Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / In Pakistan gli USA danzano su un vulcano

In Pakistan gli USA danzano su un vulcano

di Mohamed Hassan - 30/01/2008

 

 

L'assassinio, il 27 dicembre, della candidata pakistana alla presidenza ha colpito il mondo intero. Per vederci un po' più chiaro, riportiamo qui di seguito un'intervista a Mohamed Hassan, specialista del Medio Oriente. (Intervista realizzata da Tony Busselen.)

Il Pakistan era già una polveriera ma, dall'assassinio della Bhutto, sono scoppiate sommosse quasi ovunque. Le elezioni previste per l'8 gennaio sono state rinviate al 18 febbraio. Cosa è in gioco?

Mohamed Hassan. Il Pakistan esiste soltanto dal 1947 e, finora la sua classe politica è stata sempre debole. Il paese ha soprattutto conosciuto dittature militari che dipendevano completamente dall'aiuto finanziario degli USA. Tra due colpi di stato, ci sono stati brevi periodi durante i quali sono arrivati al potere presidenti eletti. Così, negli anni 70, Zulfikar Ali Bhutto, il padre di Benazir, è stato eletto presidente, quindi primo ministro. Nel 1977, veniva deposto dall'esercito e impiccato due anni più tardi. Benazir Bhutto è stata due volte primo ministro (1988-1990 e 1993-1996). Nel 1996, è stata accusata di corruzione ed è dovuta fuggire dal paese.

Benazir Bhutto incarnava un'alternativa democratica, rispetto alla dittatura militare?

H. Il PPP, partito che Benazir Bhutto ha ereditato da suo padre, è un partito populista che promette riforme sociali. È dunque naturale che la maggioranza della popolazione povera del Pakistan ripone in esso le sue speranze. La morte di Benazir ha dunque fatto nascere un movimento di protesta di massa. Ma Bhutto fa parte dell'elite pakistana, di uno dei clan feudali più ricchi del paese e le accuse di corruzione non erano certamente senza fondamento. Il marito di Benazir Bhutto che, oggi, riprende la direzione di fatto del PPP, è chiamato "signor 10%", a causa delle bustarelle che esigeva un tempo presso ogni istituzione pubblica. Del resto, Benazir Bhutto stessa è ritornata d'esilio in ottobre scorso, non senza avere promesso al governo Bush di manovrare a favore di una presenza americana più importante in Pakistan. È per questo che un conosciuto autore pakistano la chiama "la ragazza degli USA".

Chi c’è dietro quest'assassinio?

H. Attualmente, non è ancora molto chiaro. Molto probabilmente, la crisi pakistana è legata alla guerra d'occupazione condotta dagli USA e dalla Nato in Afghanistan. Gli USA vogliono aumentare considerevolmente la loro presenza militare in Pakistan, ma i sentimenti antiamericani molto vivi nella popolazione pakistana rendono tale operazione delicata. Dopo tutto, Musharraf è un dittatore militare che potrebbe essere deposto da una insurrezione popolare avviata dai partiti dell'opposizione. È per questo che le principali personalità dell'opposizione, tra le quali Benazir Bhutto, hanno voluto assolutamente ritornare e partecipare alle elezioni. Queste dovevano in seguito rendere possibile la costituzione di un governo pro-americano che avrebbe avuto più credito fra la popolazione. Probabilmente, un governo di coalizione che comprendesse la lega musulmana di Musharraf, il PMLQ, ed il PPP della Bhutto. A prima vista, quest'ordine del giorno è stato rovesciato dall'assassinio della Bhutto e si potrebbe dunque pensare che quest'ultimo sia da attribuire ad avversari degli USA. Ma l'assassinio può avere avuto lo scopo non di dare più scelta all'elite pakistana: ovvero o l'unità sotto la direzione degli Stati Uniti o allora il caos della guerra civile e della balcanizzazione del paese. In questo caso, non si può escludere neppure che i servizi segreti americani siano implicati nella faccenda. E finalmente, la maggior parte dei partiti d'opposizione ha accettato di partecipare alle elezioni previste per il 18 febbraio. Sembra così che si sia ricaduti nuovamente nello scenario voluto dagli americani.

