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Il Risiko di Washington

di Luca Galassi - 27/01/2008

Guam sostituirà Okinawa come avamposto geostrategico Usa nel lontano Oriente
La 'pacifica invasione', come è stata ribattezzata dai vertici militari Usa, terminerà nel 2014. Entro quella data, la popolazione dell'isola di Guam, 14 mila chilometri di distanza dalle coste della California ma ufficialmente territorio statunitense sarà aumentata del 25 per cento. I nuovi finanziamenti predisposti dal Pentagono porteranno 13 miliardi di dollari e quarantamila uomini, tra marines, ausiliari e contractors, che scorrazzeranno su un territorio di 549 chilometri quadrati, aggiungendosi ai 173 mila residenti. Questi ultimi sono solo in parte soddisfatti della decisione di Washington di fare dell'isola l'avamposto Usa più avanzato, per mostrare i muscoli alla Cina. Nei prossimi 6 anni, approderanno sulle spiagge tropicali di Guam sommergibili Trident, una task force per il lancio di missili balistici, caccia F-22 e forze speciali della Marina. I bombardieri B-2 'Stealth' sono già in loco, così come i sottomarini nucleari d'attacco, e i lavori per preparare la base all'accesso alle portaerei sono in corso da un pezzo.
 
Ingresso a GuamLavori in corso. L'isola cambierà radicalmente, più di quanto non abbia già fatto nel corso degli ultimi anni. Afflitta da tifoni e tempeste tropicali, tormentata dai terremoti, intasata dal traffico e dalla spazzatura, invasa da serpenti che si sono mangiati tutti gli uccelli, l'isola attende l'arrivo dei marines come una maledizione, più che una manna dal cielo. E' vero che gli introiti dell'erario pubblico, che già riceve 500 milioni di dollari, saliranno a 700 con i nuovi contribuenti. E' anche vero che i lavori infrastrutturali per l'ammodernamento della base costeranno al Pentagono 13 miliardi di dollari. Ma, nonostante la legge preveda che le imposte sul reddito - anche dei militari - debbano essere reinvestite a Guam, i soldi arriveranno un bel po' di tempo dopo che i nuovi arrivati avranno già messo piede nell'isola. Prima di allora, serviranno nuove strade, nuovi porti, nuove scuole. E i guamiani dovranno anticiparli.
 
GeostrategicaUna vita migliore? Lo sviluppo, per Guam, sarà inevitabile. Ma ai residenti - 45 percento di etnia 'chamorro', 25 percento filippini, il resto bianchi o altri asiatici - spetterà ben poco. A nulla vale che i guamiani siano un popolo straordinariamente patriottico, che ha sacrificato alla causa delle guerre americane molti più uomini - in percentuale alla popolazione, ovviamente - che la stessa madrepatria. "Siamo orgogliosi - ha detto Michael W. Cruz, colonnello della Guam National Army che ha combattuto in Iraq e attualmente è il 'coordinatore' loca  del piano di espansione della base - di essere 'la punta dello sperone', ma vogliamo anche che il governo federale garantisca la stessa qualità della vita anche al di qua del recinto militare. Vogliamo che la nostra vita sia migliore dopo l'arrivo dei marines, non peggiore".
 
L'isola dal satelliteCome comportarsi. A Guam arriveranno i marines trasferiti (a spese anche del governo giapponese) da Okinawa. Tokyo ha siglato un accordo di 6 miliardi di dollari con gli Stati Uniti per liberarsi di una presenza durata 60 anni, e per niente fulgida sotto il profilo del comportamento. Nel 1996, tre marines e un marinaio Usa rapirono e stuprarono una dodicenne giapponese. Per evitare questo tipo di episodi, a ciascun militare che metterà piede sull'isola di Guam verrà fatto seguire uno specifico corso su come comportarsi. I nuovi arrivati saranno in maggioranza giovani, in maggioranza single, e in maggioranza guerrieri. Chissà se avranno tempo e inclinazione per dedicarsi al Galateo.