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La stupidità umana, malattia incurabile

di Fabio Florindi - 09/02/2008


Una ricerca ripropone l'antico dilemma. E' così diffusa che Einstein la definì indefinita come l'Universo. Può colpire tutti, il genio e il tonto, Napoleone e Custer. Da Adamo ed Eva fino a Homer Simpson e Mister Bean.


E' antica quanto l'uomo ed è la forza più pericolosa del cosmo. Di cosa stiamo parlando? Ma della stupidità ovviamente. Tanti sono gli aforismi redatti su questa prerogativa umana di cui anche recentemente si è occupato un team di studiosi dell'Università di Exeter (Gran Bretagna).

Scienziati che hanno perfino identificato l'area del cervello che si attiva quando l'essere umano sta per ripetere un errore già commesso in passato, innescando un segnale di allarme che dovrebbe impedire il ricadere stupidamente negli sbagli già compiuti più volte. Perfino uno scienziato del calibro di Einstein si scomodò per sentenziare: "Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo all'universo ho ancora dei dubbi". Sull'universo sappiamo che Einstein si sbagliava, visto che la sua finitezza è stata misurata, mentre sulla stupidità nessuno è riuscito a smentirlo.



Mitologia e Bibbia
Che il problema non fosse da poco lo si era capito già nel 250 a.C., quando il libro biblico dell'Ecclesiaste avvertiva: "Infinito è il numero degli stolti". Del resto primo uomo e primo stupido della storia coincidono, cosa c'è di più sciocco, infatti, che perdere il paradiso per assaggiare il frutto proibito? Adamo docet... E che dire della stupidità nel mito greco, rappresentata da Epimeteo? Il suo nome significa "colui che riflette dopo". E' lui, infatti, ad aprire il vaso di Pandora, liberando così tutti i mali del mondo che vi erano rinchiusi. Un'altra stupidaggine la compì quando gli venne assegnato l'incarico di distribuire le facoltà naturali a tutti gli esseri viventi. Cominciò a distribuirle a caso e quando arrivò all'uomo si rese conto che non gli restava più nulla. Dovette rimediare il fratello, Prometeo, rubando il fuoco agli dèi e regalandolo agli uomini assieme al sapere tecnico, all'intelligenza e alla cultura. La tv di oggi è piena di personaggi stupidi e divertenti come Homer Simpson, Mister Bean e Forrest Gump, per fare qualche esempio. E prima ancora lo erano alcune figure della letteratura come Calandrino del Decamerone di Boccaccio e Zanni, servo sciocco della commedia dell'arte.

Problema basilare
Persino i grandi statisti hanno sempre avuto ben presente il ruolo fondamentale della stupidità nella vita dei loro paesi. Charles De Gaulle, ad esempio, ad un ammiratore che gli aveva gridato "Morte ai cretini, mio generale", rispose: "Caro amico, il suo programma è troppo ambizioso". Alla stupidità è stato dedicato anche un premio, il Darwin Awards, riservato a chi "ha aiutato a migliorare il patrimonio genetico umano eliminandosi dalla faccia della Terra in modo spettacolarmente stupido". La geniale idea venne nel 1993 a Wendy Northcutt, una studentessa dell'Università di Stanford, negli Usa, che cominciò a collezionare storie di morti stupide. Per vincere il Darwin Awards bisogna comportarsi in modo spettacolarmente idiota, tipo usare un accendino per illuminare un serbatoio di benzina onde verificare che non contenga materiale infiammabile (è successo a San Paolo in Brasile nel 2002), oppure infliggersi una ferita mortale per verificare se il proprio giubotto è "a prova di coltellata" (è accaduto l'anno scorso in Inghilterra).

Ma come si può definire la stupidità? Esistono delle regole per individuarla? Il primo luogo comune da sfatare è che la stupidità sia il contrario dell'intelligenza. Ci sono persone intelligenti, infatti, che a volte fanno cose stupide. Carlo Cipolla, storico ed economista italiano. ha definito stupide "le persone che causano danno agli altri senza realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo un danno". Stupido può essere gettare sassi dal cavalcavia o allagare la propria scuola.



Le persone intelligenti tendono a sottovalutare i rischi connessi alla stupidità. Secondo Cipolla, infatti, "ognuno di noi sottovaluta sempre il numero di stupidi in circolazione e le persone non stupide tendono a sminuire il potenziale nocivo delle persone stupide". A queste "regole generali", Giancarlo Livraghi, studioso della comunicazione, aggiunge: "In realtà in ognuno di noi c'è un fattore di stupidità che è sempre maggiore di quello che pensiamo. E se ci si trova assieme ad altre persone l'effetto cresce in modo geometrico". D'altra parte che le folle fossero più stupide delle singole persone che le compongono, la psicologia l'aveva già capito più di un secolo fa. Ma c'è un altro fattore che amplifica la stupidità: trovarsi in una posizione di comando. "Le persone al potere - spiega Livraghi - sono spesso indotte a pensare che sono migliori, più capaci, più intelligenti, più sagge del resto dell'umanità. E sono circondate da cortigiani e profittatori che rinforzano questa illusione".

Per questi motivi chi comanda arriva a compiere le più grosse sciocchezze nell'accondiscendenza generale. La storia è piena di esempi. Luigi XVI, il 14 luglio 1789 (giorno della presa della Bastiglia), annotò sul suo diario: "Oggi niente di nuovo". Il generale Custer nel 1876, con poche centinaia di uomini decise di attaccare un grande accampamento Sioux. Inutile dire che i soldati americani vennero massacrati. Perfino il più grande stratega della storia, Napoleone, nel 1812 decise di attaccare la Russia in pieno inverno. La sua armata venne decimata dal freddo ancora prima di poter affrontare il nemico in battaglia.

Insomma, nessuno è immune dalla stupidità, una piccola dose ce la portiamo dentro tutti. Ma non sempre, però, è un guaio. La stupidità ha, infatti, una funzione evolutiva: ci permette di sbagliare e nell'esperienza dell'errore c'è sempre un progresso della conoscenza. Il punto chiave diventa riconoscere i propri errori e correggersi. Un ampio servizio del mensile "Focus" tratta l'argomento con ricchezza di particolari. Non ci resta quindi che concludere facendoci un augurio. Che alla base della stupidità ci sia veramente una lesione in quell'area del cervello identificata dai neurologi di Exeter; e che questa lesione in qualche modo possiamo riuscire a suturarla sconfiggendo così, definitivamente, la stupidità.

da Libero