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Corruzione: non c’e’ futuro per il PD se non espelle Bassolino e Jervolino

di Jacopo Fo - 03/02/2008

Fonte: jacopofo.com


Con un’appendice sul fatto che se vogliamo estirpare la corruzione dobbiamo essere coscienti di quanto sia facile dover venire a patti con i corrotti in una societa’ che e’ un monumento al malgoverno.

Non e’ possibile parlare di nuova politica e di fiducia dei cittadini quando il PD non ha il coraggio di fare piazza pulita dei suoi dirigenti che hanno dimostrato ampiamente come minimo di essere incapaci se non corrotti.
Veltroni non puo’ raccontarci di voler costruire un partito NUOVO se non ha il coraggio (o, piu’ probabilmente la forza) di fare piazza pulita di quella parte di vecchi dirigenti di partito che hanno impersonato lo sfascio italiano.
In Campania come in Calabria quasi tutta la classe dirigente del PD e’ stata quantomeno stupida, cieca, sorda, muta o inetta.
Che valore ha un dirigente se non e’ capace di colpire il marcio che ha intorno?
Essere, forse, onesti non e’ una qualita’ se l’onesta’ non riesce a diventare barriera efficace contro lo spreco e il malaffare. E peraltro io non credo che si tratti solo di ignavia, credo che questa gente si sia ingozzata nel trogolo dei favoritismi, delle bande, delle lottizzazioni scegliendo consciamente di allearsi con i peggiori delinquenti e quindi diventarne complici.
Lasciamo volentieri alla magistratura di stabilire i gradi di colpevolezza. Dal punto di vista morale questa gente va semplicemente eliminata dalla scena politica.
Senza mezzi termini.
E questo non e’ un problema che riguarda solo il PD. Bassolino e Jervolino non avrebbero potuto coltivare per anni il malgoverno senza quantomeno il silenzio connivente di gran parte dei dirigenti degli altri gruppi del centro sinistra.
Un alto dirigente politico non puo’ permettersi di stare zitto e se non parla perche’ non vede e’ un cretino.
Da qui dovrebbe partire la rifondazione della sinistra, il nuovo corso del PD e della nascente unione tra i partiti della sinistra.

Vorrei spiegare meglio questo concetto essenziale.
Il Pool Mani Pulite ci ha insegnato che per scoprire dove si ruba basta prendere un computer, metterci dentro i costi di un settore dell’amministrazione pubblica in una citta’ e confrontarli con i costi di altre citta’ nello stesso settore.
Se si parla di nuova politica bisogna parlare di mettere in pratica strategie vincenti per stanare i ladri e gli incapaci che stanno rovinando l’Italia.
Allora com’e’ che a nessuno nel Consiglio regionale della Campania si e’ mai fatto la semplice domanda che si e’ posto ieri Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera?
Non era una domanda difficile.
Quanti medici primari ci sono in un ospedale di Napoli?
Una domanda facile, basta contarli. Gian Antonio Stella ci dice che a Napoli ci sono 220 primari, che vuol dire 1 primario ogni 4 medici, anzi: ogni 3 pazienti scarsi. A Padova i primari sono in tutto 79 e seguono 1.759 posti letto, cioe’ ce n’e’ 1 ogni 20 pazienti.

Oggi gli italiani hanno bisogno di politici che abbiano frequentato con profitto la quinta elementare e siano capaci di fare due addizioni e quindi confrontare i due risultati e capire se uno e’ decisamente superiore all’altro.

