Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Sarroch, basta coi ricatti!

Sarroch, basta coi ricatti!

di Alberto Cossu - 12/02/2008

     

 

Active Image

Da 45 anni le ricadute ambientali del polo industriale di Sarroch stanno investendo la Sardegna, oltre Sarroch anche i luoghi vicini come Villa S. Pietro, Capoterra, Pula, Cagliari e tutto il golfo risultano notevolmente colpiti dal tragico impatto ambientale. I dati degli ultimi dieci anni sono catastrofici, non si può più permettere che un posto di lavoro equivalga alla morte, infatti, volendo tacere dei danni irreparabili subiti dal territorio per sempre deturpato, i casi di tumori e malanni vari prodotti da monossido di carbonio, idrocarburi, benzene, ozono e nano particelle sono in costante aumento. I dati delle centraline preposte a sorvegliare la situazione mostrano un panorama agghiacciante: spesso le emissioni di anidride solforosa hanno superato i limiti di “inquinamento a norma di legge”. Anche i dati delle ricerche mediche descrivono una situazione terrificante: eccessi di leucemia e diffusione di problemi respiratori specie nei bambini.  La risposta della Saras a qualsiasi richiesta di un tavolo di trattative da parte dei sindaci, prefetti o Regione Sarda è sempre stata la stessa: minacce di licenziamenti o dismissione totale. A ciò si aggiunge la moda ormai diffusa per tutta la nostra bella Italietta di assumere lavoratori precari per le mansioni più pericolose. Ma non si può difendere un posto di lavoro a tutti i costi, anche a costo della vita personale e altrui. Gli studi epidemiologici svolti in Sardegna negli ultimi anni mostrano un eccesso rispetto alle medie nazionali di tumori nelle aree minerarie, militari e industriali e nonostante i dati allarmanti niente risveglia nei sardi un minimo di coscienza civile. Infatti, fatta eccezione di I.R.S.(Indipendèntzia Repùbrica de Sardigna) che chiede presidi sanitari con assistenza gratuita, screening periodici sulla salute, piani di evacuazione, diminuzione dell’inquinamento ambientale, alternative per l’eventuale riconversione o riqualificazione, ma soprattutto la chiusura del polo industriale, e adesso anche di Movimento Zero, nessuno ha mai puntato i piedi e fatto sentire la sua voce per rivendicare i nostri diritti di cittadini. Logicamente manco i sindacati che speculano sulla situazione, ed anzi proprio loro, che a braccetto con gli imprenditori hanno permesso tempo a dietro con la loro nefasta politica (operaio=tesserato Cgil, tesserato Cgil=tesserato PCI) l’insediamento del polo industriale a Sarroch così come a Portovesme.
Noi sardi non vogliamo più essere sudditi né dei capitalisti e dei loro ricatti, né dei sindacati, né delle basi militari, né dei politicanti che non muovono un dito per difenderci ed anzi decidono pure di mandarci la monnezza napoletana. Senza contare poi che tra poco il petrolio finirà e saremo obbligati a trasformare la nostra economia, il futuro della Sardegna è nella produzione delle materie prime, nell’artigianato, nel turismo ragionato, non nell’industria petrolchimica che ci sta ammazzando. Basta!