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OGM in Agricoltura. Facciamo chiarezza

di Giovanni Monastra* - 09/02/2008

Fonte: inran

RISPOSTA DEL DOTT. GIOVANNI MONASTRA, COORDINATORE DEL PROGETTO “OGM IN AGRICOLTURA”, ALLA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA MAIS GM/FUMONISINE PRESENTATA DAL SAGRI SUL PROPRIO SITO (www.salmone.org)

Gli interessati possono accedere agli allegati richiamati nel seguente testo andando sul sito dell’INRAN (www.inran.it).
 

Il sottoscritto ritiene che il SAgRi abbia ricostruito in buona fede la vicenda INRAN/maisBt/fumonisine, basandosi sulle informazioni fornite dal Prof. Tommaso Maggiore, Sovrintendente dell’Azienda Agraria Didattico Sperimentale “Angelo Menozzi” dell’Università degli Studi di Milano, sita a Landriano (PV), dove si è svolta la prova sperimentale in campo aperto con il mais Bt, coordinata dall’INRAN nell’ambito del Progetto “OGM in Agricoltura”.


Ciò premesso, però, bisogna rilevare che la ricostruzione degli eventi, presentata dal SAgRi, è sotto vari aspetti del tutto infondata. Nel suo complesso essa lede l’immagine dei ricercatori dell’INRAN coinvolti nel Progetto “OGM in Agricoltura”, di cui si mette in dubbio la correttezza o, quanto meno, la serietà scientifica. Tutto ciò ha assunto la forma di una condanna emessa senza verificare l’attendibilità delle prove.


E’ quindi doveroso da parte nostra esporre e documentare tutti i fatti avvenuti per fornire un quadro aderente alla realtà. Prima di stendere la presente risposta si è proceduto a una serie di verifiche e a una approfondita analisi di tutta la documentazione, attività che hanno richiesto un congruo periodo di tempo.


In primo luogo è bene fornire alcune brevi informazioni sulla sperimentazione condotta all’interno del Progetto “OGM in Agricoltura”. Questa è stata eseguita in un campo di quattro ettari di superficie nel quale sono stati creati quattro parcelloni adiacenti di 3600 m2 ciascuno: due sono stati coltivati con mais Bt (MON810) e due con il rispettivo isogenico convenzionale di controllo. Sono stati testati due ibridi a diversa velocità di maturazione: una varietà a velocità di maturazione medio-precoce (classe 400), definita con le sigle Elgina (GM) e Costanza (suo isogenico convenzionale) e una varietà medio-tardiva (classe 600), definita con le sigle P67 (GM) e P66 (suo isogenico convenzionale). Ovviamente i quattro parcelloni di mais sono stati coltivati con le stesse pratiche agricole. Non è stato effettuato alcun trattamento anti-piralide.

Va precisato che è stato impossibile usare OGM ancora in fase sperimentale in quanto la normativa non permetteva la semina in campo aperto di eventi privi di autorizzazione.


Si riportano qui di seguito alcuni passaggi della ricostruzione del SAgRi con le relative risposte.


Testo del SAgRi:


“Vale la pena, dunque, di ricostruire gli avvenimenti, nella speranza che questo possa servire finalmente a fare chiarezza e a rilanciare il confronto su nuove basi, dopo aver rimediato agli errori del passato e avviato i cambiamenti necessari affinché non si ripetano più in futuro.

Non è credibile che l’INRAN fino al 13 novembre sia rimasta all’oscuro dei dati sulle fumonisine ottenuti sui campioni di mais Bt e mais convenzionale della sperimentazione di Landriano. All’inizio del 2006, infatti, il Prof. Maggiore conclude la relazione sulla parte agronomica della sperimentazione in campo (vedi allegato1) sul mais Bt e sul suo isogenico non modificato e la spedisce (per email e per posta).

Nella relazione si menziona che le analisi sulle fumonisine sono in corso. Nella relazione (a pag.2, secondo paragrafo) si legge: “Sono in corso ancora le analisi della granella sulle micotossine e quelle sugli insilati”. Il giorno 23 febbraio del 2006 il Prof. Maggiore invia per posta elettronica i dati a Roma all’INRAN all’attenzione del dott. Pastore. Il messaggio consiste in una lettera d’accompagnamento (vedi lettera) e in un secondo file (vedi) con i dati delle fumonisine”.



