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Fare branco

di Marco Cedolin - 08/02/2008

       

 

Pubblichiamo una riflessione sul tema della collaborazione fra forze anti-sistema (o semplicemente vicine nell'opposizione alla partitocrazia) inviataci dallo scrittore Marco Cedolin.

Divide et impera

L’unica vera novità di questi ultimi anni dal punto di vista politico e sociale è costituita dalla ritrovata capacità dei cittadini di aggregarsi ed organizzarsi in maniera trasversale, facendo cadere in questo modo molte barriere precostituite ed iniziando ad intaccare l’egemonia culturale dei partiti politici che da sempre lavorano per acuire le differenze ed ottenere un popolo diviso che risulti assolutamente inoffensivo e ben disposto a subire con supina accettazione qualunque decisione “il partito” proponga come giusta ed inoppugnabile.
L’acquisizione di nuove conoscenze ed il maturare di altrettanto nuove consapevolezze hanno prodotto la nascita di movimenti e comitati di cittadini (i movimenti No Tav e No Dal Molin sono gli esempi più eclatanti, ma in Italia ormai si contano a centinaia) politicamente trasversali che portano avanti in maniera autonoma lotte localistiche anche di ampio respiro, sottraendosi al controllo dei partiti e guardando con attenzione sempre crescente alle prospettive di nuovi modelli politici e sociali quali la democrazia diretta e la decrescita.
Contemporaneamente a queste realtà di lotta sul territorio, alcuni movimenti culturali, politici e di pensiero, quando non semplicemente singoli personaggi (scrittori, filosofi, giornalisti) hanno intrapreso strade per molti versi parallele arrivando a concepire modelli politici, sociali e culturali antitetici a quello attuale e totalmente estranei alle logiche di etichette anacronistiche e stantie quali destra/sinistra che da ormai 60 anni ingabbiano la sensibilità del popolo italiano per ingrassare a dismisura le “casse” dei partiti politici.
I Meet Up di Beppe Grillo balzati all’onore delle cronache dopo il V-day dell’8 settembre, il Movimento per la decrescita felice di Maurizio Pallante, Movimento Zero di Massimo Fini, Repubblica dei cittadini di Elio Veltri ed Oliviero Beha, ma anche Megachip di Giulietto Chiesa ed il lavoro di giornalisti che a vario titolo ed in varia misura si pongono fuori dalle pieghe del sistema come Marco Travaglio, sono tutte realtà che propongono qualcosa di nuovo contrapponendosi in tutto o in parte al modello sociale, culturale, politico ed economico dominante.
Sono in molti ormai a domandarsi se questi soggetti saranno in grado d’incidere sulla realtà del nostro Paese o semplicemente si tratta di fuochi fatui destinati a restare elementi marginali che finiranno per dissolversi minati dalla loro stessa marginalità. Nessuno per ovvie ragioni è in grado di dare oggi questa risposta, ma appare evidente che molto dipenderà dalla capacità degli stessi d’interagire fra loro, trovando dei minimi comuni denominatori che consentano di percorrere insieme dei tratti di strada, condividere alcune battaglie, fare delle differenze un valore aggiunto da vivere nel libero confronto e non dei muri all’interno dei quali isolarsi.
Se tutte o parte di queste realtà sapranno fare emergere le consonanze di pensiero e prospettiva che indubbiamente esistono fra molti di loro, probabilmente fra qualche anno potremo raccontare che veramente è nato qualcosa di nuovo, in caso contrario una volta di più avrà vinto la logica del “dividi et impera” tanto cara ai partiti politici sempre pronti a fagocitare ogni novità.