Perché gli USA vogliono rafforzare la loro influenza sul Pakistan ed installare truppe in territorio pakistano?

H. La guerra condotta dagli USA nel vicino Afghanistan non si svolge assolutamente così come auspicata. Dopo cinque anni, la resistenza è più forte. Gli USA e la NATO hanno registrato qua e là qualche successo ma devono sempre di più ricorrere ad attacchi aerei. Recentemente, il giornale inglese The Morning Star pubblicava cifre a questo proposito: 2.926 attacchi aerei l'anno scorso, contro 1.770 nel 2006 e... soltanto 86 nel 2004! Ciò mostra che gli USA perdono terreno? Il mese scorso, un'indagine dell'ONG pro- occidentale Asia Foundation constatava che l'80% degli Afgani ne aveva abbastanza del governo pro-americano e dell'occupazione? L'incubo dei generali americani e della NATO, è di vedere tagliare le loro linee d'approvvigionamento all'interno del Pakistan. In questo caso, le truppe occidentali non avrebbero praticamente altre scelte che quella di ritirarsi. Questa sconfitta costituirebbe una sconfitta della strategia egemonica di Washington nella regione e potrebbe anche mettere in pericolo l'esistenza futura dell'alleanza della NATO.

Come spiegate i sentimenti chiaramente anti-usa in Pakistan? L'attuale presidente Musharraf tanto quanto la Bhutto è comunque pro-usa?

H. Una maggioranza crescente della popolazione vive nella povertà e, come musulmana, percepisce la guerra in Afghanistan come una guerra contro tutti i musulmani. Ed ampie frange dell'elite pakistana, partiti dell'opposizione e quadri superiori dell'esercito, di confessione musulmana anche loro, hanno una relazione di  amore - odio con gli USA. Da un lato, dipendono molto fortemente dall'aiuto finanziario degli USA ma dall’ altro, ne sono molto insoddisfatti. La borghesia industriale pakistana sogna da anni di avere accesso - via l'Afganistan - al mercato ricco di sbocchi delle nuove repubbliche indipendenti dall'ex Unione sovietica in Asia centrale. Finché c’è stata la guerra fredda, ha lottato, fianco a fianco, con gli USA, contro la presenza militare dell'URSS in Afghanistan. Del resto, è soprattutto sotto Reagan che molte basi militari sono state installate sul territorio nel quadro di una strategia di respingimento (roll back) con la quale intendevano allontanare l'URSS. La guerra in Afghanistan contro l'URSS, che è durata dal 1979 al 1989, è stata un periodo determinante per comprendere ciò che succede oggi in questa regione. Osama Ben Laden miliardario saudita integralista, è stato allora reclutato dai servizi segreti sauditi per "combattere il comunismo" con la CIA in Afghanistan. Grazie al sostegno del Pakistan, i moudjahiddines afgani erano riusciti a cacciare l'esercito russo dell'Afghanistan. Ma, dopo il ritiro sovietico nel 1989, gli USA hanno semplicemente lasciato decadere la regione. Infatti, per i cinici strateghi americani, lo scopo non era la stabilizzazione e lo sviluppo economico della regione, ed ancora meno la protezione dell'islam di fronte ai "comunisti diabolici" ma gli interessi economici e geostrategici delle loro multinazionali. Era la sola cosa che contava per loro. Ciò appare chiaro quando hanno invaso l’ Iraq negli anni 90 e costruito basi militari sulla "terra sacra" dell'Arabia Saudita. Oussama Ben Laden si è allora messo contro gli USA ed ha fondato Al Qaeda. Negli anni 90, anziché raccogliere i frutti della sua vittoria contro i Russi, la borghesia e l'elite militare del Pakistan ha visto l'Afghanistan affondare in un caos in cui i signori della guerra si combattevano tra loro. Durante questo periodo, le elite pakistane hanno sostenuto i taliban. I taliban erano gente abbastanza giovane formata nelle scuole del Pakistan ed inviati in seguito in Afghanistan per rimettere ordine alla situazione. E ci sono riusciti grazie ad un'applicazione rigorosa della sharia. Non soltanto gli Stati Uniti avevano abbandonato la regione alla sua sorte ma quando Bush non ha più avuto l'assicurazione della fedeltà del suo alleato Ben Laden (perché quest'ultimo era scivolato molto delicatamente verso un'opposizione radicale agli USA), la pressione non ha cessato di crescere. Dopo l'attacco alle torri del WTC dell'11 settembre 2001, un attacco in piena regola contro l'Afghanistan è stato subito avviato poiché era da tempo già preparato. Ma quest'attacco - condotto mentre i taliban erano ancora alleati all'elite pakistana - è stato un nuovo duro colpo per quest’ultima. Inoltre l'aiuto finanziario che riceve dagli Stati Uniti per sostenere lo sforzo della guerra da parte di questi nella regione può soltanto mantenere la sensazione di delusione e di rancore della borghesia pakistana verso gli stessi Stati Uniti. L’odio contro gli Stati Uniti, che si è radicato in Ben Laden dopo il ritiro dell'URSS ed il disimpegno degli USA (anche se Ben Laden è stato sostenuto finanziariamente per anni dalla CIA, non lo dimentichiamo), quest'odio si è introdotto anche nel cuore dell'elite pakistana.

