Riportare la banca alla sua funzione sociale
di Pierluigi Paoletti - 14/01/2008
Anche senza essere economisti, si intuisce che la quantità di moneta necessaria ad una
comunità sia quella che riflette i beni ed i servizi presenti sul mercato, più una quantità di
denaro che permette alla comunità di fare investimenti che poi porteranno benessere a tutti.
Investimenti che riguardano la sfera della persona come la preparazione culturale (scuola),
l’assistenza sanitaria, per passare poi alle infrastrutture (strade, ponti ecc.), ricerca e
applicazione di nuove tecnologie e via dicendo.
Nelle comunità semplici dove si usava il baratto non era possibile fare tutta questa serie di
investimenti semplicemente perché questi hanno la caratteristica di dare i loro frutti in un
futuro mentre il baratto prevede solo lo scambio di beni già presenti. In questo tipo di
comunità l’unico investimento possibile era il risparmio, ad esempio si toglieva una quota di
semi di grano dal raccolto che permetteva la semina l’anno successivo e negli anni buoni si
poteva pensare di scambiare la quota in surplus magari con un bue che sarebbe andato ad
agevolare il lavoro dei campi.
Nel mondo moderno, con l’avvento della moneta, le comunità si sono potute evolvere in
poco tempo grazie alla possibilità di anticipare la ricchezza futura attraverso
l’indebitamento. Indebitarsi infatti non significa altro che materializzare guadagni futuri. Un
artificio che consente alla comunità nel suo insieme di poter progredire molto più
velocemente. Non ho sufficienti soldi per comprare quel macchinario che mi consentirà di
aumentare la produzione? Mi faccio anticipare il guadagno che avrò da questo investimento
e restituirò quanto mi è stato anticipato con l’incremento di lavoro. Lo stesso accade, o
meglio dovrebbe accadere, allo Stato che dovendo costruire una strada si indebita con se
stesso (la comunità) per materializzare le risorse per costruire quella strada che permetterà
alla comunità di viaggiare meglio e fare scambi con maggiore facilità.
In questo quadro l’indebitamento assume una funzione di acceleratore dello sviluppo
sociale. La banca quindi assume la funzione di “pompa” che rimette in circolo la ricchezza,
moltiplicandola e svolge così un compito nobile, di
cuore dell’intera comunità.Così sarebbe se si limitasse ad anticipare ricchezza futura e per questo servizio chiedesse un
giusto compenso, ma…
Eh sì anche qui c’è un “ma” e grosso come una casa: la banca non solo immette ricchezza
futura (investimenti) che poi ritornerà alla comunità come incremento della ricchezza
permanente, ma anticipa anche denaro che MAI si tradurrà in ricchezza reale e per questo,
attraverso il debito impoverisce anziché arricchire. Anzi così facendo si impadronisce
progressivamente di tutte le ricchezze attualmente disponibili.
Lo ritenete impossibile?
Niente è impossibile se si può creare denaro e chiedere un interesse. Ora andiamo a vedere
come accade.
Abbiamo visto la funzione sociale che la banca assumerebbe se si limitasse a fare da
cuoredel sistema facendo circolare la ricchezza creando così altra ricchezza. Per questo prezioso
servizio la banca è lecito che richieda un compenso, ma niente oltre a questo perché si limita
a materializzare la ricchezza che verrà restituita da colui che metterà in opera
l’investimento. Addirittura il solo fatto di esistere è una ricchezza per la comunità e per
questo la persona dovrebbe ricevere quel tanto che gli permetta di vivere decorosamente e
tutto questo sarebbe possibile senza togliere niente a nessuno, attualmente questo non è
possibile semplicemente perché le istituzioni finanziarie hanno stravolto il loro ruolo
all’interno della comunità, sia essa locale, nazionale o internazionale.
Le banche, infatti, oltre a farsi pagare il servizio, applicano anche un tasso di interesse. Il
tasso di interesse non intacca la bontà dell’investimento se la ricchezza che riuscirò a
produrre sarà superiore a quello che mi costa reperire le risorse. Il fatto è che la banca
indebita anche per la vita normale dell’azienda (anticipo fatture, cassa ecc.) e anche per la
vita quotidiana dell’individuo (auto, frigorifero, televisione ecc.) non solo investimenti che
produrranno ricchezza, per questo a lungo andare il tasso di interesse impoverisce anziché
arricchire.
Oltre a questo la banca non si limita a “pompare” nel sistema i depositi dei correntisti, cioè
la ricchezza che viene risparmiata e che rimarrebbe inutilizzata, ma su questi crea denaro
elettronico e magicamente anticipa quella ricchezza che dovrebbe essere creata. Anche qui
non facciamo gli ortodossi e non la condanniamo per questo perché rientrerebbe comunque
nella sua funzione sociale di anticipare una ricchezza che arriverà dall’investimento.
