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Fare branco

di Alessio Mannino - 26/01/2008

       

 

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"Eh, finalmente è caduto, Mortadella!". "Se si va a votare ci ritroviamo col nano di Arcore...". Commenti di gente comune mentre stamane acquistavo la mia mazzetta di giornali. Io: attonito, col sorriso a mezza bocca. E l'amarezza nel cuore.
Pensandola come il buon Marco Cedolin (leggetevi il pezzo a sua firma negli Articoli Ribelli, "Destrasinistra"), alla notizia della caduta di Prodi in Senato vengo colto da indifferenza olimpica. E' crollato sulla spartitocrazia di Ceppaloni. No, è finito perchè a Ceppaloni si teme una legge elettorale taglia-partitini. S'è liquefatto per la lotta interna col Pd di Veltroni. No, è andato in pezzi per l'assedio congiunto Confindustria-Vaticano-Fondo Monetario Internazionale. Tutto vero. Ma questo tutto non basta.
Caduto un governo se ne fa un altro. Non migliore o peggiore: semplicemente un altro. Che dovrà ingegnare nuovi modi per far credere al popolo di sudditi nonpensanti che "o crescita economica, o morte". Che dovrà spianare la strada alle "riforme", termine ingannevolmente neutro per dire "Stato più efficiente nel corrispondere agli interessi delle grandi concentrazioni economico-bancarie". Che dovrà sbrigare tutte quelle faccende di bottega che servono ai partitocrati per continuare a stare incollati alla sedia (leggi: riforma elettorale).
Il Potere non ha colore. Perchè non ne ha la Grande Truffa di una Repubblica feudale in cui il popolo è sovrano solo sulla Carta (costituzionale). O meglio, un colore ce l'ha: il colore dei soldi.
E la vita continua, per noi che alla cronache da Basso Impero che il palazzo ci regala coi suoi media allineati rispondiamo con fastidio e ribrezzo. Ma anche masticando amaro, sì. Perchè i sudditi, defraudati, presi in giro, ridotti a massa di manovra per politici burattini del Mercato, schiavi di un debito pubblico maneggiato come il più odioso ricatto mai inventato dal Potere, rintronati dalle armi di distrazione di massa - i sudditi non si ribellano.
E non lo fanno anche e soprattutto perchè a non farlo sono i movimenti che alla ribellione incitano, ma senza muovere un dito. Ognuno coltiva il suo orticello, limitandosi a parlarsi addosso, ciascuno chiuso nella propria nicchia narcisistica. Massimo Fini, intervistato poco tempo fa su questo blog, l'ha detto chiaro: basta con settarismi e personalismi. Si metta da parte ciò che divide e si dia forza a ciò che unisce. L'azione politica si fa badando al sodo e dando una priorità di ferro all'obbiettivo centrale: abbattere il sistema. E tutto ciò che diffonde dissenso, critica, indignazione e ribellione e che può ritrovarsi in un minimo comun denominatore - la riconquista della dignità di uomini e di cittadini - non va disperso in uno stolido abbaiare alla luna di lupi solitari. Bisogna fare branco.