Si può dunque dire che gli USA ballano sul filo del rasoio, in Pakistan. All'inizio di quest'intervista, dicevate che la borghesia pakistana è debole, cosa volevate dire con ciò?

H. Se volete comprendere la povertà estrema del Pakistan durante il feudalesimo e la debolezza della borghesia attuale, dovete tornare all'origine della fondazione dello Stato pakistano, sotto il colonialismo, nell’India britannica. Tanto il Pakistan attuale che il Bangladesh e l'India formavano un insieme in quest'epoca. L’imperialismo britannico ha utilizzato il sistema feudale reazionario dell'India per la gestione dei prodotti agricoli ed ha anche sostenuto il sistema delle casti multisecolari. In Europa, è diffusa l'idea che l'India sia soprattutto un paese di saggezza secolare e di pace interna. Ma l'opposizione all'occupazione britannica è spesso stata molto violenta. Nel 1857, ad esempio, ha avuto luogo la sommossa dei Sepoys, soldati indiani intruppati nelle legioni britanniche. La loro violenza è stata tale che gli inglesi ne sono stati profondamente colpiti e Karl Marx stesso ha condannato il loro atteggiamento "terribile, sconvolgente ed indescrivibile".

Tuttavia, Marx aggiungeva che la "rispettabile" Inghilterra aveva tenuto comportamenti atroci. E, precisa, così disprezzabile che potesse essere il comportamento dei Sepoys, non era nulla più che lo specchio del comportamento dell'Inghilterra in India. E, dopo i Sepoys, si sono susseguite tutta una serie di altre correnti d'opposizione. Per poter controllare un territorio tanto più grande, i britannici installarono ferrovie che permettevano di muovere le loro truppe il più rapidamente possibile. Solo che queste nuove rapide vie di circolazione hanno anche favorito lo sviluppo del commercio e l'arrivo del capitalismo e... l'insoddisfazione verso il colonialismo che sosteneva un sistema feudale ancestrale. Nel 1885, un giovane britannico dal nome David Hume, ha viaggiato attraverso tutto il territorio. È stato colpito dalle contraddizioni: conoscete perfettamente quest'immagine dei britannici coloniali che giocano al cricket o a polo, dotati di camice bianche immacolate, nel loro club accanto alla carestia e della povertà. Hume ha visto ciò ovunque ed ha percepito il pericolo inevitabile di reazioni esplosive e di una guerra d'indipendenza sanguinosa. È lui che ha fondato il Partito del congresso. Voleva applicare riforme all'interno del quadro coloniale: "dobbiamo inquadrare l'elite indiana e formarli alla cogestione del paese." Più tardi, questo Partito del congresso è evoluto verso un partito nazionalistico, di cui Gandhi e Nehru sono del resto stati i capi. Oggi, questo partito è ancora il più importante dell’India. Ma non ha mai realmente potuto accontentarsi del paternalismo e del riformismo di Hume e non può dunque essere comparato, ad esempio, al partito nazionalista cinese di Sun Ya Sen, il Kuomintang. In ogni caso, tale partito, dopo la sua creazione, ha immediatamente superato i 100.000 membri ed ha integrato tanto i musulmani che gli indù.