E’ necessario che ci si renda conto che questa e’ la malattia italiana, questa complicita’ che ci paralizza.
E, attenzione, non e’ cosa facile liquidarla.
E’ un malanno resistente perche’ e’ sostenuto da una pesante rete di complicita’.
E ci sta dentro almeno il 60% degli italiani.
E’ una rete che parte dalla raccomandazione per avere una Tac o un intervento chirurgico urgentissimo prima che il malato muoia.
Chi di noi non ha cercato aiuto per un parente malato informandosi sull’ospedale migliore, il chirurgo migliore? Andando poi a cercare qualche santo che ti possa aiutare a ottenere una visita subito, una sala operatoria subito.
E’ una cosa che ho fatto piu’ volte senza mai chiedermi se in qualche modo collaboravo al sistema. A mia difesa posso dire che il piu’ delle volte agivo per persone che neppure conoscevo, persone emarginate che la macchina della malasanita’ stava stritolando. Mi sentivo quindi di fare una cosa non solo innocente ma anche eticamente encomiabile.
Ma ora mi chiedo: in fondo ho dato energia al sistema delle raccomandazioni?
La questione e’ che in un sistema basato sul brigantaggio generalizzato pochi sono completamente innocenti.
E attenzione anche alle semplificazioni.
Dire che tutti i politici sanno non vuol dire che tutti siano colpevoli.
Molti si trovano a compiere una scelta difficile nel tentativo di arginare per quel che possono la follia del sistema corrotto.
Ai tempi del nazismo ci furono tanti che collaborarono con il potere per salvare vite umane. Avrebbero potuto fuggire all’estero ed essere eticamente perfetti, invece sono restati al loro posto, hanno accettato di collaborare con i mostri perche’ erano convinti di poter fare meglio in questo modo.
Quando pensiamo al sistema della corruzione italiana dobbiamo anche pensare che questo sistema avrebbe sui cittadini, soprattutto sui piu’ deboli, un effetto ancor piu’ terribile se non ci fossero centinaia di migliaia di italiani onesti che fanno il possibile per limitare i danni, venendo a patti con il sistema e cercando di sfruttarne le contraddizioni.
E di queste persone ne ho conosciute molte che fanno politica.

Chi pensa che la questione dell’onesta’ delle classe politica sia un problema che si risolve con “il partito giusto” si illude. Qui siamo di fronte a una degenerazione del tessuto sociale che richiede un’opera epocale per essere affrontata.
Ognuno deve iniziare a soppesare i suoi comportamenti facendo attenzione a trovare dove inizia la complicita’ e dove inizia invece l’etica facile di quelli che se ne lavano le mani e stanno mentalmente in esilio, alla finestra.
Discutere di questo e’ un lavoro sporco e ovviamente e’ molto difficile per me farlo.

Sono 17 anni che non lavoro per nessun giornale “ufficiale”. I miei libri non vengono recensiti sui giornali “ufficiali”, e ho difficolta’ a trovare chi sia disposto a pubblicarli; ciononostante sono riuscito a dare un contributo alla battaglia contro la censura sui casi Europa7, Cip6, uranio impoverito, parlandone fin da quando erano argomenti tabu’ e pagando care le mie scelte. Adesso di questi mega scandali ne parlano tutti ma anni fa non era cosi’. Fate una ricerca su Google ordinata per data e vedrete che eravamo veramente pochi a tirare fuori queste storie.
Apparentemente posso passare per un cavaliere sena macchia e senza paura ma non e’ cosi’.
Come ho ripetuto piu’ volte io NON dico tutto quello che so perche’ se lo facessi sarei morto.
E giudico piu’ utile alla causa del progresso, e alla mia personale, continuare a vivere e ad avere la possibilita’ di rompere i coglioni entro certi limiti.
Ad esempio ho denunciato tantissime volte il fatto che in buona parte dell’Italia l’immondizia suddivisa viene poi rimischiata in discarica. Una spesa doppia con beffa per i cittadini che hanno fatto tanta fatica a suddividere il pattume nei sacchetti.
Questo succede perche’ la raccolta differenziata e il successivo controllo sul contenuto dei sacchetti sono molto complessi e non e’ facile ottenere prodotti finali veramente omogenei.
Soprattutto se il direttore dell’impianto di suddivisione e’ un cretino nominato da un politico per motivi immondi.
Se il lavoro di verifica della suddivisione dei rifiuti non viene fatto bene, e poi c’e’ troppa carta e rifiuti organici in mezzo alla plastica, non riesci a riciclare un cazzo.
Ho denunciato il problema ma non ho mai elencato i comuni dove questo avviene.
Ho provato pero’ a lanciare una campagna di indagine su questa questione. Il mio obiettivo era fare scoppiare lo scandalo senza essere il solo a metterci la faccia.
Nessuno ha raccolto la proposta.
Nessuno.

