Sono le uova di pesce più ricercate al mondo, e le più costose: al dettaglio in Europa costano tra 200 e 600 euro all'etto. E sempre più care saranno, perché il commercio di uova di storione - meglio note come caviale - sarà presto illegale. Questa è la minaccia della Cites, organismo delle Nazioni unite che regolamenta il commercio di specie viventi minacciate. L'annuncio è stato dato ieri a Ginevra: la Cites non approverà le quote di export di caviale chieste per il 2006 da Iran, Russia, Azerbaijan e Kazakhstan, i quattro paesi produttori affacciati sul mar Caspio, finché questi non forniranno notizie precise sullo stato della popolazione di storioni. Dal Caspio viene almeno l'80 percento del caviale messo sul mercato mondiale negli ultimi anni. Ma se vogliono esportare, ha dichiarato ieri il segretario generale della Cites, Willem Wjinstekers, «devono dimostrare che la quantità di pesca e di export proposte riflettono la tendenza reale della popolazione» di storioni. La Cites sospetta invece che le quote richieste non tengano conto né del declino della popolazione, né della pesca illegale. Da tempo ormai la Cites cerca di regolamentare in modo più severo il commercio di caviale. La Convenzione sul commercio internazionale di specie minacciate, a cui aderiscono 169 paesi, cataloga flora e fauna in diversi elenchi: per le specie a rischio di estinzione è vietato ogni commercio internazionale; per quelle minacciate l'export è limitato. E' il caso del caviale, le uova non fertilizzate di una delle 27 specie note di storione (Acipenseriformes), gruppo di pesci molto antico che popola le acque costiere e interne di diversi paesi in Asia, Europa e Nord America. I caviali più ricercati vengono proprio dal Caspio: l'osietra, il sevruga, e il più ricercato di tutti, il beluga, dallo storione Huso Huso che può raggiungere i 100 anni di età e 2 tonnellate di peso.
Alla Cites però stimano che la popolazione di storioni sia scesa del 70% dagli anni `70. Sono pesci che vivono in media 40 anni ma raggiungono la maturità sessuale tra i 6 e i 25 anni, e le femmine non sono fertili tutti gli anni. Le nascite così non tengono dietro alle morti: la pesca è la prima minaccia (se ne pescano troppi); le altre sono la perdita degli ecosistemi vivibili, l'inquinamento. Dunque tutte le specie di storione sono protette dalla Cites dal 1998. Da allora tutto il caviale esportato, importato e riesportato deve avere un documento della Cites (rilasciato dai singoli governi), rispettando un sistema di quote riviste di anno in anno. Non è noto quale quota chiedessero per il 2006 i quattro paesi del Caspio, salvo che era minore di quella del 2005 (105 tonnellate complessive), che a sua volta era inferiore alle 147 tonnellate del 2004, che era crollata rispetto alle 300 tonnellate del 2003. La quantità prodotta diminuisce sia perché declina la popolazione di pesci, sia perché aumenta il commercio illegale (senza contare che nei paesi produttori c'è un ampio consumo interno, in gran parte non regolamentato).
Pesca e commercio illegale sono un grande business. Unione europea, Svizzera e Stati uniti, che hanno importato l'85% di tutto il caviale venduto legalmente tra il 1998 e il 2003, ha sequestrato nello stesso periodo 12 tonnellate di merce illegale. Ma il contrabbando ha dimensioni ben più ampie: Traffic, organismo di controllo che coopera con la Cites, non azzarda stime, ma secondo Armen Petrossian, il maggior importatore di caviale in Europa, il mercato nero si aggira sulle 100 tonnellate all'anno, quasi quanto il mercato legale. Petrossian spiega (all'agenzia Reuter) che il bando sull'import di beluga decretato a settembre dagli Usa ha avuto l'effetto contrario: far salire prezzi e contrabbando.
Sulle coste iraniane del Caspio intanto cresce il malumore: l'Iran, dicono là i pescatori, punisce la pesca illegale e organizza la pesca rispettando i periodi riproduttivi; ha anche dimezzato il numero dei pescatori negli ultimi 15 anni, con programmi di occupazione alternativa. La pesca illegale invece fiorisce nelle acque dei vicini, dicono - ma ora, quando in febbraio ricomincerà la stagione della pesca, il bando dell'export colpirà tutti.
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