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La politica degenerata

di Paolo De Gregorio - 29/01/2008



Decenza vorrebbe che dopo la caduta di Prodi tutti i dirigenti responsabili dei partiti di centro-sinistra si fossero già dimessi per aprire immediatamente una riflessione sulla ridicola e artificiale frammentazione di un polo politico che in 2 anni non è riuscito nemmeno a mettere all'ordine del giorno il conflitto d'interesse, la riforma della Rai, la cancellazione delle leggi "ad personam" favorevoli al malaffare.
Partito Democratico, Rifondazione comunista, Italia dei valori, UDEUR, PDCI, Verdi, Radicali e socialisti della Rosa nel pugno, Nuovo partito socialista, sul piano ideologico e strategico non hanno alcuna significativa differenza. Sono tutti per l'economia capitalista, nessuno ha nel proprio programma la fuoriuscita dal Patto Atlantico e dalla Nato, sono tutti papisti e nessuno vuole abrogare il Concordato, hanno fatto retromarcia sui DICO, nessuno parla di fermare l'immigrazione per permettere una decrescita verso la sostenibilità ambientale nel nostro paese, nessuno parla di raccolta differenziata totale e stop agli inceneritori (che, se anche fossero puliti, vomitano tonnellate di Co2 24 ore su 24 e ceneri tossiche).
I comunisti poi! L'unica transizione possibile dal capitalismo al comunismo non si fa con le buone ragioni, con la buona educazione, con l'erre moscia, né criticando Cuba che il comunismo l'ha realizzato! I sedicenti comunisti oggi stanno comodamente nella CASTA, la loro prevalente attività è nel PALAZZO e in TV, sono ben vestiti e ben pasciuti, e contano su un elettorato nostalgico e residuale, contentandosi di qualche briciola che i padroni lasciano cadere. Arrivare al comunismo per questa strada è abuso della credulità popolare, come aspettarsi che San Gennaro tolga i rifiuti dalle strade di Napoli.
In realtà tutti questi partiti del cosiddetto centro-sinistra, se non ci fosse di mezzo l'ambizione dei segretari e dirigenti delle varie formazioni, potrebbero essere correnti di un solo partito, moderato e riformista con a capo Veltroni.
Non ci sarebbe meno democrazia, ma sicuramente meno bellimbusti che con l'uno per cento pontificano e mettono veti.
Comunque, frammentati o uniti, io non voterò questo polo, poiché sono loro i responsabili di un sicuro ritorno di Berlusconi al potere non avendo deliberato una nuova legge elettorale, unilateralmente, come aveva fatto il cavaliere, che rendesse ineleggibile chiunque possiede un apparato mediatico capace di fargli vincere qualunque competizione elettorale, e non avendo cancellato la dittatura dei partiti che non consente il voto di preferenza.
Pavidità, traccheggiamenti, tirare a campare, hanno prevalso in un governo che non è stato nemmeno capace di togliere la maggioranza dei dirigenti di Forza Italia all'interno della RAI, lasciando a Berlusconi il controllo di sei reti nazionali.
L'antipolitica, o meglio il rifiuto di questa politica, la possiamo valutare non votando alle prossime elezioni, per contarci, se Grillo non proporrà e organizzerà le "liste civiche". In quel caso tutti alle urne.