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Osteoporosi: prevenire con l'alimentazione naturale

di Catia Trevisani - 08/02/2008


 Ogni anno solo in Italia sono 70 mila le fratture dovute all’osteoporosi, la malattia che dopo la menopausa colpisce 
una donna su quattro, eppure la scienza medica non ha ancora trovato le cause di questa diffusa patologia

L’unico metodo per combatterla è un’efficace prevenzione e in questo l’alimentazione naturale può svolgere un ruolo di primo piano.

Ogni anno solo in Italia si contano più di 70 mila fratture dovute all’osteoporosi, la malattia che dopo la menopausa colpisce una donna su quattro, interessa il 30% dei posti letto negli ospedali italiani e fa spendere ogni anno allo stato (solo per spese ospedaliere) ben 100 miliardi di Lire. L’aspetto più preoccupante di questa patologia è che si tratta di una malattia in espansione, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che nel 2050, a livello mondiale, le fratture del femore per osteoporosi passeranno dall’attuale milione e mezzo all’anno a ben 6 milioni. Da qui l’importanza di un’efficace prevenzione basata su due capisaldi: l’attività fisica (il moto stimola la formazione della massa ossea) e l’alimentazione (una dieta ricca di calcio).
Sempre l’Oms raccomanda l’assunzione di almeno 800-1.500 mg al giorno di calcio. Ma quali sono i cibi e qual è la dieta che assicura il miglior apporto di calcio? Viene subito da pensare al latte e ai formaggi, in realtà non è così.
Ma prima ancora di smascherare quelli che sono i più diffusi luoghi comuni sul calcio e la sua assunzione attraverso i cibi, è necessario fare un passo indietro per capire meglio l’origine e le cause dell’osteoporosi e il modo più efficace con cui si può prevenire.

La causa è ancora ignota

L’osteoporosi è la più frequente delle malattie metaboliche delle ossa. Per la medicina allopatica la causa è ancora sconosciuta. Concretamente si tratta di una riduzione della massa e della densità dell’osso. In altre parole, si registra una rarefazione della trama, l’osso colpito si presenta rarefatto, bucherellato, e contemporaneamente vi è una riduzione del numero e dello spessore delle trabecole dell’osso spugnoso.
La conseguenza diretta di questo stato di cose sono le fratture: le ossa più colpite sono le vertebre e il collo del femore. Sicuramente un ruolo importante svolge la predisposizione ereditaria, ma vi sono poi forme secondarie di osteoporosi dovute ai farmaci (corticosteroidi, come il cortisone e altri simili) e a specifiche patologie e disfunzioni (ipertiroidismo, diabete, insufficienza gonadica). Le manifestazioni più rilevanti sono di solito a livello della colonna e della pelvi, il sintomo più frequente è un dolore alla schiena con irradiazione al territorio di distribuzione della radice nervosa interessata, dovuto al collasso di un corpo vertebrale; quindi dolori al dorso e deformità della colonna.

Non è solo colpa del calcio

Per molti anni l’osteoporosi è stata legata alla semplice carenza di calcio e all’incapacità di fissare questo minerale nelle ossa. Le terapie convenzionali erano quindi basate principalmente sulla supplementazione di calcio, su un’alimentazione ricca di latticini e sull’assunzione di calcitonina, ormone che stimola la fissazione del calcio sulle ossa.
Dopo molti anni, alla luce di nuove ricerche e dei discutibili risultati registrati con la somministrazione di calcitonina, si è cominciato a considerare che l’insufficienza ormonale, più precisamente di estrogeni, sia la reale causa dell’insorgenza dell’osteoporosi; per cui oggi alla quasi totalità delle donne in menopausa viene consigliata una terapia a base di estrogeni, perlopiù sotto forma di cerotti.
Ma a questo proposito è necessario fare delle considerazioni:
- Le donne asiatiche soffrono minimamente di osteoporosi nonostante la menopausa - I medicinali per la menopausa tendono semplicemente a frenare e rimandare la comparsa dei segni e dei sintomi
- Le donne che soffrono maggiormente di osteoporosi presentavano i “fattori a rischio” già da giovani.

