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Palestina, i nuovi muri di Israele

di Carlo M. Miele - 08/02/2008





Il modello è quello della “barriera di sicurezza” costruita in Cisgiordania e contestata a lungo da palestinesi e organizzazione internazionali. Per impedire l’infiltrazione di miliziani palestinesi sul suo territorio il governo di Tel Aviv ha intenzione di ripetere l’esperimento e realizzare un nuovo muro lungo il proprio confine con l’Egitto.

La notizia è stata rivelata alle agenzie internazionali da un alto funzionario israeliano, che ha voluto mantenere l’anonimato, ed è stata rilanciata successivamente dalla radio dell’esercito.

Secondo la fonte, che riporta l’esito di una riunione del gabinetto di sicurezza cui hanno partecipato il primo ministro, Ehoud Olmert, il ministro della Difesa, Ehoud Barak, e quella degli Esteri, Tzipi Livni, "Israele avvierà la costruzione di due sezioni della barriera" lungo la frontiera con l'Egitto.

A dettare la decisione sarebbero stati gli sviluppi delle ultime settimane, e in particolar modo l’apertura forzata della frontiera tra Gaza e l’Egitto, compiuta a colpi di esplosivo, cui ha fatto seguito un afflusso massiccio di palestinesi della Striscia, stremati dall’embargo israeliano.

La frontiera è stata richiusa all’inizio della settimana, dopo 11 giorni, ma secondo Tel Aviv alcuni miliziani palestinesi avrebbero fatto in tempo a insediarsi nel Sinai egiziano allo scopo di infiltrarsi successivamente in territorio israeliano.

Secondo la fonte del governo israeliano, la prima sezione della barriera rafforzata sarà realizzata nei pressi del porto di Eilat, sul mar Rosso, e successivamente nella zona di Nitzana, a sudest di Gaza.

Non è ancora chiaro se la nuova barriera sarà identica a quella realizzata in Cisgiordania o se si tratterà di una struttura "leggera". Nel primo caso – ha stimato il quotidiano Yediot Aharonot – il costo della barriera, estesa lungo 250 chilometri, si aggirerà sugli 1,37 miliardi di dollari. Ben più bassa (411 milioni di dollari) sarà la spesa qualora si propenderà per una chiusura di filo spinato.

Controllo rafforzato su Rafah

Il governo israeliano starebbe progettando anche di rafforzare il controllo sul confine tra la striscia di Gaza e l’Egitto, dove si trovano decine di tunnel, che verrebbero utilizzati per introdurre illegalmente armi in territorio palestinese.

Allo scopo di “impedire il contrabbando di armi e gli attacchi terroristici contro Israele” - ha scritto il quotidiano israeliano The Jerusalem Post citando finti della Difesa - appare sempre più probabile “che alle forze di sicurezza israeliane venga ordinato di riprendere il Corridoio di Philadelphia”, ovvero la zona di confine tra Gaza e il Sinai”.
 
Secondo la stessa fonte, il piano dell’esercito – che una volta pronto dovrà essere sottoposto alle autorità politiche per ottenere il via libera – potrebbe essere attuato anche in tempi rapidi qualora i guerriglieri palestinesi dovessero iniziare a utilizzare armi più sofisticate degli attuali razzi qassam per colpire Israele.

Un timore concreto a detta del capo dello Shin Bet, Yuval Diskin, secondo cui Hamas avrebbe approfittato della recente apertura del confine con l’Egitto per far entrare a Gaza grandi quantità di razzi anti-carro e anti-aereo, e missili a lungo raggio.

L’Egitto non tollererà altre violazioni della frontiera

A dirsi preoccupato per la recente apertura forzata dell’attraversamento frontaliero di Rafah è anche l’Egitto.

In un’intervista concessa alla televisione di Stato il ministro degli Esteri del Cairo, Ahmed Aboul Gheit, ha annunciato che d’ora in poi “a chiunque violerà la frontiera saranno spezzate la gambe".

Nel corso delle ultime settimane l’Egitto ha tollerato l’ingresso incontrollato di centinaia di migliaia di palestinesi unicamente per ragioni umanitarie, ha detto Aboul Gheit, che ha anche accusato Israele di essere responsabile della attuale situazione nella Striscia, avendo risposto al lancio di razzi sul suo territorio con una “punizione collettiva” per la popolazione palestinese.

Nella stessa intervista il ministro egiziana ha attaccato anche Hamas, che "dopo essersi impadronita della striscia di Gaza (nel giugno scorso, ndr) ha deciso di opporsi a Israele”, ma l’ha fatto in maniera “caricaturale e ridicola”, avendo il solo effetto di “danneggiare sé stessa”.