Tempo fa fui invitato da un assessore regionale che voleva affidarmi una campagna di comunicazione sulla raccolta differenziata. Il compenso che mi proponevano per gestire una spesa di 10 miliardi di lire era di 150 milioni di lire.
Era un progetto che avrebbe impegnato una decina di persone per almeno 6 mesi.
Visto tutto il lavoro che c’era da fare, non era un gran che come somma - circa un terzo di quanto avrebbe richiesto un’agenzia pubblicitaria normale - ma la questione mi interessava. Quindi ero entusiasta della possibilita’. Facemmo un incontro programmatico con le associazioni ambientaliste della regione e un paio di pezzi grossi della politica in un clima che a me pareva pieno del desiderio di rinnovare i canoni della comunicazione tra amministrazione pubblica e cittadini… Io mi ero nel frattempo informato sulla situazione dei rifiuti in quella regione e decisi che non sarebbe stato etico non sollevare la questione. E sapevo anche che il fatto che l’immondizia suddivisa fosse poi rimischiata era cosa nota, visto che mi era bastata qualche chiacchierata in giro per conoscere tutta la storia. Quindi, alla fine di quella riunione, dissi che la nostra campagna di comunicazione sarebbe stata piu’ efficace se avessimo fugato le voci sull’inutilita’ della raccolta differenziata.
Avendo 10 miliardi di lire da spendere avremmo potuto lanciare una campagna veramente potente di comunicazione e avremmo potuto cogliere l’occasione per far pressione sul servizio di nettezza urbana e ottenere un concreto miglioramento della qualita’ della suddivisione dei rifiuti.
Mi offrii anche di trovare dei tecnici capaci di ristrutturare il ciclo di lavorazione della spazzatura.
Poi qualche cosa risuono’ nel mio cervello, guardai i miei interlocutori e la mia sensibilita’ mi disse che avevo perduto l’ennesima possibilita’.
Tutti mi sorrisero, tutti mi dissero che era un’idea geniale. L’assessore, salutandomi alla fine del colloquio, ruppe addirittura il protocollo, abbracciandomi e baciandomi sulle guance.
Era MOLTO interessato alle mie proposte. Molto.
Sono passati anni e non ho piu’ visto nessuno. E non mi hanno mai piu’ fatto proposte in quella regione.
ELIMINATO.
Sono straconvinto che ho agito bene.
Ma sono anche straconvinto che faccio bene a denunciare questa storia senza fare nomi.
Perche’ se lo facessi correrei dei seri pericoli senza ottenere nessun vantaggio.
Credo che dirsi la verita’ su corruzione, complicita’, eroismo e lavoro sotterrano sia importante. E’ un argomento del quale non si parla quasi mai.
Ma non possiamo sognare un cambiamento se non incominciamo a individuare e discutere i modi in cui siamo complici del vecchio sistema.
Su questo argomento, cosi’ fastidioso, vorrei qui citare un articolo uscito su questo blog il 19 ottobre 2006. Lo ripubblico qui di seguito per risparmiarti un click.