Esercizio fisico

Che fare, allora? Innanzitutto è molto importante l’esercizio fisico. Praticare ginnastica in forma dolce è molto utile, poiché l’esercizio è fondamentale per stimolare la fissazione del calcio nelle ossa. E’ stato dimostrato che donne in menopausa hanno beneficiato di un aumento di densità ossea delle vertebre lombari pari al 5,2% in seguito a 9 mesi di ginnastica che consisteva di esercizi della durata di 50-60 minuti per tre volte alla settimana.
Gli esercizi più efficaci per prevenire l’osteoporosi sono quelli che prevedono il “trasporto del proprio peso”. Quindi sono molto utili le passeggiate, lo jogging, l’aerobica, il ballo; mentre non danno il risultato sperato il nuoto e gli esercizi da seduti e da sdraiati. La forza di gravità è un importante stimolo per l’osso, pensiamo agli astronauti che soffrono di osteoporosi al ritorno dai lunghi viaggi in assenza di gravità. Per quanto riguarda il ruolo del calcio è interessante osservare che nell’osteoporosi quasi sempre i livelli di calcio nel sangue (calcemia) sono normali, quindi compresi tra i 9 e i 10 mg/dl.

L’organismo funziona sempre in base a delle priorità, una di queste è il calcio ematico circolante (contenuto nel sangue) che è indispensabile per l’attività del muscolo, quindi anche del cuore, per la coagulazione del sangue ed altre funzioni vitali. Non è dunque il calcio presente in questa forma che può essere idoneo a rifornire la matrice ossea, pertanto consumare il calcio derivante dal latte vaccino e dai suoi derivati non risolve il problema, anzi in alcuni casi può addirittura peggiorare la situazione. Questo perché un’altra fondamentale priorità del nostro organismo è il mantenimento del pH del sangue a livelli leggermente alcalini.

Il pH ideale è compreso tra 7.39 e 7.41, i limiti estremi sono compresi tra 7.1 e 7.8 superando i quali, con un eccesso di acidità o di alcalinità, compaiono sintomi seri, pertanto esistono dei meccanismi di compensazione che hanno la funzione di mantenere il pH a livelli adeguati. L’alimentazione moderna comprende cibi raffinati e molto proteici che lasciano molti residui acidi che il corpo si trova costretto a neutralizzare in vario modo. In primo luogo, l’eccesso di acidi viene compensato dal sodio il cui serbatoio naturale è il muscolo; in seconda istanza viene consumato il fosforo, e se l’acidosi persiste l’ultimo baluardo della riserva alcalina è proprio il calcio che viene mobilizzato dall’osso. Per questo motivo un eccesso di latte vaccino e derivati, in quanto acidificanti, può sottrarre calcio dalla matrice ossea per ristabilire un pH normale all’interno dell’organismo. Se anche il calcio non basta, per ridurre l’eccesso di acidità l’organismo libera ammonio dai reni, si tratta però di una soluzione, che crea più danni che benefici, in quanto l’ammonio si diffonde principalmente nelle strutture adipose e va a legarsi ai ricettori destinati ad accogliere il GH, un ormone molto importante che svolge una preziosa funzione contro l’invecchiamento.

Sì, a verdure e cereali integrali

In questo modo, minerali preziosi vengono sottratti all’organismo per tamponare errori alimentari, il GH non può svolgere la sua importante funzione anti-invecchiamento, i cicli metabolici vanno in esaurimento e questo apre le porte non solo all’osteoporosi, ma anche alle più diverse malattie.

I semi in cucina

Sesamo - Da sempre utilizzati in Sicilia, l’unica regione italiana dove vengono ancor oggi coltivati, per aromatizzare e guarnire il pane, i semi di sesamo, sono forse i meno conosciuti tra i semi oleosi. In alimentazione naturale, vengono utilizzati sia interi, leggermente tostati, per guarnire le pietanze, sia finemente macinati e mescolati con il sale (gomasio) come condimento.
Il sesamo è caratterizzato da un elevato contenuto di proteine (18,7%), grassi (53,5%) e carboidrati (15,6%), elementi che conferiscono a questo seme un potere calorico di tutto rispetto (595 kcal). Anche la dotazione di sali minerali risulta superiore alla media degli altri semi oleosi, grazie al contenuto record di calcio (815 mg), fosforo (477 mg), magnesio (815 mg) e ferro (20,1 mg). Assai interessante appare anche la dotazione di vitamina B1 (0,92 mg), B2 (0,47 mg) e PP (6,9 mg). Unico inconveniente di questo prezioso seme oleoso è la presenza di sesamolo, una sostanza potenzialmente cancerogena che si forma durante il processo di tostatura. Per ridurre al minimo la sua presenza è però sufficiente effettuate una tostatura assai leggera, in modo da evitare la formazione di sostanze tossiche.

