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Ulteriori problemi per Gaza

di The Electronic Intifada (a cura di) - 01/02/2008

 


LA NEVE COMPLICA ULTERIORMENTE IL RIFORNIMENTO DI SOCCORSI A GAZA


GERUSALEMME, 30 Gennaio (IRIN) – I profughi vulnerabili della Striscia di Gaza potrebbero presto trovarsi privi di un’importante fonte di proteine, poiché la carne in scatola non è stata importata nell’enclave negli ultimi giorni e i rifornimenti dell’agenzia per i profughi palestinesi, la UNRWA, stanno quasi per finire, ha detto il 30 Gennaio un funzionario delle Nazioni Unite che vuole rimanere anonimo.

“La carne in scatola è una componente fondamentale dei nostri pacchi di viveri, ed è la sola fonte di proteine della fornitura di cibo dell’UNWRA”, ha detto Christopher Gunness, un portavoce della detta agenzia.

“I camion non possono passare a causa della neve”, ha detto Moshe Krief, un portavoce del ministero della difesa israeliano , osservando le alquanto rare – ma pesanti – nevicate a Gerusalemme e nell’area circostante.

Tuttavia, alcuni operatori hanno detto che la tempesta di neve era prevedibile, e che si sarebbe dovuto permettere ai camion di passare nei giorni precedenti, prima che il tempo lo rendesse impossibile.

Il blocco dei mezzi commerciali, all’opera dal 18 Gennaio, è continuato questa settimana, aggiungendosi alla scarsità di cibo proteico. Persino la pesca al largo di Gaza è sottoposta a restrizioni.

“Se la carne in scatola non arriva in giornata [30 Gennaio] la gente [che riceve i pacchi dell’UNWRA], domani non avrà proteine”, ha detto Gunness.

I quattro camion con la carne dell’UNWRA vengono tenuti bloccati nella West Bank.

L’UNWRA nutre circa 860.000 profughi palestinesi al giorno e il World Food Programme [Programma mondiale per il cibo] rifornisce circa 300.000 persone, su un totale di circa 1.5 milioni di persone nella Striscia di Gaza. Tuttavia, i loro rifornimenti possono soddisfare solo il 65% dei bisogni alimentari, rendendo d’importanza vitale le importazioni commerciali.

Il WFP accresce il carico di lavoro

Il WFP ha accresciuto il proprio carico di lavoro, aggiungendo circa 40.000 persone al suo elenco di beneficiati nelle ultime settimane, poiché l’insicurezza del cibo in questa enclave impoverita continua a crescere.

Mentre le immagini trasmesse in giro per il mondo hanno mostrato i palestinesi che rientravano dal valico di Rafah – forzato la scorsa settimana – portando provviste dall’Egitto, gli operatori insistono che è passata solo una piccola quantità di beni di prima necessità.

“L’accesso all’Egitto e ai suoi negozi può aver fornito qualche sollievo psicologico alla chiusura della Striscia di Gaza ma un milione e mezzo di persone dipendono ancora da Israele per i propri rifornimenti”, sostiene un rapporto delle Nazioni Unite del 29 Gennaio.

Il WFP ha portato a Gaza [solo] nove camion di generi alimentari dal 18 Gennaio, quando Israele ha intensificato il blocco della Striscia. Nei sette mesi precedenti, era riuscito [il WFP] a introdurre circa 15 camion al giorno.

Prima del Giugno del 2007, quando Hamas ha preso possesso di Gaza, circa 250 camion di aiuti e commerciali arrivavano giornalmente, e persino allora i valichi non venivano resi pienamente operativi.

“E’ vitale che il rifornimento di generi di prima necessità non venga ostacolato, per evitare una seria crisi alimentare a Gaza”, ha detto la portavoce del WFP Kirstie Campbell.

Attualmente, il WFP è a corto di zucchero, sale e ceci, mentre l’intero territorio sta subendo la mancanza di granaglie e di carne fresca. Il problema della [mancanza di] farina potrebbe essere dovuto alle provviste accumulate dai commercianti, che sperano che i prezzi continuino a salire.

Ghazi Hamad, un portavoce di Hamas a Gaza, ha detto all’IRIN: “Non è facile controllare i prezzi del cibo”, a causa del recente caos al confine di Rafah ma anche per l’incertezza delle importazioni future.

Questo è un resoconto dell’IRIN, un servizio informazioni umanitario delle Nazioni Unite, ma non riflette necessariamente le opinioni delle nazioni Unite o delle sue agenzie. IRIN è un progetto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://electronicintifada.net/v2/printer9269.shtml