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Rifiuti, l’esempio veneto!

di Marco Boschini - 31/01/2008

 

Rifiuti?

L’inceneritore non serve più.

Ecco cosa succede nell’impianto di Vedelago. Vi lavorano 50 dipendenti e il fatturato è di cinque/sei milioni di euro.

Seleziona 20 mila tonnellate l’anno. Si verifica la qualità del prodotto, i rifiuti sono distribuiti su due linee (plastica, vetro, metalli). C’è anche un’opera intelligente d selezione.

La qualità di tutti i materiali selezionati è alta e con impurità sempre sotto il 3%, che fa avere il massimo dei rimborsi CONAI, mentre il granulato di plastica trova immediata collocazione con benefici economici ed ambientali molto significativi.

Esiste anche la collaborazione con altri impianti, dopo la selezione. I prodotti sono spediti ovunque, anche in Olanda.

Il residuo delle due linee, che dovrebbe finire in discarica o destinato alla produzione di CDR per inceneritori, viene passato ad altro impianto contiguo, macinato ed estruso.

Questa “sabbia sintetica”, in relazione alla pezzatura, viene utilizzata come granulato per manufatti urbani (panchine, sedie, fioriere cordoli stradali).

Trasparenza e informazione garantiscono la qualità dei prodotti in uscita e la chiusura del ciclo dei rifiuti.

Per maggiori informazioni:
www.centroriciclo.com

C’è anche un filmato che racconta l’esperienza nella homepage, in basso a sinistra. In quella zona opera il Consorzio Priula, che è riuscito a portare decine di comuni della provincia di Treviso a quota 70% e oltre nella raccolta differenziata porta a porta, con punte di eccellenza come Montebelluna, attestata ormai all’86% di raccolta.

Al contempo sono passati ad una drastica riduzione della produzione di rifiuti alla fonte, dimostrando che è possibile abbassare la media dei rifiuti prodotti da ogni nucleo familiare (a Montebelluna sono a 90 kg. quando la media nazionale raggiunge quota 580 kg.).

Se a tutto ciò si aggiungono progettualità “collaterali” come le mense disimballate, i pannolini lavabili, le fontane pubbliche, i detersivi alla spina, il recupero e riuso di beni altrimenti destinati a discarica, capite bene che l’opzione zero rifiuti non è una favola per ingenui, ma una strada, concreta, che qualcuno sta già percorrendo.