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Tortura? Dietrofront, siamo alleati

di Alessandro Ursic - 25/01/2008

Il Canada inserisce Usa e Israele nella lista dei Paesi sospettati di tortura. Poi cambia idea
Non si ha notizia di casi davvero accaduti, ma i diplomatici canadesi ne erano consapevoli: in Israele e negli Stati Uniti, nel caso fossero stati catturati dalle forze di sicurezza, avrebbero rischiato di essere torturati. Almeno, così li metteva in guardia un manualetto fornito da Ottawa a suoi funzionari sparsi per il mondo. Finché Tel Aviv e Washington hanno protestato per il trovarsi al fianco di Paesi inseriti nell' “Asse del male”, come Iran e Siria. Il governo canadese si è scusato e ha promesso di eliminare “l'errore” che ha messo in imbarazzo i due alleati. Ma il pasticcio diplomatico resta, come il dubbio che si sia trattato davvero di una svista di Ottawa.

Il ministro degli esteri canadese Maxime BernierLe reazioni e la correzione. L'elenco dei Paesi sospettati di torturare i prigionieri – che comprendeva anche Afghanistan, Cina, Egitto, Arabia Saudita e Messico – non è stato compilato negli ultimi mesi ma la sua esistenza è stata rivelata solo la settimana scorsa dalla stampa canadese. Subito sono arrivate le lodi di Amnesty International, che negli ultimi anni ha denunciato gli abusi sui presunti terroristi rinchiusi a Guantanamo e i maltrattamenti nelle carceri israeliane subite dai detenuti palestinesi. Ma Stati Uniti e Israele hanno chiesto spiegazioni al governo canadese: l'ambasciatore di Washington ha definito la cosa “offensiva e ridicola”, mentre quello israeliano si è detto “scioccato”. Il giorno dopo, il ministro degli esteri canadese Maxime Bernier ha dato ordine di riscrivere il testo sotto accusa, perché “contiene una lista che include per errore alcuni dei nostri alleati più vicini. Il manuale non rispecchia le opinioni del governo”.

Un detenuto a GuantanamoI casi aperti con gli Usa. Caso chiuso? Forse, ma la genesi dell'episodio fa pensare che la scelta originaria di Ottawa fosse ponderata. A Guantanamo è ancora detenuto Omar Khadr, un cittadino canadese accusato di aver ucciso un medico militare statunitense in Afghanistan. Khadr si è lamentato degli abusi ricevuti in detenzione, senza però ricevere mai l'appoggio del governo conservatore di Stephen Harper, che ufficialmente ribadisce di accettare le rassicurazioni statunitensi sul buon trattamento ricevuto da Khadr. Tra i due paesi c'è stata anche la questione di Maher Arar, un ingegnere siriano-canadese deportato dagli Stati Uniti in Siria nel 2002 con l'accusa di far parte di al Qaeda, su segnalazione della polizia canadese poi rivelatasi priva di fondamento. Nei dieci mesi di detenzione a Damasco Arar è stato torturato, poi ha fatto causa a Ottawa e ha ottenuto 7,2 milioni di euro di risarcimento.

Una simulazione di waterboarding da parte di alcuni attivisti per i diritti umaniI sospetti di tortura. “E' stato lodevole vedere quel manuale, sembrava includere una importante sezione che era una valutazione obiettiva delle preoccupazioni sui diritti umani nel mondo”, ha detto Alex Neve, responsabile della sezione canadese di Amnesty International. “Vederlo ora minato dai timori di imbarazzare degli alleati è molto deludente”. D'altronde, per quanto l'amministrazione Bush abbia sempre ribadito che “gli Usa non torturano”, dalla stessa Cia sono emerse nell'ultimo mese alcune prove che l'agenzia di intelligence ha usato in alcuni casi il waterboarding, l'annegamento simulato, considerato da molti una forma di tortura. Con Israele, invece, il Canada non ha precedenti. Ma il servizio segreto interno di Tel Aviv, lo Shin Bet, da parte sua aveva ammesso alcuni anni fa di usare una “moderata pressione fisica” durante gli interrogatori.