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Redimersi e Passare alla Storia?... la Pace in Medio Oriente

di Aldo Sorrentino - 09/02/2008





 

Qualcosa di strano ma che abbiamo già visto in passato sta accadendo in questi giorni in Medio Oriente. Un presidente americano, alla scadenza del proprio mandato, sta compiendo i massimi sforzi per mediare tra israeliani e palestinesi ed ottenere la Pace entro la fine del mandato. Ormai siamo al terzo presidente consecutivo che, durante gli ultimi mesi del proprio mandato, pronuncia queste parole: “La pace in Medio Oriente è possibile e vicina. Confido che entro la fine del mio mandato questo avverrà”.

Si ha l'impressione che per redimersi e per passare alla storia i Presidenti americani abbiano scelto proprio il conflitto israelo-palestinese. Non importa se durante la propria presidenza abbiano portato il proprio Paese in guerra più e più volte, né importa se intere regioni del globo siano state abbandonate al loro destino, se genocidi, guerre civili, fame e carestie siano state ignorate, tantomeno importa se si sia chiuso uno o più occhi durante le incursioni israeliane nei Territori o dinnanzi ad una politica di insediamento sempre più invasiva, l'importante è che alla fine ci si dedichi anima e corpo ad una soluzione del conflitto.

A lanciare la moda fu nel 1991 George Herbert Walker Bush, meglio conosciuto come George Bush senior,con la Conferenza di Pace di Madrid. Il caro vecchio George si impegnò davvero tanto a passare alla storia. Innanzitutto inaugurò con la Prima Guerra del Golfo il ciclo delle “Azioni di polizia internazionale”, un modo nuovo di ribattezzare la Guerre e di distruggere le Norme di Diritto Internazionale. Poi pensò che i tempi erano maturi per organizzare una Conferenza Internazionale sul Medio Oriente assieme all'Unione Sovietica, ed ecco la Conferenza di Madrid. Molto popolare e pubblicizzata ma davvero molto inconcludente. Poi la storia andò davanti da sé e la svolta epocale avvenne: l'Unione Sovietica si smembrò ed il presidente americano poteva cavalcare l'onda per passare definitivamente alla storia. Alla storia però non ci passò per il fatto in sé ma per le parole che disse in tono entusiastico all'indomani dell'avvenimento: “siamo di fronte alla fine della storia e di tutte le guerre”. I lettori di Anthony Burgess (autore di Arancia Meccanica) si illusero, che come alcuni personaggi del libro “La Fine della Storia”, anche il presidente americano si sarebbe lanciato nello spazio assieme ad amici e parenti. Ma in realtà questo non accadde e George rimase ancora sulla Terra assieme ai suoi cari e soprattutto assieme al Figlio. Ma ormai la sua personale storia come Presidente era arrivata alla fine ed il Giovane Bill Clinton lo sconfisse alle Presidenziali del 1992.

A dire il vero, a differenza del predecessore, fu notevole l'impegno di Clinton per una soluzione della questione Mediorientale. Infatti è indubbio il contributo che diede agli Accordi di Oslo del 1993, preludio alla storica stretta di mano tra Rabin e Arafat a Washington, alla Firma del Trattato di Pace tra Israele e Giordania, agli Accordi provvisori del 1995. A prescindere da quelli che sono stati i risultati concreti di tali Accordi i passi che si fecero in quel periodo furono notevoli e per la prima volta si aprì un serio dialogo tra le parti grazie anche ai suoi sforzi. Per un po' però anche Clinton si dimenticò del Medio Oriente, troppo distratto dalla Lewisky, troppo impegnato ad evitare coinvolgimenti in Ruanda e nel caso Chinagate, ma soprattutto troppo impegnato nell'evoluzione delle “Azioni di polizia internazionale”, ossia la “Guerra Umanitaria”, che portò la Nato a combattere in Serbia e a scalfire ulteriormente le Norme di Diritto Internazionale, laddove i poteri e i doveri dell'Onu furono scavalcati dall'unilateralismo della N.A.T.O. Dopo l'impopolarità dovuta ad una guerra nel cuore dell'Europa e agli adulteri anche il Presidente Casanova durante gli ultimi mesi del mandato tentò di redimersi e di lasciare un buon ricordo di se puntando sulla Carta mediorientale. Questa volta però a differenza degli sforzi compiuti negli anni passati mancava la pazienza e l'equilibrio, troppa fretta e poca imparzialità. Così il Vertice di Camp David fallì e di lì a poco scoppiò la Seconda Intifada.

