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E adesso? Siamo un Paese che non è una comunità

di Marco Boschini - 22/01/2008

 

Romano Prodi

Prodi cade? Risorge? Si salva un’altra volta? E Mastella ci ripensa? Salta dall’altra parte? Resiste?

Ipotesi per il dopo Prodi: un governo Veltrusconi per fare le riforme e poi tutti al voto; un Governo istituzionale presieduto da Lamberto Dini (ha superato i cento? E sua moglie non era stata condannata? Non è che se poi arrestano anche lei segue l’esempio ceppalonico…?); Prodi passa il voto sulla giustizia di oggi alla Camera e di sfiducia a Pecoraro domani al Senato, e prosegue navigando a vista; si va a elezioni anticipati con questa legge elettorale e con un Governo Berlusconi a vita!

Nessuno sa come andrà, onestamente. L’unica cosa certa è l’evidente scollamento dalla realtà di questa classe dirigente. Siamo il Paese peggio governato in Europa, pieno di raccomandati e piccole ingiustizie quotidiane. Dove il senso civico di intere generazioni è andato perduto, nel senso che non è mai passato, e la meritocrazia è una bestemmia impronunciabile!

Siamo un Paese dove dopo 15 anni ci sono ancora le stesse identiche facce, e caste, e non solo nella politica. Stessi giornalisti, stessi temi irrisolti, stesse finte emergenze a tenere in scacco e sotto ricatto decine di comunità locali.

Siamo un Paese dove tre ragazzi di vent’anni si fanno rinchiudere in un loft trasparente ripresi 24 ore su 24 e lottano per entrare nella casa del Grande Fratello, a quarantanni esatti dal ‘68.

Siamo un Paese allo sfascio che vive sopra alle proprie possibilità, che ignora le proprie ricchezze e devasta il territorio, tra inceneritori e viadotti e treni ad altà velocità e rigassificatori e perché no centrali atomiche.

Siamo un Paese che non è un Paese, una comunità, ma centinaia di interessi ed egoismi e campanili, che si merita in pieno una classe dirigente incapace di intendere e di volere, se non per sé!

In bocca al lupo!