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Se la finanza la fa da padrona

di Andrea Angelini - 30/01/2008

 

 
Se la finanza la fa da padrona



I magistrati che indagano sulla frode finanziaria realizzata ai danni di Societé Generale, la seconda banca francese, non riescono ancora ad inquadrare la vicenda in tutti i suoi aspetti e le sue implicazioni. Non si capisce cosa abbia spinto Jerome Kerviel, l’operatore di borsa o trader, a creare una marea di operazioni su derivati, scommettendo sull’andamento degli indici di diversi mercati, per una cifra mostruosa pari a 50 miliardi di euro e allo stesso tempo ad aprire un eguale numero di false coperture di garanzia. Che qualcosa non stesse andando per il verso giusto i dirigenti di SG se ne sono accorti venerdì 18 gennaio e Kerviel messo alle strette ha fatto le prime ammissioni solo il giorno dopo. Da lunedì 21 a mercoledì 23 gennaio scorso, SG si è concentrata a realizzare l’unica operazione possibile da farsi: vendere tutto quello su cui Kerviel aveva impegnato la banca. Un’operazione che non è stata indolore e che ha portato ad una perdita secca di 4,9 miliardi di euro che ha obbligato SG a dare il via libera ad un aumento straordinario di capitale di 5,5 miliardi di euro per reintegrare le perdite ed anche per evitare pericolose Offerte pubbliche di acquisto (Opa) come quella ventilata ieri dal gruppo anglo-cinese Hsbc che capitalizza in Borsa 3,3 volte il valore delle azioni SG. I magistrati vogliono capire se Kerviel avesse dei complici e il vero motivo delle sue azioni perché l’impressione è che abbia voluto deliberatamente esporre la banca dal punto di vista finanziario per danneggiarla. Il problema è capirne il motivo. Il procuratore di Parigi ha spiegato che Kerviel sta cooperando con la magistratura e che ha ammesso le accuse che gli sono state rivolte, tra le quali abuso di fiducia e tentata frode, ma che non avrebbe agito per guadagno personale. Per poi precisare che il trader ha presentato falsi documenti per giustificare il suo comportamento. Solamente per l’abuso di fiducia Kerviel rischia 7 anni di reclusione e una multa di 750 mila euro. Da parte sua Daniel Bouton, presidente di Societè Generale ha definito “un’accusa assurda” quella mossa da Kerviel secondo cui la banca francese starebbe creando un velo di fumo intorno alla vicenda per coprire le perdite registrate in altre operazioni. “Come si potrebbe nascondere un buco con un altro buco - ha replicato Bouton - se avessimo un buco da qualche altra parte non ci sarebbe modo di poterlo nascondere”.
Resta però il fatto che ieri si è saputo che circa 100 azionisti di SG hanno intentato causa contro la banca accusandola di insider trading e manipolazione dei prezzi di mercato. Sotto accusa in particolare un membro del consiglio di sorveglianza della banca che il 9 gennaio scorso ha venduto azioni per un valore di 86 milioni di euro, evidentemente traendo profitto da informazioni privilegiate e a lui note.
Un’ulteriore precisazione, che però appare stonata, è venuta dal Governatore della Banca di Francia, Christian Noyer, che ha spiegato che il taglio del tasso di sconto dello 0,75% annunciato martedì 22 gennaio scorso dalla Federal Reserve americana non è stato provocato dalla vicenda SG. Noyer ha poi negato che il crollo dei mercati borsistici di lunedì 21 scorso sia stato causato dalla massiccia svendita delle attività finanziarie di SG acquistate grazie agli ordini di Kerviel. Noyer messo al corrente domenica 20 della maxi frode aspettò fino a mercoledì scorso prima di avvisare il governo ed evitare di causare ulteriore panico sui mercati. E’ appena il caso di sottolineare la debolezza dei controlli in un mercato dove ad un singolo operatore viene consentito di agire indisturbato muovendo risorse pari a quelle di una piccola Nazione. Un fatto che induce ad una riflessione, la solita, sullo stato comatoso dell’economia mondiale governata da una finanza virtuale, quella derivata, slegata da qualsiasi legame con la realtà, ma sostenuta solo da una scommessa, spesso illusoria, sul futuro.