In libreria il più controverso romanzo di Jack London
di Giampiero Ricci - 04/01/2006
Fonte: libreriaar.it/
Il vagabondo delle stelle
Grazie alla casa editrice Il Cavallo Alato – Edizioni di Ar, è possibile trovare in libreria il più controverso romanzo di Jack London, “Il vagabondo delle stelle”, Padova 2002, pagg. 302, pezzo unico nella sua vasta produzione (titolo originale “The Star Rover“) scritto nel 1915 in uno dei momenti di entusiastica passione per la vita del grande americano. L’edizione è arricchita dal saggio “La scienza dello spirito di un ‘immortale materialista’” a cura di Fabrizio Sandrelli.
In “Star Rover” Darrel Standing deve scontare la pena di morte mediante impiccagione. Standing viene bloccato nella camicia di forza per giorni in seguito alla feroce reazione della polizia carceraria dopo una sommossa in cui rimane coinvolto. Per sfuggire alla disperazione si abbandona al sogno, all’illuminazione, riuscendo a sfuggire alla prigione e alle torture fisiche e psicologiche. L’eterna battaglia tra mente e corpo si risolve con una laica vittoria della prima sulla seconda. Darrel Standing, introdotto alla pratica della "morte in vita", acquisisce la capacità di "far morire" il proprio corpo fisico riuscendo così a rivivere le sue esistenze anteriori e viaggiando attraverso i secoli obbligandoci all’interno di una logica estraniante. Darrel Standing si ritrova via via ad essere bimbo che morirà nel massacro di Mountain Meadows, naufrago, esploratore, duellante, mistico, testimone di momenti della vita di Gesù Cristo.
Il romanzo utopistico-spiritualista che fu scritto da London mentre progettava con la seconda moglie un giro per il mondo rappresenta quasi un vademecum per l’apprendista che voglia attualizzare all’evo contemporaneo le estasi della antica gnosi. Del resto è ormai fuori di discussione che Jack London fosse affascinato dal sapere spiritualista al punto da renderlo suo compagno di viaggio per l’avventura delle avventure : il viaggio dentro le profondità, l’essenza dell’essere umano (vedi Hamilton, “Tools of My Trade”. The Annotated Books in Lack London’s Library, Seattle and London, University of Washington Press, 1986). I personaggi che costellano la galassia della sua creazione, mai razionali e molto poco politically-correct, sono umani soprattutto nella reazione istintiva con cui affrontano le sfide violente che la vita propina e nella loro ricerca di giungere al traguardo ultimo di una verità per quanto dura essa possa essere.
Il perché dell’oscurità attorno a questo splendido romanzo, insieme a “Il Richiamo della Foresta”, “Martin Eden” e “Il Lupo dei Mari”, probabilmente il meglio della sua produzione, va ricercato nel fatto puro e semplice che per la critica marxista esso ha rappresentato propriamente uno scandalo : Jack London, l’americano aderente al partito socialista e al credo materialista che scrive un libro sul trionfo dello spirito ! (“il tema dominante è il trionfo dello spirito”- lettera 26 marzo 1914 a Roland Phillips). Come giustificare un libro del genere ?
Di fronte a tale domanda il nostro establishment culturale non ha fatto altro che mettere all’angolo il carattere non definibile e non arruolabile della letteratura londoniana per proporre il lato “giusto” di questo maestro scomodo. Basta farsi un giro delle riviste politico-culturali più in voga sulla rete e digitare nel motore di ricerca la parola London per rendersene conto. Ma la verità è che il suo materialismo non fu propriamente un credo ad uso e consumo social-comunista bensì quello di Schopenauer, di Strindberg, Tolstoj e Nietzsche, come fa giustamente notare Sandrelli nel saggio in post-fazione al romanzo, il materialismo di pensatori che con la loro opera hanno descritto la materia con il fine di riuscire a spalancare la finestra della spirito cui l’uomo deve tendere per collegarsi anche laicamente al mistero dell’esistenza. Un materialismo quello di London dove è presente una scomodissima quanto importante presenza della matrice razziale se non razzista, nella sua più volte ribadita convinzione della superiorità della razza anglo-sassone, razza predona e nel dovere per essa di imporre la propria visione sull’umanità.
I primi del ‘900 furono uno straordinario periodo di approfondimento filosofico e di laboratorio per le idee e per le ideologie di maggior successo e di maggior insuccesso della nostra storia recente, per una corretta comprensione della sua importanza non può essere moncato di una parte ugualmente importante come quella degli studi filosofici attorno al pensiero spiritualista cui fa chiaramente riferimento il romanzo di Jack London. La rappresentazione di studi e scuole filosofiche fatta da Sandrelli, spinge alla ricerca di una maggiore considerazione di essi e può rappresentare un filone politico culturale quanto mai attuale e una giusta alternativa da opporre al dilagare del pensiero nichilista nella nostra società.
*Piazza d'Italia - ottobre 2005
Jack London , Il vagabondo delle stelle. Il Cavallo alato.Traduzione a cura di Fabrizio Sandrelli. Euro 20,00
Nel vagabondo delle stelle ('The Star Rover', 1915), romanzo “spirituale” di Jack London (18761916), reale e fantastico si confondono senza posa in una narrazione dinamica. La rappresentazione e la denuncia del violento universo carcerario si alternano, infatti, con racconti e riflessioni sui rapporti tra spirito e materia, mente e corpo che evocano, direttamente o indirettamente, i concetti di evoluzione, “memoria atavica” e reincarnazione.