Risposta del Coordinatore del Progetto “OGM in Agricoltura”


La lettera del 23 febbraio e l’allegata tabella, a cui si fa riferimento nel sito del SAgRi, non sono mai state ricevute dall’INRAN. Lo si afferma con sicurezza avendo eseguito un accurato controllo sui documenti arrivati in Istituto. Sorge il forte sospetto che questa “lettera” sia stata rielaborata rispetto al documento ufficiale pervenuto al nostro Istituto, facendo poca attenzione ad importanti dettagli. In primo luogo perchè nel sito del SAgRi essa appare scritta su un foglio comune e non come lettera in formato elettronico, come dovrebbe essere secondo quanto viene dichiarato nella ricostruzione sopra riportata. In secondo luogo – cosa molto più importante – perché la data di tale lettera è in contrasto con quella del documento in possesso dell’INRAN, l’unico inviato realmente e in modo dimostrabile (tramite e-mail) dal Prof. Maggiore (vedi allegato 1). Infatti in tale documento, datato 27 febbraio 2006, egli, scusandosi per “il ritardo con il quale ormai mi contraddistinguo”, fa riferimento alla relazione allegata (vedi allegato 2) e avverte che mancano le analisi sulle fumonisine (per altro non di sua competenza, ma di quella dell’Istituto Superiore di Sanità). Quindi la lettera del 23 febbraio, esibita nel sito del SAgRi, non è una prova. Va precisato, tra l’altro, che tutti i dati agronomici contenuti nella comunicazione realmente ricevuta dall’INRAN il 27 febbraio sono stati presentati dal dott. Gianni Pastore, citando il Prof. Maggiore, in occasione del convegno “Ricerche sugli OGM in Agricoltura” del 7 marzo 2006. Pertanto nulla è stato nascosto.

Invece, secondo la ricostruzione del SAgRi, in una e-mail del 23 febbraio 2006 (cioè di quattro giorni anteriore a quella da noi effettivamente ricevuta), il Prof. Maggiore ci avrebbe inviato il file con i dati delle fumonisine. La contraddizione è palese in quanto nella lettera del 27 febbraio, in nostro possesso, egli dice il contrario di quanto afferma di avere scritto in quella del 23 febbraio, per altro del tutto fantomatica. E’ facilmente dimostrabile (sul server INRAN e sul computer del ricevente dott. Pastore) che al nostro Istituto è stata recapitata una sola relazione con lettera di accompagnamento del Prof. Maggiore, in data 27 febbraio 2006 (l’unica documentazione a sua firma ricevuta dall’INRAN per il Progetto “OGM in Agricoltura”).

Risulta evidente la contraddizione delle date, dovuta a quella che sembra essere una maldestra ricostruzione a posteriori delle “prove”. Una maggiore attenzione sarebbe stata necessaria affinché questo vero e proprio falso potesse risultare credibile (evidentemente l’autore della “ricostruzione” non conosceva o, piuttosto, non ricordava l’esistenza di una lettera realmente inoltrata al nostro Istituto il 27 febbraio 2006). Inoltre, da una accurata analisi della nostra documentazione, per il periodo intercorso dal 27 febbraio 2006 ad oggi, non c’è traccia di una seconda lettera e/o di una seconda relazione del Prof. Maggiore.

L’INRAN può dimostrare quanto sopra affermato. Attendiamo di conoscere le prove del Prof. Maggiore a sostegno della sua versione e vorremmo sapere come egli pensa di poter spiegare la clamorosa contraddizione tra le sue due lettere: quella da lui fornita al SAgRi e quella in nostro possesso. E infine vorremmo conoscere i motivi per cui ha voluto screditare l’INRAN portando “prove” del tutto prive di fondamento.



Testo del SAgRi:


“I dati però non vengono diffusi dall’INRAN, tanto che la questione diventa il 6 giugno 2007 oggetto di un’interrogazione parlamentare (vedi interrogazione) e a luglio del 2007 viene sollevata sul Domenicale del Sole 24 ore (articolo1) e (articolo2). Ben prima del 13 novembre 2007, inoltre, i dati del Prof. Maggiore erano già stati pubblicizzati da un appello divulgato alla fine di giugno 2007 e tutt’ora disponibile sul sito della SIGA (qui)”


Risposta del Coordinatore del Progetto “OGM in Agricoltura”


A questa interrogazione è già stato esaurientemente risposto in data 18 ottobre 2007 (vedi allegato 3) da parte del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, che dispone di tutta la documentazione aggiornata relativa al Progetto “OGM in Agricoltura”, sia per quel che riguarda le relazioni scientifiche, sia per quel che riguarda le relazioni amministrativo-contabili. Ovviamente – come già detto - non essendo in nostro possesso dati sulle fumonisine del prof. Maggiore, nessuno può affermare che l’INRAN li abbia nascosti.


