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Megalopoli: poveri e ammassati

di redazionale - 10/02/2008

Bogotà
Bogotà
Nei prossimi 20 o 30 anni Africa, Asia e America Latina raggiungeranno una soglia storica diventando le aree più urbanizzate del pianeta, con persone concentrate in megacittà da dieci milioni di abitanti. L'Africa che nel 2025 sorpasserà il Sud America/LINK: Lo speciale di Science
Nei prossimi 20 o 30 anni Africa, Asia ed America Latina raggiungeranno una soglia storica diventando le aree più urbanizzate del pianeta, con persone concentrate in megacittà da dieci milioni di abitanti, con l'Africa che nel 2025 sorpasserà il Sud America: è quanto emerge da uno studio sulle città del futuro, argomento al quale Science dedica una sezione speciale di sei articoli e anche la copertina. Le città, sottolinea Science, sono la casa di circa metà delle 6,6 miliardi di persone che vivono nel mondo.

Ma questi dati sono destinati a crescere perché a partire dal 2030 circa cinque miliardi di persone vivrà nelle città e questo accadrà soprattutto nei Paesi in via di sviluppo che hanno tassi demografici molto più alti dei Paesi ricchi. In questi ultimi, osserva Ruth Mace della University College London, il modello di vita altamente competitivo ha trasformato anche le famiglie che sono diventate sempre più povere di figli perché i genitori tendono a concentrare su un solo figlio più risorse che gli garantiscano tutti i mezzi utili ad affrontare la competizione.

L'urbanizzazione non si ripercuote solo sul calo demografico: «essa - spiega David Bloom dell'università di Harvard - è spesso associata con sovraffollamento e degradazione ambientale». Lo studioso, esaminando i livelli di reddito nei Paesi dal 1960 al 2000 con i dati relativi alla popolazione urbana, ha trovato, inoltre, che non vi sono prove che i livelli di urbanizzazione abbiano effettive implicazione sui tassi di crescita economica, a differenza di quanto molti economisti asseriscono.

Tinte fosche nel quadro che traccia sulle grandi città anche Nancy Grimm dell'università dell'Arizona: «sono enormi isole calde (dai due ai dieci gradi più calde delle aree rurali limitrofe) dove si concentrano i consumi, la produzioni, sono arene dell'evoluzione che creano nuovi ambienti, con pressioni selettive che cambiano flora e fauna inclusa la fauna umana» dice l'esperta. Senza attenti investimenti e pianificazioni, le mega-città, avverte la studiosa, diventeranno luoghi pullulanti di bassifondi e con seri problemi ambientali.

Un insegnamento, a sorpresa, potrebbe arrivare proprio dai Paesi in via di sviluppo: basti guardare a Bogotà capitale della Colombia che ha ridotto gli ingorghi del traffico studiando un innovativo sistema di trasporto "TransMilenio" basato su una linea continua di corsie preferenziali, dice Mark Rosenberg del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie di Atlanta negli Stati Uniti. O Dongtan Eco-City in Cina, una piccola eco-città dove si sperimentano le tecnologie più innovative per rendere le città meno impattanti sull'ambiente.