Non c’era alcun legame tra i musulmani e gli indù in quest'epoca?

H. No. L'India è tradizionalmente un paese indù disciplinato da un sistema di caste, reazionario e feudale. Appartenete alla casta nella quale siete nati e questa casta determina la vostra occupazione e le vostre relazioni umane. La casta più alta è quella degli Brahmanes, i sacerdoti. La più bassa è quella degli intouchables. In confronto all’induismo, l'islam è una religione progressista che si mostra più flessibile con i commercianti e gli impiegati. Un po' come il protestantesimo nell'Europa del medio-evo. Ma l'islam si introduce gradualmente con o senza violenza all'interno dell'India. Molti indù si convertono all'islam per sfuggire alla casta nella quale sono nati. E lo sviluppo del commercio e degli scambi che è seguito alla costruzione della ferrovia ha determinato la diffusione dell'islam.

E che cos’è questa lotta rilevante tra i musulmani e gli indù di cui si parla così spesso quando è presa in considerazione l'India?

H. È legata alla nascita del Pakistan precisamente. In realtà, la borghesia islamista del partito del congresso ha constatato di essere in minoranza rispetto agli indù. Quindi un certo Ali Gena fonderà la lega islamista nel 1920, l'idea centrale di questa lega era che i musulmani avevano bisogno del loro territorio. La guerra d'indipendenza dell'India è stata molto violenta. I britannici avevano quattro vantaggi da giocare: il vecchio sistema delle caste, la rivalità religiosa tra i musulmani e gli indù, la divisione del paese in mini-stati che avevano ricevuto la loro autonomia ed infine l'opposizione tra il Nord dove vivono gli indiani di pelle bianca ed il Sud. Gandhi sviluppò una strategia per lottare contro questa divisione, ma non si è riusciti a controllare la rivalità religiosa tra i musulmani e gli indù. La lega musulmana ha preteso il suo territorio ed ha intrapreso una guerra sanguinosa durante la quale centinaia di migliaia di persone sono morte. Così è sorto il Pakistan nel 1947 - all'inizio semplice dominio coloniale della Gran Bretagna - che era indipendente dal resto dell'India. E tre anni più tardi (nel 1950), ottenne l’indipendenza. Dieci milioni di musulmani si rifugiarono in Pakistan e molti milioni di indù lo lasciarono. Molte famiglie furono smembrate, poiché abitavano ai due lati della frontiera... Questa guerra è all'origine della tensione ancora molto viva che esiste oggi tra il Pakistan e l'India. Ancora oggi il 14 agosto è giorno di festa nazionale per la separazione del Pakistan dall'India. E non quella del 1950 quando il Pakistan si liberò della Gran Bretagna.

Ma da che dipende esattamente questa debolezza della borghesia pakistana?

H. La borghesia pakistana ha voluto conquistare un mercato e costruire uno Stato in modo artificiale. Il migliore modo di fondare uno Stato nazionale consiste nel creare e sostenere criteri oggettivi, come l'unità geografica ed economica. Ma il Pakistan è in primo luogo costruito in base a credenze religiose. Ciò rende tale costruzione molto fragile. Per risolvere il problema delle diverse lingue parlate nel paese, Ali Gena, ad esempio, aveva scelto l’urdu come lingua di riferimento nazionale. Ma, l’urdu è una lingua minoritaria utilizzata da meno del 7% della popolazione. Soprattutto, la forma geografica dello Stato sembra ingestibile. Il Pakistan è diviso in due parti, ad ovest, il Pakistan propriamente detto e, ad Est, il Bangladesh. Si tratta di una ripartizione più vecchia della stessa creazione del Pakistan, basata sulle differenze religiose tra Bengalesi imposta tra il 1905 ed il 1911 sotto l’autorità dei britannici dopo varie sommosse dei contadini bengalesi nel XIX° secolo. E gli abitanti del Bangladesh sono dunque oggi soprattutto musulmani membri della lega musulmana. Ma non sono tutto sommato soddisfatti dello Stato pakistano. Sulla carta, vedrete che le due parti sono situate a oltre 1.000 chilometri di distanza una dall'altra. Calcutta la capitale del Bangladesh, era precedentemente il centro amministrativo delle Indie britanniche. Gli abitanti del Bangladesh hanno visto questa funzione scivolare da Calcutta verso Islamabad. In Bengala, nessuno parla l’urdu. Inoltre, l'esercito pakistano è per lo più costituito da soldati che provengono dall'ovest del Pakistan. Risultato: dopo una guerra che ha ucciso un milione di uomini, il Bangladesh è stato staccato del Pakistan nel 1971.

