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Gaza allo stremo. Quello che Bush si lascia dietro...

di Mohammed Ali - 25/01/2008

 


Dalla visita del Presidente degli Stati Uniti George W. Bush in questa zona del mondo, almeno 38 cittadini di Gaza sono stati uccisi e altri 1.500 sono rimasti feriti a causa degli attacchi militari israeliani. Questa escalation di violenza è arrivata proprio dopo il viaggio di Bush in Israele e a Ramallah, poiché Israele ha avuto il via libera da parte degli Stati Uniti mentre il mondo arabo e islamico stava a guardare.


A tutti quelli che potrebbero credere che la visita di Bush abbia migliorato la vita dei palestinesi in generale e degli abitanti di Gaza in particolare, dico che è accaduto esattamente l’opposto.

I tagli di elettricità ancora affliggono Gaza. Le sirene delle ambulanze aspettano una dopo l’altra; l’odore della morte sta dovunque. Gli abitanti di Gaza non hanno più vita, e Bush e Israele festeggiano.

Mercoledì scorso un padre di famiglia di 27 anni, il figlio di 9 anni e suo fratello sono stati uccisi da un raid aereo israeliano. Israele ha detto che si è trattato di un errore. Tale “errore” ha posto fine alla vita di tre civili innocenti della stessa famiglia.

Mi chiedo: come posso io, o qualunque altro padre di Gaza, garantire la sicurezza delle nostre famiglie? Siamo tutti bersagli, non importa se siamo civili o combattenti. E chi sarà ritenuto responsabile di questi crimini? La risposta è semplice come sempre: nessuno.

Pochi giorni fa sono tornato stanco a casa dal lavoro, e allora ho fatto un pisolino. Mi sono svegliato alle 6 del pomeriggio ed era tutto buio, niente elettricità come al solito, e mio figlio piccolo stava piangendo. Ho preso mia moglie e mio figlio per fare un giro per Gaza e la città era totalmente oscurata, una città fantasma.

Mentre guidavo è giunta la notizia di un raid aereo israeliano che aveva colpito una macchina in una delle strade principali di Gaza; due vittime sono rimaste uccise. Due minuti dopo, un'altro rapporto riferiva che un altro raid aereo aveva colpito un’altra macchina in un’altra zona. La radio aggiungeva che gli elicotteri israeliani stavano ancora in aria sopra Gaza. Una terza trasmissione ha detto che Israele aveva lanciato razzi terra-terra sulla zona settentrionale di Gaza. In meno di cinque minuti ho ascoltato tutto ciò mentre tornavo a casa al buio.

Due giorni fa, Israele ha annunciato la “chiusura completa” di Gaza, come se prima fosse aperta. Prima di questa decisione era tutto già chiuso. La sofferenza continua.

L’altro giorno, mentre giocavo con mio figlio, ho sentito una grande esplosione che ha fatto tremare la nostra casa e ha fatto piangere il mio bambino di quattro mesi. Ho acceso la radio e ho sentito che un aereo israeliano F 16 aveva lanciato un missile di mezza tonnellata contro l’edificio dell’ex Ministero dell’Interno di Gaza. L’edificio è crollato e una donna è rimasta uccisa e altre 45 sono rimaste ferite. Tutte quante vivevano vicino all’edificio colpito e stavano celebrando un matrimonio che è terminato in un funerale.

Ieri sono andato a vedere i danni; la scena somigliava a un terremoto. Perché l’hanno fatto?

Questo è lo stato d’insicurezza in cui viviamo, in cui nessuno è sicuro neppure a casa propria.

Oggi sono andato a fare il rifornimento di gas per la mia macchina. Il benzinaio mi ha detto che alla fine della giornata avrebbero chiuso perché non avevano più rifornimenti. Ora posso dire a Bush che a causa del suo sostegno incondizionato a Israele, Gaza non può più assicurare alla sua popolazione i bisogni quotidiani. Non c’è cibo, niente acqua, niente elettricità, nessun confine libero da attraversare, niente medicine, niente.

Ora immaginate che questo stesso assedio venga imposto a Israele. Quale sarebbe la reazione di Bush e della comunità internazionale?
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è consultabile all’indirizzo: http://electronicintifada.net/v2/article9238.shtml