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Afghanistan, consiglio di guerra. Altre truppe italiane

di Enrico Piovesana - 07/02/2008

Il ministro Parisi in Lituania per vertice Nato a porte chiuse
Il ministro della Difesa italiana, Arturo Parisi, è in partenza per Vilnius, in Lituania, dove giovedì e venerdì si tiene un vertice a porte chiuse dei responsabili della Difesa di tutti i Paesi membri della Nato per discutere l’invio di nuove truppe da combattimento in Afghanistan, in vista dell’offensiva talebana di primavera. Ogni nazione dovrà mettere sul tavolo la sua risposta alla perentoria richiesta di rinforzi giunta due settimane fa dal Pentagono. Il ministro Parisi presenterà agli alleati il documento elaborato dal Comando operativo interforze (Coi) dello Stato maggiore della Difesa, che prevede l’invio di almeno altre due compagnie di fanteria (2-300 uomini) le quali, sommandosi ai 250 fanti già schierati, andranno a formare un ‘Battle Group’ per combattere contro i talebani.
 
Italiani in AfghanistanMonta la rabbia contro i Paesi ‘imboscati’. Analoghe offerte arriveranno anche da Polonia (400 soldati), Germania (200 soldati, ma nel tranquillo nord afgano), Francia (200 forze speciali) e Belgio (140 soldati e quattro caccia F-16). Gli Usa hanno già detto che invieranno altri 3.200 marines. Mentre la Spagna, per ora, pare orienatata a non inviare rinforzi. Rispetto alle richieste della Nato, mancano all’appello ancora quasi 4mila uomini.
Una situazione che sta facendo saltare i nervi agli Stati Uniti e agli altri Paesi che già hanno truppe da combattimento operative nel sud – Canada, Gran Bretagna, Olanda e Polonia – e che non tollerano più la non-belligeranza degli alleati ‘imboscati’. Mercoledì il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, è tornata a sollecitare gli alleati riluttanti della Nato a “condividere il carico dei combattimenti in Afghanistan”, sottolineando che “soltanto un esiguo numero di nazioni dell'Alleanza atlantica ha truppe nelle aree più pericolose del Paese”. Simili appelli sono giunti martedì da parte del ministro della Difesa australiano, Joel Fitzgibbon, dal ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, e dal premier canadese, Stephen Harper, il quale ha addirittura minacciato di ritirare le proprie truppe se gli altri alleati non invieranno rinforzi.
 
Parisi con Robert GatesConsiglio di guerra a porte chiuse. Visto il surriscaldarsi dei toni e le crescenti tensioni tra gli alleati, i vertici Nato, preoccupati per l’immagine pubblica dell’Alleanza atlantica e per le ricadute di queste polemiche sulle opinioni pubbliche nazionali, hanno chiesto maggiore discrezione ai governi alleati.
Anonime fonti Nato citate dalle agenzie hanno espresso fastidio per il fatto che “sia finita sui giornali” la dura lettera con cui il segretario alla Difesa Usa, Robert Gates, chiedeva rinforzi agli alleati europei.
Il segretario generale della Nato, Jaap de Hoop Scheffer, ha chiesto a tutti gli alleati di evitare dichiarazioni pubbliche polemiche sulla faccenda afgana e ha auspicato che a Vilnius “la discussione sui rinforzi torni a svolgersi a porte chiuse”.
Come se la guerra fosse un affare privato dei politici e dei generali, un affare del quale i cittadini è meglio che sappiano il meno possibile.