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War is over?

di redazionale - 06/01/2006

Fonte: peacereporter.net

 

La settimana in Afghanistan e Iraq, dove la guerra non è mai finita n.1 - 2006 dal 29/12 al 5/1
Iraq.
Torna lo spettro della guerra civile.
Trascorsa la tregua per le elezioni parlamentari di metà dicembre la violenza riprende il centro della scena in Iraq. 
Gli ultimi due giorni sono stati i più sanguinosi da allora. Oltre 60 morti il 4 gennaio e oltre 130 il 5. Decine di attentatori suicidi sono entrati in azione prendendo di mira pellegrini, civili, politici, e poliziotti sciiti. Rapita anche la sorella del ministro dell’Interno sciita Bajan Jabr, ex membro delle brigate Badr di Moqtada Sadr, accusato di torture ai danni di prigionieri sunniti. Il Primo Ministro sciita Ibrahim Jaafari, sfuggito a un attentato il 4 gennaio, non ha avuto dubbi nell’incolpare per le ultime stragi “i gruppi di estremisti del defunto partito Baath”   Tutto lascia intendere che il movente degli attacchi sia legato ai risultati della consultazione elettorale. Nonostante i sunniti non abbiano boicottato le urne, si prevede ugualmente una larga vittoria dei partiti sciiti, mentre le numerose contestazioni di brogli non hanno sortito effetti rilevanti. Tra i motivi di insoddisfazione per le fazioni sunnite vi è certamente il problema della divisione delle risorse petrolifere, che sono scarse nell’area sunnita del Paese. Non a caso tra gli obiettivi più colpiti negli ultimi giorni ci sono anche raffinerie, pozzi, autocisterne, oltre che ufficiali del ministero del Petrolio.
Per evitare il tracollo della situazione politica e sul campo, il presidente iracheno Jalal Talabani ha dichiarato che il Paese non può essere governato "da una maggioranza che ignora la minoranza" e ha annunciato il tentativo di costituire al più presto un governo di unità nazionale.
Il 29, 4 poliziotti iracheni sono morti e 5 persone sono rimaste ferite in un attentato vicino al ministero dell’interno a Baghdad. 14 civili sciiti sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco mentre si trovavano su un minibus a Latifiyah, sud di Baghdad.
Sempre a Latifiyah, 11 membri della stessa famiglia sciita sono stati sgozzati da uomini armati che avevano fatto irruzione nella loro abitazione. 10 iracheni sospettati di preparare un attentato sono stati uccisi da bombe sparate da un aereo Usa, in un piccolo villaggio vicino la città di Hawija, 50 chilometri a sudovest di Kirkuk. Un soldato Usa è rimasto ucciso a Baghdad, nell’esplosione di ordigno artigianale al passaggio del suo veicolo. Un marine Usa è deceduto in seguito alle ferite riportate nel corso dei combattimenti a Falluja.
Il 30, 5 persone sono morte e 12 ferite nell'esplosione di due autobombe nel centro di Baghdad.
Il 31, 5 persone sono rimaste uccise da una bomba esplosa a Baghdad davanti agli uffici del Partito islamico iracheno. 2 poliziotti di pattuglia sono morti e 4 civili e un altro agente sono rimasti feriti da una bomba esplosa nel centro di Baghdad. Un altro ordigno è esploso nella capitale ferendo 4 agenti della polizia. Un soldato Usa è rimasto ucciso da un proiettile di mortaio in un quartiere meridionale di Baghdad.
L’1, 2 persone sono state uccise e 5 sono rimaste ferite in un imboscata mentre uscivano da una moschea sunnita della capitale. Un religioso vicino al leader sciita Moqtada Sadr è stato ucciso a Mahmoudiya, a sud di Baghdad. Altri 2 civili sono morti in due diverse esplosioni sempre nella capitale. Nel quartiere Karrada, a Baghdad, un kamikaze si
è fatto esplodere nella sua auto ferendo cinque persone. A est della capitale un'altra autobomba è esplosa ferendo un civile. A Kirkuk, la polizia irachena sparato contro civili che protestavano per la penuria della benzina: un morto e 4 feriti.
Il 2, 2 bambini curdi sono stati uccisi nei pressi di Kirkukv da uomini armati. 7 reclute di polizia sono morte e 13 ferite in un attacco contro il pullman su cui si trovavano, nei pressi di Baquba. 2 agenti di polizia sono morti in una sparatoria nella capitale. A Kirkuk, uomini armati hanno ucciso l’autista di un’ambulanza.
Il 3, 14 membri di una stessa famiglia sono rimasti uccisi in un bombardamento Usa su Baiji. 
Il 4, 8 persone sono morte e 12 ferite per l’esplosione di un ordigno in un mercato nel quartiere Doura, sud di Baghdad. Un soldato iracheno è morto e 2 sono rimasti feriti in un’esplosione a Latifiya a sud della capitale. 2 poliziotti iracheni sono stati uccisi e 9 feriti da colpi di mortaio caduti sul loro check point a ovest di Baghdad. 2 guardie del corpo del leader sciita Abdul Aziz al-Hakim sono state uccise a Baghdad da uomini armati. Un alto funzionario del ministero del Petrolio iracheno è stato assassinato insieme al figlio, da uomini armati a ovest di Baghdad. Un'autobomba è esplosa provocando 3 feriti a Kerbala. Un’altra autobomba ha ucciso 15 persone e ne ha ferite 13 nel nord della capitale. Un convoglio di camion cisterna è stato attaccato nei pressi della raffineria di Baiji, un autista è rimasto ucciso. A Baghdad un membro delle guardie di sicurezza del ministero dell'Interno è stato ucciso in un'imboscata, 18 i feriti. 2 civili sono stati uccisi e altri 2 feriti in un attacco contro un convoglio Usa a Kirkuk. Un’autobomba è esplosa vicino a un ristorante nel quartiere meridionale di Dura, a Baghdad, 3 morti e 11 feriti. Un attentatore suicida ha provocato la morte di 30 persone durante il funerale di un politico sciita a Muqdadiya nordest di Baghdad.
Il 5, 52 persone sono rimaste uccise e 64 ferite in un’esplosione presso la moschea dell’Imam Hussein Kerbala. Un Kamikaze si è fato esplodere a Ramadi, uccidendo 60 persone e ferendone 70. Un colonnello della sicurezza della provincia di Dyala è stato ferito in un agguato a Baquba, morte le sue 3 guardie del corpo. Tre autobombe sono esplose a Baghdad uccidendo 2 persone e ferendone 6. Una bomba artigianale posta a lato della strada ha ucciso 2 soldati Usa e 2 civili a Najaf, 7 i feriti. 5 militari Usa sono morti a Baghdad nell’esplosione di un ordigno artigianale.
 