Sono un giornalista vigliacco.
Questa mattina mi sono svegliato alle 6 pensando alla giornalista russa uccisa, Anna Politkovskaja.
Generalmente mi sveglio un’ora piu’ tardi. Questa anticipazione, conoscendomi, vuol dire che qualche cosa mi rode. Questo articolo lo scrivo per liberarmene. Mi fa molto incazzare che ammazzino la gente che scrive la verita’. Ma il problema non e’ questo. E’ che io ho deciso di non farmi ammazzare e una parte di me non condivide questa scelta. E’ un discorso difficile. C’e’ stato un momento nella mia vita, tanti anni fa, nel quale ho deciso che valeva la pena di morire per combattere le ingiustizie. Poi ho deciso che volevo vivere il piu’ a lungo possibile perche’ cosi’ avrei potuto fare piu’ danni e anche perche’ mi sono convinto che non sono gli eroi che cambiano la storia ma quelli che riescono a costruire qualche cosa, ad esempio un posto come Alcatraz, dove possano esistere frammenti momentanei di un mondo migliore.
E questo modo di vedere mi ha portato a smettere di scrivere alcune cose. Ad esempio ho smesso di denunciare le truffe che avvengono nella regione dove vivo. “Ma come? Non racconti tutta la verita’?”
No, non la racconto. Ho denunciato qualche grande truffa, con tutti i partiti d’accordo, e ho pagato con 7 procedimenti penali per scempio ambientale, l’azzeramento dei finanziamenti irrisori che ricevevamo e la perdita di tutte le possibilita’ di lavoro in zona. E per denunciare che cosa? Semplicemente quello che chiunque andasse a fare quattro chiacchiere al bar poteva sapere. La cosa piu’ avvilente della corruzione e’ proprio che tutti ne sono a conoscenza. L’altra cosa che ho fatto e’ stata di ritirare tutti i progetti che avevamo presentato all’Unione Europea. Una voce mi aveva spiegato che stavo facendo una cazzata enorme. Avevamo presentato dei progetti troppo intelligenti e ben fatti e avevamo anche commesso l’errore di chiedere tantissimi soldi per realizzarli. Il dramma era che rischiavamo di prenderli… E questo avrebbe fatto incazzare “i poteri forti”. Cioe’ in realta’ avevamo possibilita’ di prendere quei soldi solo sulla carta, perche’ per tantissimi soldi i poteri forti sono disposti a qualunque cosa. Capii che le mie possibilita’ erano solo teoriche (stupide teorie infantili) e feci una scelta di realismo. Dopo essermi svegliato per qualche giorno alle 6 del mattino mi presentai presso gli uffici competenti, restituii con gli interessi un primo finanziamento e iniziai le pratiche per annullare tutte le domande di finanziamento presentate. I funzionari mi guardavano con gli occhi fuori dalle orbite, non avevano mai visto il primo in graduatoria ritirarsi. Cosi’ i bombardamenti di ispezioni e controlli cessarono e potemmo continuare a lavorare, altrove.
Non mi piace fare queste scelte. Sono umilianti. In me, ogni tanto, urla il guerriero che ero a vent’anni. Lanciarsi sulle linee nemiche cantando e’ esteticamente meraviglioso. Faccio invece una gran fatica a mantenere questo profilo basso. Misurare le parole. Trasformare la rabbia in astuzia. Scegliere il momento. E ogni tanto devo ricapitolare le ragioni di questa scelta di rifiutare l’eroismo. Chiedermi di nuovo perche’ dopo gli anni del sogno rivoluzionario ho deciso che aveva ragione mio nonno. Lui aveva scelto di fare la resistenza senza sparare, si occupava di far scappare gli ebrei in Svizzera. Il che comportava che potesse continuare a fare il capostazione a Luino, giusto sul confine. Nascondevano i fuggitivi nelle cassapanche che dovevano contenere la sabbia per i freni e poi pregavano di non dover frenare troppo velocemente. Mio nonno aveva capito che per salvare quelle persone doveva tenere la testa bassa. Cosi’ mio padre dovette andare a fare il soldato coi fascisti. Un figlio disertore avrebbe bruciato mio nonno e se smetteva di fare il capostazione come li faceva scappare gli ebrei? Mio padre aveva 17 anni e si imbosco’ in una serie di corsi di formazione (divenne paracadutista e guastatore) e poi riusci’ a farsi mandare a dipingere Madonne nelle chiese. Quando si trovo’ davanti all’alternativa tra andare a combattere contro i partigiani o finire in campo di concentramento in Germania, mio padre diserto’. Ma non era piu’ un problema perche’ a quel punto mio nonno era riuscito a far scappare tutti gli ebrei che avevano trovato. Credo sia stata una scelta giusta. Ma per tutta la vita a mio padre e’ stato rinfacciato il fatto di aver indossato la divisa fascista. Succede cosi’: chi fa certe scelte “non eroiche” raccoglie insulti. Non fare l’eroe e’ anti estetico e a volte questa scelta mi brucia tremendamente. Poi penso che limare tutti i giorni fa piu’ danni di una carica di cavalleria contro le mitragliatrici. Ma a volte non resisto e tiro un sasso. Ieri ad esempio ho pubblicato un articolo sull’Aids. Non ne parlavo da tempo. Farlo e’ da masochisti. Ma l’assassinio di Anna Politkovskaja mi aveva fatto incazzare. Cara Anna, perche’ ti sei fatta ammazzare? Dovevi fuggire da quei mostri. Emigrare. Hai tutta la mia ammirazione per il tuo coraggio. E tutta la mia tristezza per la tua morte.
E tutto il rispetto perche’ non hai saputo resistere in silenzio davanti all’orrore. Ma e’ stato un errore. Dovevi abbandonare quel paese e continuare la tua battaglia da lontano.
Intendimi, non e’ una critica, a volte star zitti e’ impossibile. E’ solo una disquisizione teorica. In teoria sopravvivere e’ meglio. Non so se ho fatto bene a scrivere questo articolo. Comunque ho ridotto il pericolo che qualcuno pensi che su questo blog io pubblichi tutta la verita’.
No, io faccio un’altra cosa: non pubblico bugie. La verita’ la dico fino a un certo punto, cerco di capire qual e’ la linea al di la’ della quale sparano e mi fermo un metro prima.
Sono un giornalista vigliacco ma almeno non faccio finta di essere coraggioso.
Se vuoi leggere i commenti a questo post vai su
http://www.jacopofo.com/node/2063

Mentre spedivo a Simone questo articolo Carlotta mi ha mandato questo video di Bruno Bozzetto sulla psicologia degli italiani. Spiega tante cose in modo visivo. Stupendo e molto pertinente al discorso. Clikka e divertiti.
http://www.infonegocio.com/xeron/bruno/italy.html