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Bush e la III guerra mondiale

di Ralph Nader - 18/01/2008

 

Impantanato nella disastrosa palude irachena, contrastato da una maggioranza di americani, George W. Bush ha raggiunto nuovi livelli di "delirio" sconsiderato, belligerante.

Ad una recente conferenza stampa, di sua volontà egli ha detto ai nostri alleati che se "sono interessati a evitare la III guerra mondiale," all'Iran va impedito sia lo sviluppo di un'arma nucleare che il possesso "della conoscenza necessaria per farla."

A che livello di "malattia" politica questo Caesar di Washington discende? Soltanto due paesi possono iniziare la III guerra mondiale (la Russia e gli Stati Uniti).

Sta Bush dicendo che se la Russia (contraria ad un'azione militare contro l'Iran) persiste con la sua posizione, egli rischierebbe la III guerra mondiale?

Se non, perché questo guerrafondaio trasgressore di leggi sta cercando un'altra guerra per i GIs americani mentre le sue figlie in età da militare si crogiolano alla luce giallo -lime della celebrità?

Perché sta usando un linguaggio così catastrofico?

Certamente non pensa che l'Iran potrebbe iniziare la III guerra mondiale.

I suoi servizi segreti dicono che, anche supponendo che gli ispettori internazionali abbiano sbagliato e che l'Iran si stia muovendo verso lo sviluppo della "conoscenza" di tali armi, egli non potrà costruire la sua prima arma prima di 3 - 5 anni al massimo.

Perché un regime che domina una nazione impoverita dovrebbe rischiare un suicidio, circondato come è da paesi con armi nucleari, quali Israele e gli Stati Uniti?

Questa nazione di quasi 80 milione di persone ricorda ancora che gli U.S. rovesciarono il loro capo popolare nel 1953, instaurando per i successivi 27 anni il brutale regime dello Shah.

Ricordano che il presidente Reagan ed il suo vice presidente, George Herbert Walker Bush stimolarono, finanziarono ed equipaggiarono Saddam Hussein nella sua invasione dell'Iran (una nazione che non ha invaso alcun paese in 250 anni) che portò via 700.000 vite iraniane.

Inoltre, l'annotazione storica innegabile indica che, sotto Reagan, le aziende degli U.S. ricevettero le autorizzazioni dal ministero del commercio a  spedire a Saddam le materie prime necessarie per fare le armi chimiche e biologiche. Saddam usò tali armi chimiche mortali, con la tolleranza di Reagan e Rumsfeld, contro gli Iraniani con effetti devastanti in termini di vite perse.

Inoltre George W. Bush etichetta l'Iran come un membro "dell'asse del male" con l'Iraq, ignorando una seria proposta di mediazione dell'Iran del 2003 e ha mostrato che cosa significa la sua parola invadendo l'Iraq. L'autoritario governo iraniano è spaventato abbastanza per opporre a Washington una retorica spavalda e allargare la sua difesa perimetrale. Seymour Hersh, il bravo reporter investigativo del New Yorker ha scritto vari articoli su come la cricca iraniana, inclusa l'infiltrazione interna, sia un ossessione del militarista messianico alla Casa Bianca.

Il pentagono è più prudente, preoccupato per il nostro esercito già logorato, per l'assenza di una strategia e di una tattica militare e per le molte conseguenze che deriverebbero dalla mentalità delle "bombe via" di Bush.

Quindi c'è l'argomento per i Democratici al Congresso.

Dopo la loro costosa incapacità sull'Iraq, il Partito di opposizione deve perseguire la legalità costituzionale, come suggerito dall'ex governatore di New York, Mario Cuomo in una recente "op-ed", e contrastare attacchi contro qualsiasi paese senza una dichiarazione di guerra del Congresso, come richiesto esplicitamente dalla nostra costituzione.

Ma i Democratici sono troppo occupati a rinunciare alle altre richieste di Bush anche incostituzionali, sopra la legge o proprio chiaramente marinate nell'avidità corporativa.

Una di queste riverenze è stata la reazione Democratica alla nomina di Bush di Michael B. Mukasey alla carica di Attorney General. Dopo i 2 giorni delle udienze, nessun Democratico ha annunciato un voto contro Mukasey, nemmeno quando lui ha eluso le domande sulla tortura ed ha parlato a favore del potere innato del presidente di andare contro alle leggi se crede di avere l'autorità costituzionale innata per farlo.

Questa posizione allinea Mukasey con le idee imperiali di Bush, di Cheney, di Ashcroft e di Gonzales "sull'esecutivo unitario." In breve, richiamo del diritto divino dei Re, il prossimo Attorney General crede che Bush possa dire che "egli è la legge" senza riguardi per il Congresso e per l'ordinamento giudiziario.

Dopo due recenti editoriali - guida che dimostrano l'esasperazione specifica tra i Democratici che si inchinano alla Casa Bianca, il New York Times ha pubblicato il terzo il 20 ottobre, 2007 intitolato "Con Democratici come questi..." L'editoriale ha raccontato lo stato dei Democratici, soprattutto al Senato, e ha scavato sulla salvaguardia statutaria, costituzionale e critica per quanto riguarda le politiche di Bush - Cheney e sulla pratica di spiare gli Americani senza l'approvazione e la responsabilità giudiziaria.

Il Times concluse accusando i Democratici di "le politiche della paura,": <<era abbastanza negativo l'avere un governo monocratico quando i Repubblicani controllavano la Casa Bianca e il Congresso. Ma i Democratici hanno preso il controllo ed ancora tale sistema continua>>.

C'è altro grano da macinare in arrivo per il mulino degli editoriali del Times.

La scorsa settimana, il 1° presidente Afro - Americano del potente Comitato parlamentare su Diritti e Risorse, Charles Rangel (D-NY), ha dichiarato che il Ministro del Tesoro, Henry Paulson, Jr., arrivato da Wall Street, lo avrebbe persuaso, visto il decennale aumento dei profitti, ad abbassare il velleitario tasso di imposta sul reddito associativo dal 35% al 25%. "Possiamo vivere con questo," ha dichiarato il Presidente Rangel.

Le famiglie dei lavoratori del suo distretto elettorale, che stanno pagando un elevato tasso di imposta sul loro modesto reddito, acconsentiranno?