La parte del Pakistan che è sopravvissuto non è una base sufficientemente solida per soddisfare l'elite pakistana?

H. Per potere sopravvivere come Stato, considerando la penetrazione sistematica dell'esercito nella vita politica, il Pakistan ha potuto contare sul sostegno della Gran Bretagna negli anni 80 e degli Stati Uniti dal 2001. Le quattro regioni più importanti in Pakistan sono: Penjab, Sindh, Baloutchistan e le terre del nord dove vivono i Pachtounes. Ciascuno di questi territori ha precedenti diversi. Penjab formava nell'India britannica e sotto il colonialismo una provincia comune con il Penjab indiano. Gli abitanti erano soprattutto Sikhs, una variante dell’induismo ed erano volentieri impegnati nell'esercito britannico per la loro forte costituzione fisica. Con l'indipendenza del Pakistan, il Penjab è stato diviso in un Penjab pakistano e in uno indiano. Gli abitanti del Penjab costituiscono il 55% della popolazione pakistana ed il territorio copre il 26% del Pakistan. In Penjab, l'elite proviene dalla nobiltà feudale che invia i suoi figli nell'esercito e che impone dunque, ancora oggi, una forte influenza su di esso. Un esercito che lotta sempre per gli interessi del potere coloniale ed dell’imperialismo. Non è un caso se l'esercito pakistano sotto il comando del colonnello Zia Ul Haq, ultimo dittatore del Pakistan è, ad esempio nel 1970, intervenuto in Giordania durante il settembre nero nel quale 30mila palestinesi sono stati uccisi. Il Baloutchistan oltrepassa i confini dell’Iran, del Pakistan e dell'Afganistan. Alla fine del XIX° secolo, il territorio è stato diviso da una commissione anglo-iraniana nei tre territori attuali. Il 5% appena del popolo pakistano abita in queste regioni che costituiscono il Baloutchistan, ma il territorio copre il 44% del Pakistan. Inoltre, si tratta della regione più ricca del Pakistan per quanto riguarda il petrolio e le riserve di gas. Come provincia che confina con l'Afganistan e l'Iran, e porta di passaggio per le condutture che collegano l'India e l'Iran, è considerato come la parte più strategica del Pakistan dalle forze dell'alleanza americano-britannica. Ma c'è ancora un'altra ragione strategica determinate: dal 2002, la Cina finanzia la costruzione di un porto in alto mare a Gwadar, nel mare dell'Arabia, non molto lontano dalla via di Hormuz dove passano le più grandi riserve di petrolio cinese e il 30% delle riserve mondiali. Un po' più lontano, è stata allargata l’autostrada di Karakoram, che collega Gwadar con la provincia cinese di Xinjang,. La provincia diventerà dunque in un futuro prossimo un importante posto di passaggio per le province interne della Cina e per il mare.

La provincia Sindh e la provincia del Nord esistono ancora?