Girasole - Insieme alle mandorle, i semi di girasole costituiscono il frutto oleoso dotato di minore potere calorico (557 kcal), grazie al bassissimo tenore di grassi (45,6 %), inferiore a quello di qualsiasi altro seme oleoso. Elevato risulta invece il contenuto di proteine (20-28%) e di carboidrati (23,5%). Ciò che distingue i semi di girasole da altri alimenti dello stesso gruppo è il ricchissimo patrimonio vitaminico, uno dei più elevati del mondo vegetale. In particolare nei semi di girasole troviamo la rarissima vitamina B12 (4 mcg), pressoché assente negli altri alimenti di origine vegetale, e un contenuto record di vitamina B1 (1,36-2,2 mg), il più elevato in assoluto tra tutti gli alimenti. Buoni anche i valori di vitamina A (40 mcg), D (22 mcg), E (31 mg) e PP (3,3 mg). I semi di girasole si distinguono anche per il ricco tenore di sali minerali inferiore solo a quello del sesamo. Numerose ricerche hanno evidenziato nei semi di girasole una cospicua presenza di acido clorogenico, in grado di inibire l’attività della tripsina e dell’arginasi e quindi l’assimilazione delle proteine e delle vitamine, ma come altri inibitori degli enzimi digestivi, l’acido clorogenico svolge anche una preziosa azione di protezione dell’organismo sia come antibatterico e antinfettivo, sia come agente antitumorale e antimutageno.

Zucca - Una segnalazione meritano anche i semi di zucca, da sempre considerati tra i semi oleosi i “parenti poveri” del gruppo. Eppure si tratta di alimenti dotati di un contenuto di proteine (18,7%), carboidrati (24 %) e grassi (50,5 %) di tutto riguardo.
Elevato risulta anche il contenuto di sali minerali tra cui spicca il ferro (8,9 mg), lo zinco e il fosforo. In particolare, i semi di zucca decorticati, risultano ricchi di cucurbitina che oltre a svolgere un’efficace azione vermifuga, specialmente nei confronti della tenia, secondo alcuni ricercatori (Pedretti, Debuigne) svolgerebbe un’utile azione anticancerosa nei confronti dell’ipertrofia della prostata.

CONTENUTO DI CALCIO NEI CIBI
Alimenti mg di calcio per ogni 100 g di prodotto

Semi di sesamo               1160
Kelp (alghe marine)         1093
Formaggio svizzero                950
Lievito (quantità moderate)   424
Sardine, con le lische             358
Carruba                                 352
Latte di soia             330
Semi di lino               271
Prezzemolo              260
Mandorle                  245
Fichi secchi                240
Germogli si soia        226
Foglie di tarassaco   187
Ceci                          150
Yogurt                       147
Cipolle                      136
Bianchi d’uovo          131
Pistacchi                   131
Latte di capra                      129
Tofu (formaggio di soia)      128
Broccoli                               123
Semi di girasole                  121
Latte di mucca intero          120
Farine integrali                   105
Fagiolame, fagiolini (circa)   102
Spinaci bolliti                         92
Ostriche                                8

Alimenti Si                        
Cereali integrali (in part. miglio)
Semi (in part. sesamo)     
Verdure (a foglie e a radice)   
Legumi (in part. soia)    
Vitamina C (in forma naturale)
The bancha
Germogli (in part. alfa alfa)     
Prugne umeboshi
Limone
Alghe

Alimenti No

Formaggi
Latte e latticini
Pomodoro e patate
Proteine animali (in part. carne)
Vitamina C di sintesi
Caffè, vino e alcolici in genere
Zuccheri raffinati

(Tratto da AAM Terra Nuova, dicembre 2000)

AAM Terra Nuova ha pubblicato il libro della dott.ssa Catia Trevisani "Curarsi con il cibo - Prevenire e curare i disturbi più comuni con l'alimentazione".

Il principale intento del libro è quello di stimolare la consapevolezza del "potere del cibo" e del ruolo fondamentale che una corretta alimentazione può svolgere per la salute.
Nel volume sono illustrati i sintomi e la genesi delle più comuni malattie e il modo in cui, attraverso l'alimentazione, è possibile intervenire per prevenire o contrastare il decorso di ogni specifica patologia. Infine vengono indicati, caso per caso, i cibi che è bene evitare e quelli che invece è consigliabile assumere per difendere e rafforzare la nostra salute.

Catia Trevisani è medico chirurgo dal 1988, da vent'anni pratica come medico naturopata e promuove la medicina olistica attraverso conferenze, corsi e pubblicazioni.
Nel 1996 ha fondato la Scuola Italiana di Medicina Olistica (SIMO) e da diversi anni cura per il mensile AAM Terra Nuova le pagine dedicate ad "Alimentazione e Salute".