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Quanti chilometri in un sorso per arrivare dalla sorgente alla tavola

di sloweb - 14/01/2008

Il sito di Altraeconomia ha messo on line la tabella con i chilometri percorsi dalle acque in bottiglia per arrivare dalla sorgente alla tavola. L’82% dell’acqua in bottiglia viaggia in autostrada: traffico, inquinamento, consumo di carburante che si aggiungono al petrolio necessario per fabbricare la plastica delle bottiglie e allo spreco di acqua stessa.
Ogni anno infatti nel mondo si utilizzano 600 miliardi di litri d’acqua, nonché 81 milioni di litri di petrolio, per produrre bottiglie in plastica in cui inserire 154 miliardi di litri d’acqua naturale. Ciò vale a dire: per ogni litro di acqua in bottiglia di plastica, ne sono andati sprecati quattro.

Noi italiani deteniamo il record planetario di consumo pro capite dell’acqua in bottiglia (mezzo litro a testa ogni giorno), un bisogno in gran parte indotto dalla pubblicità: le aziende investono 379 milioni di euro all’anno in spot tv, giornali e radio.

L’acqua che esce dal rubinetto è controllata e di ottima qualità. In una precedente inchiesta, sempre Altroconsumo scrive: «Riguardo il calcare e la durezza dell’acqua, il falso mito è che siano sinonimo di cattiva qualità. Non è vero: la durezza, ovvero il contenuto di calcio e magnesio è solo segno - positivo - che l'acqua, che scorre nella falda, si arricchisce dei minerali presenti sul terreno. Un'acqua troppo dolce è povera di sali minerali importanti, invece, per la salute del nostro organismo». Ultima cosa importantissima, l’acqua proveniente dall’acquedotto è a chilometri zero.

Almeno tre sono dunque i motivi per scegliere l’acqua di rubinetto: l’impatto ambientale (meno spreco di risorse e meno inquinamento per produzione e trasporti), il risparmio di spesa (il costo dell’acqua in bottiglia è mille volte superiore), la salute.

Clicca qui per scaricare la mappa dei marchi più venduti in Italia e della distanza, sorgente per sorgente, dalle nostre città

Fonte:
Altraeconomia
Blogeko.info
Altroconsumo


Ps: venerdì scorso abbiamo trattato la questione del possibile bando della coltivazione del mais gm della Monsanto Mon810 in Francia. Bene, il governo transalpino ha deciso di ricorrere alla clausola di salvaguardia contro le decisione di Bruxelles di autorizzare la commercializzazione di questa varietà di mais geneticamente modificato.
(Fonte: Repubblica)