H. Sì, la regione Sindh è il posto dove si trovano le maggiori industrie. I Bhutto provengono da questa regione e fanno parte dell'elite feudale ricchissima che ha attività industriali. Gli abitanti di Sindh costituiscono il 18% del popolo pakistano e la provincia copre il 23% del territorio pakistano. E là, si trova anche la regione del Nord dove vivono i Pachtounes. I Pachtounes sono una tribù afgana che nel 1879, dopo la seconda guerra dell'Inghilterra contro l'Afghanistan, è stata annessa dall'impero coloniale anglo-indiano dell'epoca. I Pachtounes formano il 13,5% del popolo pakistano ed il loro territorio forma il 9% del territorio pakistano. Sono strettamente legati al popolo afgano ed i nazionalisti afgani credono che questo territorio gli spetti di diritto. Le elite pakistane, da parte loro, considerano l'Afghanistan come il cortile del Pakistan e la porta d'accesso verso i mercati dell'Asia centrale. Inoltre, guidano gli Afgani provando a tenerli sotto il loro controllo. Durante la guerra contro l'Unione sovietica, praticamente tutte le tribù sono state armate dal Pakistan, ma ciascuna separatamente ricevendo armi che non erano compatibili con le armi ricevute dalle altre tribù. Questo per evitare che le tribù afgane si collegassero per formare un esercito opposto al Pakistan. Negli anni 90, i taliban sono stati formati nelle scuole religiose delle Madrasse nel nord del Pakistan per mantenere l'Afghanistan sotto il controllo dei servizi di sicurezza pakistani.

Un amico pakistano mi ha detto che non credeva che il Pakistan potesse continuare ad esistere come un paese unito. Ci si deve aspettare una balcanizzazione?

H. Il popolo pakistano vive in una povertà opprimente che contrasta con il modo di vita ricchissimo condotto dalle elite corrotte che sono succedute ai britannici. La pressione è enorme e la vita comune tra le due classi è difficile. Esistono molte forze intermedie. Nel Béloutchistan, il popolo, che si sente lasciato solo, ha organizzato, in quest'ultimi anni, dei movimenti di resistenza. I Pachtounes vogliono un Afghanistan indipendente e si oppongono alle relazioni d'amicizia che legano i generali pakistani agli Stati Uniti. Una guerra civile comporterebbe danni collaterali terribili e paesi come l'India e l'Iran sarebbero toccati. Tale guerra sarebbe impossibile da controllare da parte degli Stati Uniti e le truppe della NATO. Basta osservare ciò che avviene in Iraq ed in Afghanistan. Le varie anime dell'elite pakistana sono coscienti del pericolo e si mostrano sempre più nazionalistiche. Inoltre, i paesi vicini come la Cina e l'India, hanno bisogno di svilupparsi grazie ad un clima pacifico nella regione. La Cina, particolarmente, applica una politica di stabilizzazione intensiva nella regione. È oggi il terzo partner del Pakistan. Il commercio tra i due paesi aumenta ad un ritmo del 30% l'anno e dal gennaio 2006 è stata istituita tra i due paesi una zona di libero scambio. La tassa d'importazione è stata eliminata da entrambi i paesi per un  grande numero di prodotti. Ho già parlato degli investimenti cinesi nel porto di Gwadar. Nei primi nove mesi del 2006, le imprese cinesi hanno investito per 8,6 miliardi di dollari in contratti per progetti di costruzione. Inoltre, la Cina incoraggia il libero scambio tra il Pakistan e l'India e dandone, peraltro, l'esempio. Così, la Cina, nonostante anni di problemi per le frontiere con l'India, ha compiuto lo sforzo di negoziare seriamente e ridefinire una frontiera chiaramente delimitata. La Cina è anche il secondo partner più importante dell'India. Il commercio ed i progetti economici sono i migliori fattori di stabilità. Come il popolo pakistano potrebbe uscire dalla miseria?

H. Lasciandosi alle spalle l'eredità del colonialismo di cui sono ancora prigionieri attualmente. L'India ed il Pakistan formano un solo paese, la sola differenza è la religione. Ma non dimentichiamo che l'India d'oggi, dopo l'Indonesia con suoi 200 milioni di musulmani, è sempre il secondo paese musulmano più grande al mondo. I due paesi costituiscono un’attrattiva e possibilità economiche reali per la Cina ed hanno entrambi interesse a costruire relazioni di fiducia con essa. E infine, la più importante riforma di cui i due paesi hanno bisogno per sviluppare la loro economia e sbarazzarsi della concezione feudale del possesso del territorio. Una vera riforma agraria deve avere luogo per permette ai contadini di lavorare per loro conto.

 

(Au Pakistan, les Etats-Unis dansent sur un volcan, fonte geostrategie.com, trad. di G.P.)