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Chi tocca la sinistra muore!

di G.P. - 06/02/2008

 

Chi tocca la sinistra muore! No, anzi, peggio. Chi tocca la sinistra viene esposto alla pubblica gogna e all’accusa d’instabilità mentale, tanto da uscirne davvero con i nervi a pezzi. La sinistra non ha perdonato al GIP Clementina Forleo l’impudenza di essersi interessata alle scalate bancarie (quelle della stagione dei “furbetti del quartierino”), che hanno visto il coinvolgimento diretto (intercettazioni telefoniche alla mano) degli ineffabili vertici dei DS - tra cui citiamo il trasognante D’Alema (politico sopravvalutato che per l’ “occasione telefonica” aveva sfoggiato la stessa tempra di un ultrà domenicale) e l’avido Fassino (il quale voleva una banca tutta per sé) - nei falliti tentativi di acquisizione della BNL da parte di Unipol e dell’Antonveneta da parte della BPL .

Adesso, attraverso il CSM, sempre più avanguardia di una giustizia politicizzata, si sta tentando di mettere a tacere definitivamente la signora di Francavilla Fontana.

La stessa sorte è toccata anche ad un altro magistrato, sostituto procuratore di Catanzaro (Luigi De Magistris), pure lui trasferito per aver voluto indagare nella direzione sbagliata. Siamo sempre più in un clima da anni ’30 (quelli americani però) che non accenna a sedarsi e che potrebbe perfino peggiorare dato l’odor d’inciucio tra le forze politiche degli ultimi giorni (ma se le cose  marciscono più velocemente forse è  meglio per tutti).

In verità, la Forleo paga un isolamento ancora più caustico per aver voluto smontare un teorema accusatorio (totalmente campato in aria e basato per lo più su fonti d’intelligence straniere) in quella ormai famosa sentenza di assoluzione a favore di alcuni presunti terroristi islamici. Più che la sentenza, in quella occasione, aveva destato “scalpore” la motivazione del pronunciamento assolutorio e di quello di revoca delle misure cautelari per gli imputati. Nella sentenza si leggeva che sulla base di quanto sancito da una norma di diritto internazionale (art.18/2 del 1999 della Convenzione Globale su Terrorismo dell’ONU, non ratificata) “dalla definizione di terrorismo debbono escludersi le attività degli eserciti regolari e anche quelle degli eserciti irregolari (movimenti armati, gruppi e bande o altre organizzazioni) impegnati in un conflitto bellico che tuttavia si astengano dalla violazione consapevole e programmata contro la popolazione civile inerme”. La Forleo aveva così coperto di legittimità la risposta  resistenziale (e non di terrorismo) che eventualmente segue ad un atto di guerra (ricordiamo che gli imputati erano accusati di fare parte dell’organizzazione Ansar Al Islam operante proprio in Iraq).

La Forleo mostrò un encomiabile coraggio nel rifiutare di piegarsi al teorema di chi aveva già deciso, per motivazioni politiche e per servilismo filo USA, la sorte degli imputanti, lo stesso coraggio riposto nelle indagini condotte contro l’accolita lestofantesca che dava l’assalto alle "diligenze bancarie".

 Quest’oggi vorremmo nuovamente esprimerle la nostra solidarietà di fronte alla decisione della Prima Commissione di Palazzo dei Marescialli, la quale ha avanzato una nuova accusa nei suoi confronti (aggravando la sua situazione), sempre nell’ambito della procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale avviata contro di lei qualche mese fa.

L’accusa  del CSM è quella di aver “personalizzato le sue funzioni nell’inchiesta sulle scalate bancarie andando oltre il suo ruolo di GIP”. Da come si esprimono al CSM, con un linguaggio che eufemisticamente potrebbe definire pretesco, si percepisce l’animus col quale si sta conducendo il procedimento disciplinare nei suoi confronti. Che cosa sarà mai questa “personalizzazione” se non il fatto che il GIP si è impudentemente arrogato il diritto di impicciarsi di questioni politico-finanziarie?

La cosa più spiacevole è che sono i colleghi, in particolare il PM Orsi, che la stanno affossando. Lo stesso Orsi ha dichiarato, davanti al CSM, che quelle enunciate dalla Forleo, a proposito delle intimidazioni ricevute e del presunto insabbiamento dell’inchiesta sull’Unipol, sono pure illazioni senza riscontro. Addirittura il Pm dice di aver detto in una telefonata, alla stessa GIP, di sentirsi offeso dal pronunciamento di tali congetture.

Saranno pure congetture ma è strano che in Italia, dalla stagione di mani pulite in poi (compresa ovviamente la prima), ci si è sempre guardati bene dall’indagare approfonditamente sui misfatti della sinistra.

Non è questa già una buona ragione per condividere i timori di un GIP lasciato sempre più solo?