arrivati in falda. Ci sono dei laghetti nei quali si dovrebbe poi mettere l'immondizia.

A queste domande non ho mai avuto risposte. Per evitare di incorrere in errori e farsi indicare dei siti più idonei perché non è stata chiamata l'Apat che era presente ai colloqui? Anche a questa domanda manca la risposta. Detto questo e fatte le schede sui diversi siti che presentavano di volta in volta e che noi andavamo a vedere io scartai tutti quanti questi siti tra cui c'era anche Serre - una vera e propria assurdità.
A proposito di Serre mi fu detto dal dott. Sauli, che era consulente della struttura, ed è a verbale se ci sono le registrazioni: "No professore ma noi praticamente la utilizziamo per un anno poi di volta in volta man mano che accumuliamo i rifiuti noi mettiamo calce su e non inquiniamo niente". "Chiedo scusa - replicai -lei mi può garantire per iscritto in questo momento che dopo l'uso temporaneo di Serre di Persano l'Oasi ritornerà quella di prima naturalisticamente parlando?". Mi risponde: "No. Questo non lo posso dire".

Allora io mi misi in macchina a spese mie, con i miei assistenti e andai a fare un giro nelle zone che già avevo indicato alla struttura Bertolaso e che esistono a verbale cioè a voce e registrate ci sono queste mie indicazioni provincia di Salerno, di Benevento, ma soprattutto in provincia di Avellino. Faccio riferimento alle aree attorno a Vallesaccarda, Vallata, Macedonia e Bisaccia. La relazione con questi siti la presentai a febbraio alla struttura Bertolaso. Mi dettero perfettamente ragione i vice coordinatori e i coordinatori del ministero dell'Ambiente, mi dettero ragione i dirigenti dell'Apat, mi dettero ragione tutte le altre componenti.
Però mi dice la dott.ssa Di Gennaro: "Professore noi adesso come facciamo? Perché amministrativamente noi abbiamo già tutto pronto su Serre di Persano, adesso dovremmo ricominciare punto e a capo". "Guardi dottoressa - risposi - non è così".
Foto tratta dalla relazione di Sopralluogo effettuato in data 3 e 4 febbraio 2007 in aree comprese nei comuni di Vallata, Vallesaccarda, Bisaccia, Lacedonia (Avellino, Campania) al fine di individuare aree idonee per lo stoccaggio dei rifiuti Alla discussione che ebbi con la dott.ssa Di Gennaro era presente ance il dott. Pizzi che è a capo della struttura geologica della Protezione civile."Non è così - dico - perché in queste ampie aree estese per chilometri e chilometri quadri sono presenti non solo situazioni ideali da tutti i punti di vista ma c'è anche la presenza di campi eolici con autostrade che attraversano tutte queste aree". Cioè dall'autostrada Napoli-Bari si dipartono una serie di autostrade interne perché i camion per portare le pale eoliche che sono altissime e grandi e hanno bisogno di strade ampie quasi quanto quelle delle autostrade. E nello stesso tempo è già tutto sistemato perché se questi campi sono utilizzati per l'energia eolica è chiaro che tutta la questione amministrativa è già risolta ci si mette d'accordo con questi e si utilizzano le aree che è possibile utilizzare. Poi c'è un'altra questione che non sono riuscito a capire. Fin dall'inizio si è parlato di un'urgenza micidiale cioè in 24 ore bisognava trovare i siti sono passati mesi e i siti ancora non ci sono. Soltanto ieri sui giornali esce fuori per esempio Sant'Arcangelo Trimonte di cui non si era mai parlato e che viene messo in provincia di Benevento mentre è in provincia di Avellino.
Io feci un discorso molto chiaro alla dott.ssa Di Gennaro alla presenza di testimoni e dissi: "Dott.ssa io le ho consegnato la relazione dei siti che secondo me sono i migliori e vi dico anche che non ci sono problemi però voi volete continuare per forza su Serre di Persano che io vi escludo non solo per motivi geologici che poi sono stati accertati in maniera straordinaria dal mio collega Ortolani ma per fatti anche vitali: voi non potete andare a fare una discarica in una zona che è prossima al fiume Sele e non potete farla a distanza di 500 metri da un'oasi naturale che va salvaguardata non solo all'interno ma per legge anche all'esterno. Allora io non capisco questa situazione perché ho l'impressione che manchi una ratio a questa situazione perché qual è la ratio che viene messa in campo? Se ci sono siti alternativi idonei ad ospitare discariche, in questa fase emergenziale, perché si insiste sulle aree protette?
Ma a questa domanda pare non ci sia risposta...