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Capitalismo casino'

di Angelo Miotto - 23/01/2008

Crollano le borse di tutto il mondo. Recessione Usa, fondi speculativi, le preoccupanti prospettive per il mercato europeo.
Un crollo che riporta al settembre del 2001. Il segno meno che contagia gli operatori delle borse di tutto il mondo. I fusi orari, che scandiscono le giornate dell'economia e della finanza internazionale, sono un'altalena, vorticosa e da capogiro nelle ultime ore. Si attendono i segnali da Wall Street, mentre iniziano ad arrivare i primi stumenti di politica monetaria, con il taglio dei tassi di 75 punti della banca centrale statunitense, la Fed. Un taglio annunciato, che ha portato il tasso di sconto al 4 percento e che dovrebbe preludere un nuovo taglio nei prossimi giorni. La manovra ha dato respito alla borsa solo per qualche minuti, ma Wall Street in mattinata ha ricominciato a calare. Anche la politica monetaria e i suoi strumenti, con un nuovo taglio dei tassi, inizieranno a essere spuntati.

Due analisi. Per spiegare il panico dei mercati che sta bruciando miliardi nel mondo. "La prima - spiega a PeaceReporter Alessandro Santoro, economista dell'Università Bicocca di Milano - è la più classica, di scuola. I dati della recessione Usa erano nell'aria da tempo. Tutte le piazze nel mondo iniziano a cadere quando Wall Street è chiusa, dopo il discorso del presidente G.W.Bush sugli interventi a sostegno dell'economia". Ma le paure si scatenano sulla base dei dati macroeconomici - andamento negativo di sussidi, mancata crescita della produzione e indebitamento delle famiglie - e per l'evidente impossibilità sul medio periodo di altri interventi monetari da parte della Fed, che ha immesso un'enorme mole di liquidità sul mercato per tamponare la crisi dei subprime. "Oltre al momento politico - aggiunge Santoro - che vive le tensioni legate alla campagna elettorale e al dollaro sempre più debole". La teoria classica è quella della cosiddetta 'interdipendenza', grazie alla quale, se l'economia Usa ha il raffreddore, quella europea è destinata ad ammalarsi di febbre in poco tempo. Di qui il panico.
La seconda teoria, è quella che guarda ai mercati asiatici. In un anno e mezzo hanno vissuto degli incrementi straordinari e ora sarebbero intervenuti meccanismi di correzione sul mercato finanziario.

2008, anno delicato. Walter Cerfeda è segretario generale della Ces, la Confederazione sindacale europea. Va al di là della crisi contingente e dei numeri in continuo aggiornamento dalle piazze finanziarie mondiali. Perché, sostiene in questa intervista a PeaceReporter, ci sono evidenze ormai strutturali.
" CE' un anno in cui si sta proponendo  un cambiamento di fondo dell'economia mondiale e che avrà conseguenze molto delicate per l'Unione europea"

Quali sono i motivi di questi cambiamenti?
"Il primo sta nelle conseguenze della crisi finanziaria Usa e della recessione con i dati confermati dagli stessi Usa e dalla Fed. Un fenomeno che comporta un restringimento dello spazio sui mercati e nel commercio internazionale. Contemporaneamente c'è una doppia difficoltà che va a colpire l'economia europea. In primo luogo perchè è strettamente intrecciata con quella statunitense. E poi perchè il rafforzamento dell'euro sul dollaro rende più difficili le esportazioni".

Il secondo motivo?
" E' che c'è un elemento strutturale inaspettato: il passaggio dei grandi fondi speculativi e finanziari dal settore immobiliare - dopo la crisi dei sub prime - a quello delle materie prime. In tutto il mondo aumentano i prezzi delle materie prime al di là di una normale dinamica del processo domanda/offerta. Un meccanismo che si è evidenziato molto bene con il barile di greggio che è riuscito a toccare quota cento dollari, per poi ridiscendere. E quando il greggio vola così in alto, anche tutta una serie di prezzi collegati aumentano".

Fondi speculativi come attori protagonisti, quindi
"Di più. I capitali finanziari adesso speculano direttamente sui prodotti alimentari: abbiamo assistito negli ultimi mesi a un'impennata dei prezzi che non si giustifica sempre con la rigida legge del mercato, della domanda e dell'offerta: grano, riso, cacao, caffé, frumento, latte. Tutto questo comporta che si abbia una stagnazione economica legata alla recessione Usa e una ripresa dell'inflazione che si lega, invece, all'aumento dei prezzi dei beni di consumo. La somma di tutti questi fattori fa del 2008 un anno di straordinaria delicatezza".

In Europa, rispetto agli Usa, non c'è una banca centrale che possa utilizzare lo strumento della politica monetaria?
"La Bce, la banca centrale europea, subisce i suoi limiti statutari: mentre la Fed può agire con strumenti di controllo della politica monetaria, la Bce può solo studiare e applicare politiche che controllino l'inflazione. La Banca centrale europea, quindi, opererà con un rialzo dei tassi di interesse, al posto di una riduzione, e questo metterà in ulteriore difficoltà chi ha una fonte di reddito fisso. Con meno soldi a disposizione, si verificherà un impoverimento della domanda interna che, sommata alle esportazioni difficili, provocherà interventi di moderazione salariale. In economia, un quadro come questo si chiama stagflazione".

Nessuno controlla l'operato dei capitali finanziari, dei fondi speculativi?
"Solo la cancelliera tedesca Angela Merkel si è spesso pronunciata a favore di una regolamentazione dei fondi speculativi delle grandi finanziarie, arrivando addirittura a proporre una sorta di controllo su ogni tipo di fondo. Ma è una politica che viene proposta solo dalla Germania, mentre altre istituzioni, come la Commissione europea o come gli stessi Usa, non sono in grado di supportare un'iniziativa politica del genere".

Come Confederazione cosa state denunciando?
"Abbiamo più volte sottoposto il problema al presidente della Commissione euoropea, Durao Barroso. Noi lo chiamiamo capitalismo casinò, per l'enorme quantità di azzardo presente in queste dinamiche finanziarie".

Perchè un cittadino 'normale' si deve preoccupare di fronte ai numeri che vede in prima pagina in questi giorni?
"Perché se ha un mutuo collegato al mercato finanziario si vedrà aumentare a dismisura la rata da pagare. O più semplicemernte perchè' quando va ad acquistare pane, cacao, riso latte, e troverà aumenti percentuali in doppia cifra. E dovrà capire che non si tratta di un'improvvisa follia del commerciante, ma che la realtà è che ormai i fondi si sono impossessati dei produttori".

Come possiamo raccontare la storia dell'aggressione di sempre più nuovi mercati da parte di questi fondi speculativi?
"Ricorderete come i fondi speculativi si siano avventurati in un primo tempo nel settore industriale: era il tempo delle grandi OPA, offerte pubbliche di acquisto, che riguardavano soprattutto aziende che lavoravano a tariffa (come nel campo delle telecomunicazioni) dove il mercato era molto redditizio e dove potevano godere, sostanzialmente, di posizioni di monopolio. Poi si sono spostati nelle strutture immobiliari, giocando sui mutui a basso costo che venivano proposti ai cittadini e che sono crollati negli scorsi mesi. E dopo lo scoppio della bolla immobiliare ad agosto negli Usa si sono lanciati sul mercato delle materie prime".