Testo del SAgRi:


“Non sta a noi stabilire chi e perché abbia deciso di non diffondere i dati e se ci siano stati problemi di comunicazione all’interno dell’INRAN, ma è evidente che qualcosa non ha funzionato e che, di conseguenza, l’opinione pubblica e i decisori politici non sono stati messi a conoscenza di risultati scientifici di interesse pubblico”


Risposta del Coordinatore del Progetto “OGM in Agricoltura”


L’INRAN, benché sia stato informato il 27/02/2006 che il Prof. Maggiore intendeva eseguire le analisi delle fumonisine”, ha saputo solo recentemente e in maniera indiretta dei risultati da lui ottenuti. D’altronde la loro “mancanza” non ha provocato una nostra richiesta specifica per ottenerli, semplicemente per il fatto che tale attività non era compresa nell’incarico affidato al prof. Maggiore, come si evince facilmente dal contratto, e dal relativo allegato tecnico (vedi allegato 4), stipulato tra l’INRAN e il suddetto professore, in qualità di Sovrintendente dell’Azienda Agraria Didattico Sperimentale “Angelo Menozzi” dell’Università degli Studi di Milano, dove si è svolta la prova sperimentale in campo aperto. Infatti il Prof. Maggiore, come da allegato tecnico, era espressamente incaricato solo di eseguire i seguenti rilievi specifici:

  • dati meteo e somme termiche;

  • stadi vegetativi e riproduttivi;

  • fioritura;

  • monitoraggio piralide attraverso trappole;

  • analisi sulle piante degli attacchi di piralide (conta di larve nelle piante e loro gallerie) su 50 piante per ogni parcella (taglio dello stocco, conta delle larve, misura delle gallerie);

  • umidità alla raccolta;

  • analisi bromatologiche della pianta intera (divisa in diverse parti: culmo al di sotto della spiga, foglie al di sotto della spiga, culmo al di sopra della spiga, foglie al di sopra della spiga, bratte, tutolo, granella).

Anche per questo solo motivo – l’assenza di qualsiasi incarico in riferimento alle fumonisine dato al Prof. Maggiore - l’INRAN in ogni caso non sarebbe stato tenuto a prendere in considerazione e a divulgare i suoi dati, non richiesti e non necessari, cosa che semmai competeva a lui. Né, d’altra parte, il Prof. Maggiore ha mai chiesto al nostro Istituto alcun permesso di pubblicare alcunché.

Gli aspetti inerenti la presenza di micotossine, su incarico dell’INRAN, sono stati curati dal gruppo di ricerca della Prof.ssa Marina Miraglia, Direttore del reparto “OGM e Xenobiotici di Origine Fungina” del Centro Nazionale per la qualità degli alimenti e per i rischi alimentari dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). I piani di campionamento sono stati da loro definiti, le analisi da loro eseguite. Li presentiamo integralmente per dissipare ogni dubbio o sospetto (vedi allegato 5). L’INRAN, quindi, ha avuto il semplice ruolo di coordinamento. Una analoga completezza di informazione sulle attività manca nelle tabelle dei dati forniti dal Prof. Maggiore al SAgRi.



Testo del SAgRi:


“Il coordinamento SAgRI è fermamente convinto che le fumonisine rappresentino un’emergenza per la maiscoltura italiana. Per questo lo scorso 13 novembre abbiamo organizzato una conferenza stampa per rilanciare i dati del Prof. Maggiore, mettendoli in continuità con quelli del Prof. Amedeo Pietri, dell’Università Cattolica di Piacenza, che mostrano come il problema riguardi anche alcuni prodotti in vendita al dettaglio (vedi i dati). Lo stesso giorno appare un primo comunicato stampa dell’INRAN (vedi comunicato) in cui si nega di aver occultato dei dati mai ricevuti o commissionati e si afferma che analisi autonome dell’Istituto sulle fumonisine mostravano come lo scostamento tra mais Bt e tradizionale fosse solo del 20%. Questa differenza sale, nel giro di soli due giorni, all’81% in un comunicato stampa dell’INRAN del 15 novembre (vedi comunicato2) con dei valori relativi di 1350 ppb per il mais Bt e 2450 ppb per il mais tradizionale”.



