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Société Générale: l'ipotesi geopolitica

di Movisol - 29/01/2008

Economia

Nonostante la “confessione” di Jérôme Kerviel (nella foto), il “trader solitario” accusato di aver provocato la perdita di 4,8 miliardi di euro alla seconda banca francese, la Société Générale, molte domande restano ancora senza risposta: perché, con chi e per conto di chi ha operato.

Intanto una cosa è certa: non può aver agito da solo come sostiene la Société Générale. Certo nella posizione che ricopriva avrebbe potuto lucrare occasionalmente qualcosa, ma come gabbare le stanze di compensazione che effettuano le transazioni e i pagamenti sui titoli? Quando l’investimento è notevole occorre sempre un anticipo sulla somma, e l’1% su cinque miliardi fa sempre 500 milioni di euro.

Oltretutto pare che non agisse per guadagno personale, e perché lo faceva? Un’ipotesi ovvia, sostenuta inizialmente dai suoi legali, è che egli sia stato usato come capro espiatorio per perdite colossali che la banca ha subito, ad esempio nella crisi dei subprime. I suoi legali sostengono che le perdite sono dovute a “condizioni atroci”, alla “maniera volutamente precipitosa e del tutto anormale” in cui le posizioni prese dal trader sono state liquidate dai dirigenti della banca. In effetti, la banca dice di aver scoperto “la frode” tra il 18 ed il 20 gennaio si è precipitata a liquidare quelle posizioni entro tre giorni. Sfortunatamente, ha ammesso l’amministratore delegato Daniel Bouton, capitarono i tre giorni più neri della borsa.



Ma la segretezza in cui la banca ha gestito l’intera vicenda è anche sospetta. I dirigenti hanno informato solo due persone di ciò che stava accadendo: Christian Noyer, capo della Banca di Francia ed amico personale del presidente della BCE Trichet, e Gérard Rameix, dell’AMF, l’autorità dei mercati finanziari. Polizia, magistratura e ogni altra autorità sono state tenute all’oscuro. Anche Sarkozy sarebbe andato in bestia perché gli hanno fatto sapere qualcosa solo il 23 gennaio. Noyer dice di aver informato i colleghi a BCE e Fed, ma secondo il Financial Times Ben Bernanke non è stato informato.

Quando, il 24 gennaio, la  Société Générale ha fatto sapere di aver liquidato posizioni per 50 miliardi di euro prese sui mercati dei derivati sui titoli azionari europei, è stata subito criticata internazionalmente per il possibile ruolo avuto nel mini-crac del 21 gennaio e la conseguente decisione della Fed di abbassare i tassi di 0,75% il 22 gennaio. In verità non c’è nulla che poteva costringere Daniel Bouton ad usare metodi tanto precipitosi, che sono contrari ad ogni cautela raccomandata nelle attività bancarie. Bouton, un banchiere competente e accorto, è stato spinto dalla BCE a comportarsi in quel modo?

Dallo scorso agosto LaRouche sostiene che a Londra si sta facendo il possibile per utilizzare questa crisi per distruggere gli Stati Uniti e riemergere monopolizzando ciò che resta. In tale contesto, occorre considerare che, sebbene il controllo delle attività di Société Générale sia a Parigi, il trading center è a Londra.