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La soluzione? Thor!

di Stefano Montanari - 29/01/2008

 Per favore, vi prego: non chiedetemi più niente su un certo sistema Thor inventato o, comunque, sponsorizzato dal CNR che dovrebbe risolvere trionfalmente il problema dei rifiuti. Io di quel sistema non so niente, non l’ho mai visto, non ho letto dati da fonti indipendenti e, soprattutto, non ho riscontri analitici dall’unica persona di cui abbia completa fiducia: me stesso. Né sono il tuttologo di turno che non esita a rispondere ad ogni domanda senza avere la più pallida idea di che cosa stia dicendo. Sia come sia, Thor, dissociatori islandesi, torce al plasma, cementifici in cui sparisce tutto, centrali cosiddette a biomasse dove di bio c'è ben poco, o che so io non sono la soluzione di nulla. L’uomo è l’unico animale che produce rifiuti e, per di più, da un po’ di tempo ha imparato quei rifiuti a partorirli eterni con buona pace di un drappello di didatti italioti che non hanno mai visto una particella inorganica da inceneritore, fuori e, soprattutto, dentro l’organismo, eppure pontificano grottescamente dall’alto di un seggiolone adibito a cattedra. I rifiuti sono semplicemente un problema d’intelligenza carente. Intelligenza della specie intesa come specie umana, voglio dire. Noi ci siamo illusi che la Terra fosse al nostro servizio e chinasse la testa ad ogni insulto. Oggi vediamo che non è affatto così, e ce ne accorgiamo, e mica tutti, solo da quando la Natura ha cominciato a farci notare sulla nostra pelle che sta tirando le somme. Così, il principe del creato, l’homo sapiens sapiens, invece di fare appello al suo mitico cervello usandolo in maniera finalmente sana, si tuffa ancora una volta nelle sue ingenue, fallimentari illusioni e presume di risolvere uno dei grandi problemi, quello dei rifiuti, appunto, non modificando saggiamente il proprio stile di vita e conformandosi a quanto sa della Natura, ma con patetici giochi di prestigio, rifiutando cocciutamente di capire che se ci cascano i contribuenti ovini e se ci cascano gli allocchiti telespettatori, la Natura, invece, non ci casca affatto. Fiumi d’inchiostro ecologico e non sono stati versati sull’argomento, ma pare proprio non ci sia nulla da fare.

Quos vult perdere Deus dementat prius, diceva qualcuno, magari riprendendo un  concetto di Euripide: se Dio vuol mandare in malora qualcuno, prima lo rincretinisce. Io non ho idea se Dio voglia davvero mandarci in malora, ma, se lo vuole, e non mi è chiaro il perché, lo sta facendo in maniera non solo divina ma anche molto beffarda. Forse è proprio il cervello l’arma per perderci spingendoci al suicidio: mentre gli animali non hanno la capacità di andare al di là dei limiti imposti da un equilibrio universale, noi, forti di una straordinaria materia grigia, di quell’equilibrio ce ne infischiamo, fino a negarne di fatto la stessa esistenza. Basta ascoltare qualche cattedratico a gettone o qualche businessman camuffato da un camice bianco per rendersene conto. Malauguratamente, nella guerra che abbiamo ingaggiato armati solo della nostra superbia, ci siamo trovati un antagonista che ha nella pazienza una delle sue armi e che non solo sta giocando come il gatto con il topo, ma che si sta prendendo gioco di noi facendoci, ma solo per brevi attimi, balenare davanti uno specchio per mostrarci quanto siamo meschinamente ridicoli. Fare la guerra alla Natura! E farlo ignorando le sue leggi di cui noi, i nemici, siamo ineludibilmente parte…. L’unica maniera per dominare la Natura è obbedirle, diceva un tale Francis Bacon che di mestiere faceva il filosofo.