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La Russia, la NATO e i radar ucraini

di Nikita Petrov* - 06/02/2008



Il Consiglio Federale, la camera alta del parlamento russo, il 25 gennaio ha approvato la delibera della camera bassa di porre fine all'accordo con l'Ucraina per l'impiego dei suoi radar.
Il decreto passerà al presidente per l'approvazione. Se il presidente lo firmerà e il documento verrà pubblicato sulla gazzetta ufficiale, a Kiev verrà comunicato che il Cremlino interromperà l'utilizzo dei radar Dnepr di Beregovo, vicino a Mukačevo, e Nikolaevka nei pressi di Sebastopoli.
In un lasso di tempo dai sei ai dodici mesi, come specificato nell'accordo intergovernativo, i radar ucraini cesseranno di fornire alla Russia informazioni sui lanci di missili strategici nelle zone occidentali e sud-occidentali.
Il Generale dell'Esercito Nikolaj Pankov, segretario di stato e vice ministro della difesa russo, ha detto che una delle ragioni della decisione è stata l'intenzione di Kiev di entrare nella NATO.

Non si tratta però della ragione principale. Innanzitutto, l'Ucraina può entrare nel blocco atlantico solo dopo un referendum nazionale per conoscere il parere dell'opinione pubblica, che non sembra condividere le intenzioni del presidente, del primo ministro e del presidente del parlamento.

In secondo luogo, il Cremlino non può interrompere la propria collaborazione con l'Ucraina nel sistema di avvistamento a distanza, presumibilmente perché l'Ucraina vuole entrare nella NATO, e allo stesso tempo invocare relazioni reciprocamente vantaggiose nella sfera missilistica.

La sessione parlamentare del 25 gennaio, che ha approvato la cessazione dell'accordo con l'Ucraina, ha deciso anche di prolungare l'accordo con Kiev nel campo dell'assistenza per i più grandi missili strategici russi, l'R-36M (classificazione NATO SS-18 Satan) e l'R-36M2 (Voevoda).

Il Satan, che è in grado di portare 10 testate nucleari, è stato progettato nel laboratorio Južnoe di Dnepropetrovsk, nell'Ucraina centro-meridionale. In base al trattato di Lisbona del 1992 tra Russia, Ucraina, Bielorussia, Kazakistan e Stati Uniti, l'Ucraina non può produrre questi missili o avere altri tipi di armi strategiche.

Per questo motivo ha parzialmente demolito i bombardieri strategici Tu-160 Blackjack e Tu-95MS Bear e ha consegnato il resto alla Russia per l'appianamento del debito.

L'impianto di Dnepropetrovsk, dove in epoca sovietica era costruito il Voevoda, adesso produce autobus, ma i suoi progettisti forniscono ancora assistenza di routine e servizi di riparazione per i Satan, quando e se necessario, in base all'accordo prorogato dal parlamento russo. La Russia ha ora solo 75 missili di questo tipo, ma essi costituiscono il nocciolo della sua forza di deterrenza strategica.

La decisione di interrompere la cooperazione sull'avvistamento a distanza con l'Ucraina è stata presa per ragioni pragmatiche. Il Generale Vladimir Popovkin, comandante delle forze spaziali russe, ha detto che i radar ucraini, per le cui informazioni la Russia paga 1,3 milioni di dollari l'anno, nel 2005 sono usciti dal periodo di garanzia e la loro modernizzazione costerebbe almeno 20 milioni. Ne vale la pena?

Diversamente dai radar in Azerbaijan, Bielorussia e Kazakistan, i sistemi ucraini non sono operati da personale militare russo. Sia le qualifiche del personale civile ucraino sia i dati forniti alla Russia sono dubbi.

Il radar di Sebastopoli rappresenta il problema maggiore perché le stazioni radio non autorizzate di imbarcazioni che svolgono attività di pesca nel Mar Nero usano le stesse frequenze. E se non per le informazioni dai satelliti che sorvegliano la regione, i dati di quella stazione potrebbero essere interpretati per indicare l'arrivo di un missile strategico diretto verso la Russia. Le forze spaziali russe devono ricontrollare le informazioni di quel radar perdendo tempo e denaro, e questo aspetto diventa fondamentale quando si tratta di organizzare una risposta rapida in caso di attacco reale.

La Russia cesserà di usare i radar ucraini anche perché adesso possiede un radar che fornisce lo stesso tipo di informazioni, ma migliore. Lo scorso anno a Lechtusi, nei pressi di San Pietroburgo, è stato messo in prova il radar Voronež-MD, la cui manutenzione è più economica. I radar ucraini sono operati da 80 specialisti, mentre per il Voronež ne bastano 15.

Inoltre la portata delle stazioni ucraine è di 4000 km, mentre la portata effettiva del Voronež è di 6000 km.

Quando sarà messo in funzione un altro radar Voronež, attualmente in costruzione nei pressi di Armavir nella Russia meridionale, la Russia non avrà più bisogno dei radar ucraini. Il ministero degli esteri russo molto probabilmente notificherà all'Ucraina la cessazione dell'utilizzo dei radar di Mukačevo e Sebastopoli quando l'Armavir entrerà nella fase di collaudo.

Il Generale Popovkin ha detto che la Russia è destinata a interrompere l'uso dei radar in Bielorussia (il Volga a Ganceviči, vicino a Baranoviči), Azerbaijan (il Darjal a Gabala, nei pressi di Mingečaur) e in Kazakistan (il Dnepr, il Darjal-U e il Dnestr vicino al lago Balchaš), benché non nel 2008 o nel 2009.

Il radar di Gabala recentemente ha fatto parlare di sé. Innanzitutto è ormai al termine della sua vita operativa, e la Russia paga all'Azerbaijan 7 milioni di dollari l'anno per affittare la stazione operata da militari russi, le cui famiglie vivono in un insediamento vicino. Il radar di Armavir coprirà l'area operativa di Gabala, e così la Russia potrebbe cessare di usarlo.

Ma il Cremlino ha proposto al Pentagono di usare il radar di Gabala per monitorare i lanci missilistici nel Medio Oriente, in particolare dall'Iran, a condizione che Washington rinunci a posizionare elementi del sistema di difesa anti-missile in Europa Orientale.

Se Washington accettasse l'offerta, il radar di Gabala verrebbe modernizzato e la sua garanzia di assistenza prolungata.


Articolo originale pubblicato il 1° febbraio 2008

Traduzione di Manuela Vittorelli


*esperto militare di RIA Novosti