Risposta del Coordinatore del Progetto “OGM in Agricoltura”


Nel primo comunicato (vedi allegato 6) il Presidente dell’INRAN, Prof. Carlo Cannella, indicava che, nel caso più elevato, la presenza di fumonisine nel mais convenzionale del campo sperimentale dell’INRAN era del 20% superiore agli allora limiti di legge (il contenuto di fumonisine, infatti, era di 2450 ppb contro il limite massimo, allora fissato, di 2000 ppb e attualmente elevato a 4000 ppb).

Nel secondo comunicato dell’INRAN, quello del 15 novembre (vedi allegato 7), sono riportati i dati in valore assoluto ed esprimono la differenza rilevata nel contenuto di fumonisine, che è superiore dell’81% nel mais convenzionale rispetto a quello Bt della stessa classe. Il confronto è stato fatto limitatamente ai valori più elevati, che potevano dare luogo a polemiche (gli altri due valori, non citati finora, risultano addirittura più bassi, e nel caso del mais convenzionale inferiori anche ai limiti vigenti in precedenza, cioè 2000 ppb, il che rende ancora più debole ogni polemica contro l’INRAN e i suoi ricercatori).


Così continua di seguito il testo del SAgRi:


“E’ interessante notare che questi risultati alternativi, ottenuti dall’Istituto Superiore di Sanità, sono stati comunicati solo in seguito alla conferenza stampa di SagRI. E in ogni caso non possono essere utilizzati per sostenere che l’emergenza non esista”.


Risposta del Coordinatore del Progetto “OGM in Agricoltura”


I dati rilevati dal reparto “OGM e Xenobiotici di Origine Fungina” diretto dalla Prof.ssa Miraglia sono tutt’altro che segreti. Infatti da tempo sono stati inseriti pure nel progetto europeo “Safe Food”, nell’ambito del quale verranno pubblicati, insieme ad altri provenienti da una serie di ricerche che includono campi sperimentali realizzati in alcuni Paesi europei. Inoltre, a differenza di quanto affermato dal SAgRi, sono stati pure comunicati in sede di dibattito durante il convegno “Ricerche sugli OGM in Agricoltura” del 7 marzo 2006. Da parte nostra i dati ottenuti dal gruppo della Prof.ssa Miraglia non sono stati “utilizzati” per sostenere alcunché in relazione alla situazione del mais coltivato in Italia a scopo commerciale. Infatti, essendo provenienti da un campo sperimentale vanno presi con la dovuta cautela, qualunque siano i loro valori. Ad esempio, va evidenziato che il mais convenzionale della nostra sperimentazione non aveva ricevuto alcun trattamento anti-piralide (come è noto, le larve di questo insetto favoriscono l’insediamento dei funghi produttori di fumonisine) e quindi, per ovvi motivi, non è rappresentativo della situazione di tutti i campi di mais commerciale in Italia. Rimane il fatto che, in sé, non sono dati allarmanti.


Così continua di seguito il testo del SAgRi:


“I valori ottenuto dal Prof. Maggiore per il mais tradizionale (intorno a 6000 ppb), infatti, sono perfettamente in linea col contenuto medio di fumonisine del mais italiano nell’anno 2005 secondo i dati Aires (vedi i dati), abbondantemente al di sopra della soglia limite fissata dalla normativa europea. In questo caso il valore di 2450 appare davvero troppo basso visti i valori medi dell’annata”.


Risposta del Coordinatore del Progetto “OGM in Agricoltura”


Prendiamo atto dell’opinione espressa, ricordando che il piano di campionamento è stato elaborato e le analisi sono state eseguite dal reparto “OGM e Xenobiotici di Origine Fungina” del Centro Nazionale per la qualità degli alimenti e per i rischi alimentari dell’Istituto Superiore di Sanità, diretto dalla Prof. Marina Miraglia, che – a differenza del Prof. Maggiore – costituisce il riferimento ufficiale in questo settore.

 

Da quanto sopra esposto emerge che la ricostruzione degli eventi, offerta dal SAgRi, si dimostra non aderente ai fatti così come si sono svolti. Si spera che questo intervento possa aver chiarito la situazione, con la massima trasparenza, sgombrando il campo da polemiche e sospetti, che hanno ingiustamente leso l’immagine dell’INRAN.



*Dott. GIOVANNI MONASTRA

Coordinatore del Progetto

“OGM in Agricoltura”




Roma, 22/01/2008