Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Il ricordino di Mastella

Il ricordino di Mastella

di Elia Banelli - 18/01/2008

     

 

Active Image

Giustizia a orologeria. Giustizia non imparziale. Frange estremiste della magistratura. Il ministro guardasigilli Clemente Mastella indagato e sua moglie Sandra Lonardi (presidente del Consiglio regionale della Campania) agli arresti domiciliari, hanno ridato fiato alle trombe della tartuferia politica.
La responsabilità penale è personale. Il caso giudiziario che vede coinvolto Mastella e consorte (assieme a uno stuolo di amministratori tutti targati Udeur, fra cui il consuocero del ministro) dovrà essere vagliato dalla magistratura nelle circostanze e nei riscontri che essa troverà. Ci dicano lorsignori politici quando un'indagine non sarebbe parziale, visto che ogni politico è per definizione di una parte; quando non sarebbe a orologeria (forse quando non avviene mai?); quando un pm o una procura sia o non sia "estremista".
Mastella ha rassegnato le dimissioni, "getta la spugna". Il premier Prodi, almeno così pare, le ha già respinte. La signora Lonardi in Mastella neppure ha fatto il gesto di presentarle: "questo è l’amaro prezzo che, insieme a mio marito, stiamo pagando per la difesa dei valori cattolici in politica, dei principi di moderazione e tolleranza contro ogni fanatismo ed estremismo". D'altronde, come non collegare subito i reati attribuiti a Clemente (concorso esterno in associazione per delinquere, due episodi di concorso in concussione e uno di tentata concussione, un concorso in abuso d'ufficio e due concorsi in falso) con la difesa dei sacri valori della Chiesa?
E lui, l'homo democristianus di Ceppaloni, spara a zero contro la procura di Santa Maria Capua Vetere e grida al complotto. Lui, che è ministro della Giustizia (sic!). Se anche dovesse mollare la poltrona, Mastella (sotto indagine anche per l'inchiesta Why not di Luigi De Magistris a Catanzaro) ci lascia un bel ricordino: la legge-bavaglio sulle intercettazioni. Quelle stesse intercettazioni che lo hanno coinvolto in questa storia di nomine pilotate nell'Asl di Benevento. Ce lo ricorda nell'articolo sotto Elia Banelli. (a.m.)

Può anche darsi che le dimissioni di Mastella vengano confermate (per adesso sono state solo presentate), ma è troppo tardi per arginare i danni compiuti nei confronti della giustizia a delle libertà di questo paese.
Il Ddl Mastella sulle intercettazioni è stato approvato alla Camera il 17 aprile e adesso passerà al vaglio del Senato (con un parlamento bipartisan schierato compatto per mettere il bavaglio ai giornalisti).
Riassumendo brevemente, la genialata del ministro (speriamo ex, ma poco cambia) prevede un aumento delle sanzioni per i giornalisti (astuta arma ricattatoria nelle mani del potere politico) e vieta anche la pubblicazione, parziale o riassunta, di tutti gli atti d'indagine o intercettazioni telefoniche.
In pratica finchè non si conclude il processo in corso (che in Italia si sa rimanda alle calende greche), la stampa non potrà svolgere il suo ruolo principale nei confronti degli indagati: informare correttamente i cittadini sul contenuto delle indagini e sulle "malefatte" degli imputati, che essendo personaggi pubblici eletti, rappresentano il popolo (anche se la porcata della legge elettorale ha ridotto anche questo elemento fondamentale) e devono rispondere ad esso per la condotta delle loro azioni.
I cittadini hanno bisogno di sapere e di essere informati se i loro politici hanno preso tangenti, corrotto un giudice o commesso illeciti di vario genere (non solo di rilievo penale, anche i comportamenti moralmente deprecabili dovrebbero essere messi a conoscenza della pubblica opinione). Senza considerare le pesanti sanzioni che incombono su quei (pochi) cronisti che fanno bene il loro mestiere (informare i lettori ed i cittadini): rischio di un arresto fino a 30 giorni o di un’ammenda da 10mila a 100mila euro.
Tutto questo sarà possibile grazie al Ministro Mastella.
Se questo disegno di legge passerà anche al Senato, com'è probabile nonostante le ripetute proteste della Fnsi e dell'Ordine dei Giornalisti, potremmo dire di aver assestato un ulteriore duro colpo al già fragile sistema democratico del nostro paese.