Ed eccoci a George Bush figlio. Da qualche giorno è in Medio Oriente nel tentativo estremo di trovare una soluzione al conflitto prima della scadenza del Mandato. L'impopolarità dell'attuale Presidente è notevole e solo una eclatante riuscita della sua missione potrebbe redimerlo dagli errori fatti ed entrare nella storia come un Eroe positivo. Finora è passato alla storia come il presidente in carica durante gli attentati dell'11 Settembre, quello stesso Presidente della guerra in Afghanistan e soprattutto in Iraq e della distruzione totale delle certezze del Diritto Internazionale …poco lusinghiero per chi viene considerato come l'Uomo più potente del mondo e paladino del Mondo Libero. Ma ecco ancora una volta la ricetta “Pace in Medio Oriente”. Bush più di ogni altro presidente ha parteggiato per Israele: delegittimando Arafat, appoggiando in modo più o meno pubblico la politica di insediamento e raggiungendo anno dopo anno il record di aiuti ad Israele. Oggi dice che farà il possibile per aiutare a trovare una soluzione equilibrata del conflitto. Visti i precedenti tentativi sorgono dei dubbi : le azioni unilaterali al di fuori del Quartet, la poca incisività della Road Map, la libertà di violarla da parte degli israeliani e la plateale e molto inconcludente Conferenza di Annapolis non sembrano proprio i presupposti per una soluzione “equilibrata del conflitto”.

Ma come accade negli ultimi tempi le mode lanciate negli Stati Uniti vengono emulate in Europa. Ed infatti il più fedele dei Premier europei dell'epoca Bush , Tony Blair, folgorato dalla “Ricetta Pace in Medio Oriente”, dopo aver rassegnato le dimissioni da Premier ha accettato l'incarico di delegato del Quartet in Medio Oriente. Tony è stato per anni il leader dei “ quattro amici al bar che non volevano cambiare il mondo ”, composto da lui stesso, da Aznar, Berlusconi e Kwasniwksi, un allegro gruppetto di uomini pronti a seguire Bush in Iraq per proteggere e riaffermare la prepotenza e gli interessi statunitensi , ma che facevano anche a gara a chi era il più fedele amico del Presidente americano. In questa gara la fedeltà di Tony non può essere messa in alcun modo in dubbio tant'è vero che è stato scelto per un ruolo nel video sui più fedeli amici del Presidente:…i suoi cani !!! Con questa particina e con l'asta degli orologi che gli aveva regalato Berlusconi non si passa alla storia…magari si passa alla storia della satira per essere quel premier britannico beffeggiato da quella faccia da schiaffi di Hugh Grant quando canta That's amore dedicato alla “love story Blair- Bush”! Questo non è molto lusinghiero ed allora ecco Blair delegato del Quartet in Medio Oriente: non fa niente se è una carica del tutto formale e che già ad Annapolis non ha avuto nessun ruolo rilevante e non accompagna Bush in questo suo viaggio nella Regione!!!

Il desiderio di vedere la fine di questo interminabile conflitto è così sentito che ogni tentativo porta con se un carico di speranza. Più realisticamente molti dei suddetti tentativi sembrano poco concreti e poco equilibrati ma finalizzati alla gloria di qualcuno e davvero poco imparziali.