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Miniere illegali, cianuro e l'invenzione d'oro

di Marinella Correggia - 31/01/2008

 

 

Amara ironia della distruzione ambientale. Per molti anni, in Ghana i gruppi ambientalisti hanno accusato le compagnie minerarie di provocare inquinamento e danni alla natura. Adesso, sembra che i coltivatori delle aree agricole devastate dalle attività estrattive non vedano altra strada che darsi alle miniere, in modo illegale oltretutto. Un caso da manuale.
Il Ghana è un grande produttore di oro; nel 2006 si trovava al decimo posto al mondo per volume. Non per niente il suo nome coloniale fu Côte d'Or, abbandonato nel 1957 quando il paese diventò indipendente sotto la guida di Kwame Nkrumah. Di recente sono state aperte nuove miniere, come la Chirano Gold Mines e la Newmont Ghana Bold, che hanno compensato il declino di miniere storiche.
È soprattutto nel campo aurifero che si scatenano, in tutto il mondo, i minatori illegali, riducendo anche le entrate pubbliche a titolo di royalties. In Ghana però almeno alcuni fra i minatori illegali hanno un'origine particolare. Sono contadini rovinati. Intorno alla città mineraria di Obuasi, ad esempio, gli agricoltori da tempo denunciano una riduzione dei raccolti a causa del degrado dei suoli dovuto probabilmente al cianuro usato nelle operazioni estrattive da oltre cento anni. Il direttore dell'Agenzia governativa per la protezione dell'ambiente nega: le compagnie minerarie manterrebbero buone pratiche ambientali, avendo aderito all'Iso 14001 e avendo firmato il codice volontario di comportamento internazionale in materia di uso del cianuro, sviluppato fra gli altri dal Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (Unep). Troppo tardi, il danno si è accumulato, dicono gli agricoltori. Che si sono messi a «scavare».
Il 4 gennaio scorso 37 minatori regolari hanno rischiato di morire, intrappolati per 9 ore nella miniera della compagnia sudafricana Anglogold Ashanti, a Obuasi. Il fatto è che i tentativi dei minatori illegali avevano danneggiato il funzionamento dei cavi elettrici che alimentano i pozzi di ventilazione. Il vicepresidente della compagnia mineraria - la maggiore datrice di lavoro del distretto - ha minacciato di chiudere la miniera, perché ultimamente la produzione è calata di oltre il 10% rispetto agli obiettivi, a causa appunto dei prelievi illegali. Secondo i dati della Ghana Chambers of Mines la vendita di oro, diamanti, bauxite e manganese durante la seconda metà del 2007 è ammontata a oltre 422 milioni di dollari, circa il 7 per cento in meno rispetto al semestre precedente. Sono aumentati invece gli incassi relativi al solo comparto dei diamanti. L'estrazione illegale di oro si è diffusa da Obuasi, al centro del paese, verso la parte occidentale, nell'area chiamata Twifu-Hemang. Con ripercussioni davvero gravi. L'amministrazione locale di Cape Coast ha dovuto interrompere i lavori di costruzione di un acquedotto perché il fiume Pra, la maggiore fonte di approvvigionamento idrico dell'infrastruttura, era stata pesantemente inquinata dalle sostanze chimiche usate dai minatori clandestini.
Adesso la situazione è davvero complicata, anche per gli ambientalisti. Per anni hanno lottato per i diritti delle popolazioni contro le imprese minerarie, ma i minatori illegali - avversari di queste ultime - in fondo fanno ancora più danno.
Morale della favola: la riduzione delle attività minerarie si impone ovunque come norma di sostenibilità. Ma intanto dall'Università autonoma di Città del Messico la scoperta di un metodo di estrazione dell'oro e dell'argento che evita il cianuro, sostituendolo con un reattore elettrochimico utilizzante thyourea, economico e che non genera rifiuti tossici. La thyourea, la cui ossidazione è controllata con l'elettricità, entra in azione a contatto con il materiale sabbioso o roccioso e fa precipitare l'oro e l'argento. Si può riusare infinite volte. Simili reattori saranno finalmente adottati da una compagnia mineraria a partire dal 2010. Un altro beneficio dell'invenzione è che il brevetto è detenuto da un istituto di ricerca pubblico.