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Gli uomini dei "poteri forti", da cani a lepri

di Giancarlo Chetoni - 16/01/2008

 

De Magistris: gli uomini dei

Venerdì 11 gennaio a Palazzo dei Marescialli ha preso avvio, sotto la spada di Damocle di una Caporetto, il processo disciplinare in seduta pubblica che vede sul banco degli accusati Luigi De Magistris.
Per la prima Commissione giudicante di cui è presidente Nicola Mancino, vicepresidente del C.S.M, e vicepresidente la professoressa Letizia Vacca, componente laico espresso dal PdCI, ex preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Tor Vergata, è stata una giornata nera come la pece.
Come dice il guazzabuglio, profumatamente retribuito, capo e vicecapa sono dei “politici” prestati alla giustizia per emettere sentenze di assoluzione o di condanna per magistrati di professione incappati, a torto o a ragione, nelle maglie dell’Associazione di autogoverno dei giudici.
Avevamo in una serie di articoli definito Mancino un personaggio sulfureo e la Vacca un soggetto da mettere sotto una bella lente di ingrandimento per aver adottato in più occasioni comportamenti gravemente censurabili, che non potevano non allontanarla dalla serenità e dall’imparzialità necessarie a giudicare il pm di Catanzaro e il gip di Milano Maria Cementina Forleo.
Detto di aver trovato ampiamente sospetto che ambedue i magistrati fossero sotto “indagine“ della stessa prima Commissione disciplinare, a questo punto le denunce piovute sulla Vacca sono 2, almeno per ora. Presentate entrambe dallo stesso De Magistris alla Procura di Salerno, la prima per gravi e ripetute (e inconfutabili) fughe di notizie dal Csm, la seconda, nominativa, sempre a carico dell’ex preside di Giurisprudenza di Roma per aver diffamato il pm di Catanzaro con reiterate dichiarazioni alla stampa che lo additavano, intenzionalmente, all’opinione pubblica come “cattivo magistrato“, anticipando di fatto una sentenza di condanna ancora non concretamente emersa nel Collegio giudicante della prima commissione. In più il procuratore aggiunto di Torino Maurizio Laudi , che difende davanti al Csm il gip di Milano Maria Clementina Forleo ha presentato, a sua volta, a Palazzo dei Marescialli una richiesta di astensione dalla Commissione giudicante della stessa Letizia Vacca che non può – a suo parere - non trovarsi in una posizione “gravemente compromessa“ per esprimere una valutazione equilibrata sulla “colpevolezza“ della sua assistita.
L’ex preside, dura e pura, alla notizia delle denunce presentate sia da De Magistris che da Laudi si à detta (poverina) stupefatta.
“Cado dalle nuvole – ha dichiarato - non ho anticipato nessun giudizio. Le mie erano valutazioni su un profilo, quello mediatico, che non è oggetto delle decisioni in Commissione. Per altro ragionavo (evidentemente ad alta voce davanti ai taccuini dei giornalisti e ai microfoni delle telecamere ) di un fatto indubbio sul quale di recente anche il Capo dello Stato e la stessa ANM hanno preso posizione bocciando le eccessive esternazioni delle toghe”.
Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere.
La Prof.ssa Letizia Vacca intanto chiama a sostegno e rinforzo i grossi calibri. Perché lo faccia prima o poi salterà inevitabilmente fuori.
Insomma per la nostra (virginale) professoressa, laureata in diritto romano, De Magistris non deve parlare alla stampa dopo che gli sono state illecitamente sottratte le inchieste “Poseidone“ e “Why Not” che vedevano coinvolto, tra gli altri, il ministro della Giustizia Mastella e il presidente del Consiglio Romano Prodi mentre il suo giudice laico del Csm può tranquillamente e sprezzatamene farlo, senza essere bacchettata né dal suo presidente Nicola Mancino, né dalla Maddalena pentita del Quirinale che come si sa presiede l’organo costituzionale di Palazzo dei Marescialli.
Dire a questo punto che la faccenda puzzi ampiamente di bruciato è poco ma sicuro. L’effluvio è quello, puzzolente, dello zolfo del Vesuvio. Per di più è saltato fuori che il vicepresidente del Csm Mancino il 14 dicembre durante il volo Roma-Bari si era lasciato andare a confidenze compromettenti e a giudizi sprezzanti sia sul pm di Catanzaro che sul gip di Milano.
I commenti sarebbero stati ascoltati dal giornalista di Matera Nicola Piccenna della “Gazzetta del Mezzogiorno“ che ha trasmetto una relazione dell’accaduto sia alla Procura di Catanzaro che a quella di Salerno e a mezzo posta, per conoscenza, allo stesso Mancino.
Un Mancino che con un esposto denuncia ha successivamente inviato la lettera pervenutagli, che non gli riusciva - come ha affermato - del tutto leggibile, alla Procura di Salerno perché si procedesse penalmente contro il giornalista della “Gazzetta del Mezzogiorno“ con l’evidente intento di parare il colpo.
Lo scandalo è che questo signore è il fiduciario al Csm del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e come abbiamo già detto, ma è bene ripeterlo, anche il presidente di quella prima Commissione giudicante, e la Vacca vicepresidente, che dovrebbe emettere una sentenza disciplinare sia su Luigi De Magistris che Maria Clementina Forleo.
A questo punto appare inevitabile che arrivi anche per l’ “Uomo del Quirinale“, una legittima richiesta di ricusazione dall’ex componente del Csm Sandro Criscuolo difensore del pubblico ministero di Catanzaro. Mancino ha reagito malamente dichiarando irritato : “… di fronte al maldestro tentativo di provocare equivoci, ombre o rinvii, resto sereno. Su De Magistris non ho alcun pregiudizio …”.
Dichiarazioni che lasciano trasparire una fondamentale preoccupazione. E cioè che Luigi De Magistris possa uscire, in qualche modo, indenne dal giudizio del Csm tanto da poter essere legittimato a portare avanti sia l’inchiesta “Poseidone“ che “Why Not“ che gli sono state sottratte dai Titolari (ex e attuale facente funzioni) della Procura di Catanzaro.
Le Caste parassite della politica & degli affari e i Palazzi del potere in queste ore sono in fibrillazione. La corsa è tutt’altro che chiusa.
La notizia che la Procura di Salerno avrebbe iscritto, tra gli altri, nel registro degli indagati i nomi del procuratore generale di Catanzaro Dolcino Favi, il senatore di Forza Italia Gianfranco Piattelli, Antonio Saladino e l’ex procuratore generale Lombardi perché ci sarebbe stata una regia per delegittimare Luigi De Magistris, apre nuovi devastanti scenari per la tenuta della Repubblica delle Banane. Che a rappresentarla a Palazzo Chigi sia Prodi o Berlusconi fa lo stesso.