Il problema è che la banca ormai da molto tempo si è allontanata dalla sua funzione di aiuto
e sostegno all’economia e ha utilizzato in modo “distorto” questa possibilità a tal punto che
il sistema bancario può arrivare a prestare oltre 50 volte quello che i correntisti hanno
depositato, annullando qualsiasi legame con l’economia reale.
Infatti la riserva obbligatoria delle banche oggi è al 2% ed in alcuni casi allo 0% e questo
significa che il moltiplicatore bancario è (1/0,02-1) = 49; Tanto per capirci 100 euro
depositati con i vari passaggi nel sistema possono “lievitare” fino a diventare 4.900, molto
di più con riserva 0, semplicemente con un click del
loro computer.Potete trovare vari riferimenti nel gruppo di centrofondi dove si è svolta questa discussione, grazie
a tutti coloro che hanno dato il loro contributo
http://groups.google.com/group/centrofondi?hl=ithttp://studimonetari.org/articoli/riservafrazionariaduepercento.html
articolo di Marco Sabahttp://www.centrofondi.it/articoli/credito_bancario_Munerotto.pdf
studio di Federico Munerottohttp://www.centrofondi.it/articoli/Magia_Frazionaria.xls
simulazione in excel di Davide911Sui numeri e le percentuali della riserva obbligatoria consultare anche
la Tav. 5 a pag. 11http://www.bancaditalia.it/statistiche/indica/pimemo/pimemo08/pimemo08/suppl_01_08.pdf
Questo “scollamento” dall’economia reale ha creato dei potenti squilibri che oggi sono sotto
gli occhi di tutti: l’indebitamento oltre ogni ragionevole limite
che si è impennato dopo gli anni ’90, che ha le caratteristiche tipiche della crescita
esponenziale degli interessi come abbiamo già avuto modo di esaminare nel report “A
quando la fine del paese dei balocchi”
http://www.centrofondi.it/report/report_06_01_07.pdf e chesi ritrova anche nelle famose curve di
LaRouche www.movisol.orgIn queste curve appare evidente come, al crescere del tempo, gli aggregati finanziari e
monetari hanno un andamento esponenziale a danno dell’economia reale che invece
decresce velocemente.
Episodi come la globalizzazione e lo sdoganamento della Cina hanno avuto l’unico scopo di
procrastinare questo meccanismo perverso mascherando le reali condizioni del mondo
economico.
Oltretutto dobbiamo pensare che il sistema bancario fruendo di leggi che gli impediscono di
portare in bilancio la reale situazione (il denaro creato elettronicamente dal nulla) grazie agli
accordi GAAP (Generally Accepted Accounting Principles), evade agli stati cifre
esorbitanti, in Italia svariate centinaia di miliardi di euro, che da soli ridarebbero slancio alle
economie in crisi. Ma non è ancora tutto. Dal 1998 con l’ultima riforma bancaria che porta
il nome di Mario Draghi (vi ricorda qualcuno?) e fatta guarda caso con l’inasprirsi della
curva del debito, le banche si sono tolte, con l’avallo dei politici, anche il divieto di entrare
nei consigli di amministrazione delle società da loro finanziate, con il risultato che oggi
oltre il 90% delle aziende sono governate e sono di fatto di proprietà dei gruppi bancari.
E purtroppo la situazione si aggraverà ulteriormente quando si sentiranno gli effetti
devastanti di Basilea2 che alzerà la riserva obbligatoria chiudendo repentinamente il
rubinetto del credito con la conseguenza che moltissime aziende si ritroveranno
nell’impossibilità di rientrare dalle linee di credito che gli erano state concesse a causa delle
pessime condizioni dell’economia.
La situazione è molto critica e necessita da una parte dell’intervento della politica, quella
sana, che imponga al sistema bancario una moratoria condonando almeno il 40% degli
interessi dovuti, come chiede per i mutui l’economista Nino Galloni nel suo ultimo libro “Il
grande mutuo” editori riuniti, liberando così risorse economiche indispensabili alla vita di
un paese.
La politica poi dovrà farsi carico di far pagare le dovute tasse al sistema bancario, che poi si
potrebbe anche accontentare della restituzione del capitale senza gli interessi visto che ha
creato solo elettronicamente quel denaro.
Riportare alla funzione sociale il mondobancario è la priorità di questo periodo.
Nell’attesa che la politica faccia il suo dovere, ma visto l’andazzo della “casta” dovremo
ricordarglielo noi, dobbiamo attivarci sganciandoci dal treno impazzito della
globalizzazione, ritornando a risanare le economie locali, ricostruendo il mercato, oggi
distrutto, alle nostre imprese e dando nuovo potere di acquisto alle famiglie attraverso
l’adozione dei Buoni Locali
http://www.centrofondi.it/report/scheda_BuoniLocali.pdf .Altro sistema non c’è e il tempo ormai è scaduto quindi gambe in spalla e al lavoro che
dobbiamo ricostruire di nuovo il nostro mondo!
That’s all folks