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I veleni italiani sversati a Pianura

di Marco M - 27/01/2008

       
  
 Dopo il sequestro della discarica di Contrada Pisani a Pianura da parte della Procura di Napoli, arrivano i primi riscontri. La discarica che il governo ed il commissario De Gennaro volevano a tutti i costi riaprire, anche passando letteralmente sopra le centinaia di cittadini che da settimane presidiano il quartiere per impedirlo e denunciare lo scempio ambientale e sanitario, è una vera e propria bomba di veleni. Fiumi di fanghi speciali, tonnellate di amianto, pezzi di terreno inquinato con gasolio, rifiuti ospedalieri e chimici. Quasi tutti provenienti, secondo alcuni atti acquisiti in queste ore dalla Procura di Napoli, da numerose aziende di Lombardia, Piemonte e Liguria. Lo hanno urlato, inascoltati, i cittadini di Pianura, mentre venivano da più parti bollati e dipinti come camorristi.

Appellativo che meriterebbero invece quei politici ed imprenditori delle regioni del Nord che ora respingono sorridenti le richieste di aiuto e che inviavano veleni fin dagli anni Ottanta, e quei partecipanti a quella riunione del 1991 in cui politici, logge “coperte” della massoneria e camorra...

si riunirono in un ristorante dell'hinterland napoletano per organizzare il libero transito dei camion pieni di rifiuti tossico-nocivi, a seguito del quale politici destri e sinistri hanno permesso indistintamente alla Camorra di lucrare sulla pelle dei cittadini, usando la Campania come discarica dei rifiuti tossici di tutte le industrie d'Italia e d’Europa.

Dopo le varie inchieste della magistratura che hanno documentato negli ultimi anni tali traffici verso il napoletano ed il casertano, senza suscitare alcuna reazione da parte della politica e di quanti ora si affrettano a gettare ulteriore fango sui cittadini campani, cominciano a parlare anche le "carte" di Contrada Pisani.

Nella discarica quarantennale della periferia ovest di Napoli non arrivavano solo le montagne di sacchetti provenienti da tutta Italia, né solo i rifiuti pericolosi. Basta dare uno sguardo alle cinque pagine di "viaggi ufficiali", quindi leciti, tratti dagli archivi della Provincia di Napoli e trasmessi ai pm che ne avevano fatto richiesta, la sezione coordinata dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo, titolare del fascicolo il magistrato Stefania Buda.

Centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti ospedalieri, fanghi speciali, polveri di amianto, residui di verniciatura, alimenti avariati o scaduti sono finiti a Contrada Pisani. Una attività che sarebbe stata regolarmente autorizzata dalle autorità provinciali di Napoli e su cui sta indagando il pm Buda, che nei giorni scorsi ha ordinato il sequestro della discarica e che ha ricevuto giovedì scorso i dati relativi allo sversamento. 

Nell´elenco riportato da Repubblica Napoli di ieri sono indicate le aziende e le località di provenienza: Brindisi, vari comuni del Torinese (Chivasso, Robassomero, Orbassano), San Giuliano Milanese e Opera (Milano), Cuzzago di Premosello (Milano), Riva di Parabbiago (Milano), Pianoro (Bologna), Parona (Pavia), Mendicino (Cosenza), San Gregorio (Reggio Calabria), e Roma.

Qualche dato tra gli altri. In particolare, nel 1990, arrivano 16 tonnellate di scarti di collante acrilico dalla Sicaf di Cuzzango di Premosello (Novara); stesso periodo, 21 tonnellate di fanghi dell´impianto di depurazione di Ferolmet di San Giuliano Milanese (Milano). Sempre a cavallo tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta, Pianura resta l´eden dei rifiuti speciali: 22 tonnellate di morchie di verniciatura, resine e fanghi arrivano dalla provincia di Padova; 25 tonnellate di rifiuti speciali cosmetici scaduti da Tocco Magico di Roma; altre 50 tonnellate di morchie di verniciatura dalla Sicaf di Premosello (Novara). E ancora: vi finiscono sepolte 79 tonnellate di rifiuti speciali industriali da Centro Stoccaggio Ferrara di Robassomero (Torino); 113 tonnellate di polveri di amianto bricchettate da Centro di stoccaggio Ferrara di Robassomero (Torino); 552 tonnellate di fanghi di verniciatura della Ferolmet di San Giuliano Milanese (Milano). E, infine, 1.106 tonnellate di scorie e ceneri di alluminio dalla Fonderie Riva di Parabbiago (Milano).

Il magistrato probabilmente avvierà anche un monitoraggio sanitario per una popolazione che continua a veder aumentare le incidenze di tumori e linfomi in maniera impressionante.

In questo contesto, il governo aveva inviato De Gennaro e l'esercito ad attuare il suo decreto. Fermato in questo caso dalla magistratura, si appresta a farlo altrove, evitando con cura la soluzione che non si vuole  per continuare ad ingrassare le tasche di pochi a scapito della vita di tanti.