Afghanistan.
 Il 29 dicembre nella zona di Asadabad, provincia orientale di Kunar, un soldato Usa è morto quando l’Hummer su cui viaggiava è saltato su un ordigno esplosivo telecomandato.
A Spin Boldak, provincia di Kandahar, due kamikaze si sono fatti esplodere nel mercato cittadino, forse accidentalmente. Nessun’altro è rimasto vittima della deflagrazione.
Nella provincia di Helmand una bomba piazzata vicino a un checkpoint della polizia afgana nel distretto di Hazar Joft ha ucciso 4 agenti afgani.
Nella provincia di Khost i talebani affermano di aver abbattuto un elicottero militare americano uccidendo 6 soldati Usa. Nessuna conferma dai comandi Usa.
Nella provincia di Uruzgan sempre i talebani sostengono di aver attaccato un checkpoint dell’esercito afgano nel distretto di Dihrawud uccidendo 9 soldati afgani e perdendo un guerrigliero.
Il 30 in un villaggio della provincia di Kandahar 2 talebani sono morti nell’esplosione accidentale di un missile terra-aria Stinger che stavano maneggiando.
Il 31, secondo i talebani, nella provincia di Helmand 3 soldati Usa sono stati uccisi in un agguato dinamitardo nel distretto di Musa Qala (nessuna conferma dai comandi Usa) e 7 soldati afgani e un guerrigliero sono morti in uno scontro a fuoco a un checkpoint nel distretto di Garmser.
Il 2 gennaio un kamikaze alla guida di un’auto piena di tritolo si è fatto esplodere nel centro di Kandahar al passaggio di un convoglio militare Usa, uccidendo, oltre se stesso, una donna e la sua bambina che passavano di lì. Secondo i talebani 3 soldati Usa sono rimasti uccisi nell’attentato.
Lo stesso giorno nella moschea di Lashkargah, provincia di Helmand, due talebani a bordo di una moto hanno ucciso un ingegnere bengalese che lavorava per l’ong Bangladesh Rural Advancement Committee (Brac).
E nella provincia di Zabul i talebani hanno assaltato una stazione della polizia uccidendo un agente afgano.
Il 3 nella stessa provincia i talebani hanno rapito e decapitato un insegnante di scuola di Qalat.
Il 2005 si è chiuso con il bilancio più pesante dall’inizio della guerra in Afghanistan quattro anni fa: 2 mila morti, di cui un migliaio di guerriglieri talebani, circa 500 militari afgani, oltre 350 civili e 130 soldati occidentali (100 statunitensi – secondo i dati ufficiali – e una trentina di altri del contingente Nato Isaf).