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"La fine di Israele" di Furio Colombo

di Davide D'Amario - 21/01/2008

 

Una riflessione, bisognava pur farla, sul pessimo libro del deputato dell’Ulivo e presidente di “Sinistra per Israele”, ex direttore dell’Unità Furio Colombo. Il libro di una noia mortale, altro che pamphlet, si può ben racchiudere in questa analisi: “La sinistra è lontana da Israele. Senza la sinistra - in Israele, in Europa, nel mondo - Israele non si salva. Israele ha nuovi amici. I nuovi amici di Israele vengono dalla parte sbagliata della storia. La sinistra italiana ha abbandonato Israele consegnandolo di fatto alla destra e a un destino di guerra. Israele appartiene al mondo e ai valori della sinistra. Senza il sostegno della sinistra del mondo Israele muore”.
Questa presa di posizione, oltre che degna del migliore piangersi addosso, tipica della “sinistra” italiana, non è quello che vorrebbe sembrare, e cioè una richiesta di aiuto. Tutt’altro, è un appello a serrare i ranghi dei sionisti di sinistra… nel libro si fa costantemente riferimento ai “socialisti” sionisti (la sionistra), che hanno creato in un lembo di sabbia, una democrazia stupefacente, forse per Colombo il migliore esempio democratico del dopo guerra.
Quindi, già nell’introduzione, dalle prime righe di questo libro ebraico, può rintracciarsi l’aspirazione religiosa della terra ebraica, il richiamo alla natura civica e mondiale del sentimento democratico di Israele, l’esser lo Stato d’Israele il simbolo vivente della lotta tra il bene e il male… “Simbolo, forse il più netto e definitivo, della vittoria della libertà su fascismo e nazismo”, il libro è tutto qui. Gli affondi verso la sinistra moderata e radicale, non convincono, sono fiacchi. Nel profondo non poteva essere altrimenti, sia perché Israele e l’ebraismo “a sinistra” non possono essere “toccati”, sia perché in Italia la vigilanza verso chi denuncia la natura razzista dello stato d’Israele, i suoi crimini verso il popolo palestinese, la potente Lobby ebraica (con il suo corollario di manovre accademico-giornalistiche di discredito e persecuzione) è l’intellettualità di “sinistra”, (ovviamente tralasciando i nuovi sionisti di destra, An in prima fila). Il libro, è rivolto alle future dirigenze del Partito Democratico, non lo si dice direttamente, ma si capisce tra le righe… Questo testo, dovrebbe mettere in allerta anche coloro che lottano in Italia per la libertà di ricerca storica e criticano la politica imperialista e criminale di Israele… nel libro si giustificano tutte le nefandezze politiche e militari dello Stato ebraico, dalla “lotta” sotto il dominio inglese (cioè il terrorismo sistematico e le stragi, vera pulizia etnica contro la popolazione araba), al muro della vergogna, passando per l’indecente falsificazione della guerra contro il Libano dell’estate 2006, e della vergognosa banalizzazione di Sabra e Shatila del 1982. Insomma, in questo “lavoro” del presidente di “Sinistra per Israele”, si concentrano tutte le menzogne, degne di un Paese il nostro, asservito ai dettami Sionisti. Lo squallore, poi si evince in maniera lampante, quando in diverse occasioni, i bambini morti israeliani sono più bambini di quelli palestinesi e libanesi, quasi a dire i nostri sono angeli mentre i bimbi arabi sono sporchi e cattivi (e bravo il “vostro” rappresentante del popolo “italiano). Questo libro, è quello che pensa la “sinistra dei salotti buoni”, quella annidata nelle università, quella governativa… nel libro addirittura si giunge a dire che il contingente italiano Onu, inviato in Libano come forza di interposizione è udite udite, un accerchiamento di Israele, e non una pezza messa e ordinata per limitare i danni di un'aggressione sionista mal riuscita! La critica alle azioni della forza di sicurezza delle nazioni unite, è quella che i militari non disarmano Hezbollah! Poi il Colombo, prova a delineare una critica della lesa “memoria” della Resistenza partigiana, l’attacco francamente ridicolo è quello che vuole; certe frange della sinistra, che non difendendo Israele, non capiscono che Israele è la testimonianza vivente dei resistenti, dei partigiani che si opposero al fascismo e al nazismo. Qui entra in gioco nuovamente il discorso “religioso”, si cerca di mitizzare gli ebrei come essenza stessa dei fondamenti della democrazia, delle Costituzioni democratiche, il carattere “ebraico” della lotta di liberazione, sconfinando addirittura a ritenere Israele e il sionismo anche il portato dei Risorgimenti europei… è qui, l’ambiziosa strada che sottende il libro… Acquisire ad Israele sia le lotte dei movimenti risorgimentali, che quelle della Resistenza partigiana. E le sparate del Presidente della Repubblica Napolitano sull’identificazione tra antisionismo e antisemitismo sembrano frutto di un disegno “culturale” preordinato, sembra quasi che si prepari una memoria storica “ulteriormente condivisa” con lo stato degli ebrei, la ciliegina sulla torta sarebbe la “legge Mastella” contro il revisionismo e qualche norma a difesa della “memoria” ebraica nella “futura” costituzione europea… nel libro si possono avvertire anche degli attacchi alla Chiesa, quasi ad indicare che la tradizione europea non può non citare l’ebraismo quale forza e cultura dei padri… ma questo in fondo la Chiesa lo ha già accettato e messo in conto, mentre l’unica e legittima tradizione, veramente fondanti dell’Europa (Paganesimo) non saranno nemmeno lontanamente menzionate. Gerusalemme sì, Roma e Atene no! Il libro, poi scade in certe parti nella peggiore e infamante accusa all’Iran e al suo presidente di essere uno Stato nazista, Hezbollah e Hamas di essere movimenti di diavoli assetati di sangue israeliano, fin qui i soliti luoghi comuni che vengono riproposti ogni giorno da carta stampata e televisioni in Italia… ma la solita mania di persecuzione, anche quando non se ne riscontrano minimamente i presupposti, il sionista Colombo la traccia nella critica al menefreghismo Usa. Impegnata, a dire del sinistro Colombo, a farsi gli affari suoi nella disfatta in Iraq (in parte vero), nascondendo che parte importante nell’aggressione all’Iraq l’ha avuta Israele… nel libro si riscontrano parimenti, quando si dice che Israele è in pericolo di morte perché assediato dagli arabo-islamici, tutti i segni, che portano a credere che Colombo vorrebbe che una guerra spazzasse via la fiera Repubblica Islamica dell’Iran… quindi tutt’altro che un libro di “reali” paure, ma una chiamata alla guerra o preparazione di essa. Che dire? Io sono un socialista, anticapitalista, italiano, europeo, e ritengo che tutte le analisi “di sinistra” dell’onorevole Furio Colombo, sono un offesa alla tradizione sia del socialismo, del movimento operaio, ma anche e soprattutto alla nostra tradizione nazionale e comunitaria. Le idee e le lotte di liberazione non saranno messe a disposizione di Israele e dell’ebraismo, e ritengo che questo libro e il suo autore non possano in alcun modo rappresentare le idee di libertà e socialiste.