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La plastica inquina anche l'Oceano Pacifico...

di redazionale - 06/02/2008

 

L'allarme lanciato da Fare Verde con l'iniziativa "il mare d'inverno" per la marea di rifiuti che invadono i nostri litorali trova una agghiacciante conferma "globale": è di ieri la notizia di un enorme ''minestrone di plastica'' grande due volte gli Stati Uniti che galleggia nell'Oceano Pacifico, tenuto insieme dalle correnti sottomarine.
La scioccante scoperta degli oceanografi rivela come la sterminata massa di rifiuti, di fatto la piu' grande discarica del mondo, abbia inizio a 500 miglia nautiche dalla costa della California, attraversi il Pacifico meridionale, oltrepassando le Hawaii per poi arrivare fin quasi al Giappone. A scoprirla - riportava ieri il quotidiano britannico The Independent - e' stato l'oceanografo americano Charles Moore, secondo il quale questo ''vortice di spazzatura'' ammonterebbe a circa 100 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica gettati in mare e crescerebbe a ritmo vertiginoso come un 'blob'.

Curtis Ebbesmeyer, un oceanografo che da oltre 15 anni studia il problema della plastica dispersa in mare, ha paragonato il ''minestrone'' ad un gigantesco organismo vivente: ''Si divincola come un grosso animale senza guinzaglio''. E quando si avvicina alla terraferma, come succede all'arcipelago delle Hawaii, le conseguenza sono drammatiche: ''E' come se vomitasse e le spiagge si coprono di ''confetti'' di plastica''. David Karl, un oceanografo dell'universita' delle Hawaii ha dichiarato che ulteriori ricerche sono necessarie per stabilire l'estensione e la composizione del ''minestrone di plastica'', ma che non vi e' alcuna ragione di dubitare la validita' della tesi di Moore. ''Da qualche parte la plastica deve pure finire'', ha detto. Tony Andrady, un chimico dell'istituto di ricerca americano Triangle, e' d'accordo: ''Ogni piccolo pezzo di plastica finito in mare da 50 anni a questa parte e' ancora li''.

Moore ha aggiunto infine che la massa di rifiuti non e' rilevabile attraverso le foto satellitari perche' e' traslucida e galleggia sotto la superficie del mare. ''La vedi soltanto quando te la ritrovi davanti alla prua'', ha detto. Secondo il programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite la plastica galleggiante - che forma circa il 90% di tutti i rifiuti che inquinano i mari - provoca la morte di 100.000 mammiferi marini e di un milione di uccelli ogni anno. Per Marcus Eriksen, direttore della ricerca della Algalita Marine Reseach Foundation, tutti questi rifiuti rappresentano un rischio anche per la salute dell'uomo. Minuscoli pezzetti di plastica si trasformano in una sorta di spugna per agenti inquinanti come idrocarburi e DDT e poi entrano nella catena alimentare. ''Cio' che cade nell'oceano finisce dentro agli animali e prima o poi nel nostro piatto'', ha detto.

Per agire in prima persona contro l'inquinamento di mare e spiagge, Fare Verde sarà presente anche domenica 10 febbraio a Grosseto e Ardea (Roma) con ulteriori appuntamenti dell'iniziativa "il mare d'inverno".
A partire da domenica 27 gennaio 2008, centinaia di volontari di Fare Verde hanno già rimosso da circa 30 spiagge italiane plastica, polistirolo ed ogni sorta di rifiuto.
L'iniziativa è anche una occasione per proporre un diverso modello di produzione e consumo basato sulla riduzione degli sprechi e dei rifiuti.