Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Strage di Bologna: quale giustizia? Luigi Ciavardini ora è stato assolto dall'accusa di rapina

Strage di Bologna: quale giustizia? Luigi Ciavardini ora è stato assolto dall'accusa di rapina

di redazionale - 05/02/2008

Luigi Ciavardini é stato assolto dall'accusa di rapina per cui doveva scontare una pena di 7 anni "per non aver commesso il fatto". Ricordiamo come questa accusa - dimostratasi completamente infondata - era suffragata da una prova artefatta: una impronta digitale del Ciavardini, lasciata impressa su una busta della spesa, che gli inquirenti hanno "rintracciato" sul luogo del crimine. Non può che risultare inquietante il fatto che tale "prova" abbia portato all'arresto dell'imputato - a piede libero per la strage di Bologna - proprio nell'imminenza del giudizio di Cassazione, che ha quindi confermato una condanna per strage di un diciassettenne (all'epoca dei fatti), priva di qualsiasi riscontro fattuale. Questa condanna è d'altra parte "necessaria" (alibi incrociati con gli altri imputati, Francesca Mambro e Valerio Fioravanti), per sostenere l'improbabile impianto accusatorio come esecutori del micidiale attentato del 2 agosto 1980, privo di qualsiasi fondatezza giuridica, tranne l'uso spregiudicato degli inquirenti e della pubblica accusa di dichiarazioni mai provate da parte di figure interessate, ricattabili, semplicemente inqualificabili come Massimo Sparti e Angelo Izzo, che ottennero benefici premiali utilizzati come la cronaca si è incaricata di testimoniare, a dimostrazione ultima della tensione morale che animava la credibilità dei suddetti e lo "scrupolo" di chi li ha utilizzati. Si dimostra quindi che la perversa logica del "capro espiatorio" ha sorretto il fumo persecutorio dell'iniziativa giudiziaria in questi decenni, con una "soluzione" che conviene ai più smentendo per l'ennesima volta i fondamenti dello "stato di diritto" nel nostro Paese, confermando invece la sua sovranità limitata in merito a quegli incoffessabili equilibri geopolitici che legano presumibilmente la strage di Ustica alla strage di Bologna. La mancata verità sul più grave attentato della storia dell'Italia contemporanea è l'ulteriore vittima di quel crimine, perpetuata da una logica di potere, convenienza, faziosità e indolenza deontologica che nulla hanno che spartire con la giustizia.