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Clementina Forleo. Stato d'assedio

di Marco Travaglio - 12/02/2008

     
   
Clementina ForleoUno legge sui giornali il seguente titolo: “Csm, si aggrava la posizione della Forleo”. E si domanda: oddìo, che altro avrà fatto la Clementina, oltre a macchiarsi di colpe indelebili tipo intercettare Fazio e i furbetti del quartierino, far recuperare allo Stato 200 milioni di euro di refurtiva, bloccare le scalate illegali a Bnl, ad Antonveneta e a Rcs e soprattutto partecipare ad Annozero?

Niente, assolutamente niente.

Molto semplicemente la prima commissione del Csm (di cui fa parte la signora Letizia Vacca, quella che condannò Forleo e De Magistris prim’ancora che fossero giudicati) dev’essersi resa conto che le accuse fin qui mosse alla gip non reggono, o non bastano a farla trasferire...
(il nuovo ordinamento giudiziario non contempla, fra le cause di trasferimento per incompatibilità, i comportamenti colpevoli del magistrato, ma solo le situazioni oggettive indipendenti dalla sua volontà: tipo parentele con indagati o cose del genere, mentre qui si accusa la Forleo di comportamenti colpevoli, passibili di un procedimento disciplinare, ben più garantito della procedura di trasferimento).

Così, come già fece il Pg della Cassazione con De Magistris, si continuano a aggiungere accuse sempre nuove, anche se basate su fatti vecchi e stranoti.

L’ultima (last but not least) è di aver addirittura “interferito” nelle indagini sulle scalate bancarie e “personalizzato” le sue funzioni di gip, venendo meno alla sua “terzietà”, per aver chiesto alla Procura notizie di una mega-misura di sequestro e interdizione a carico di un personaggio legato a Unipol, più volte annunciata e mai arrivata sul suo tavolo.
Meravigliata dall’improvviso cambio di rotta, la Forleo si sarebbe sfogata con alcuni amici su possibili “frenate” della Procura, esternando la sua amarezza per essere stata mandata allo sbaraglio.

Fermo restando che i pm milanesi sono persone al di sopra di ogni sospetto, liberi di cambiare strategia quando lo ritengono opportuno, gli sfoghi della Forleo andrebbero inseriti nel contesto di quel che stava accadendo nell’estate-autunno 2006: attacchi concentrici alla gip da destra a sinistra e dai massimi vertici istituzionali che l’accusavano di ogni nequizia, nel silenzio tombale dell’Anm e del Csm (che pure, in casi di attacchi molto meno pesanti ad altri magistrati, è solito aprire pratiche a loro tutela).

Di più: interpretando garantisticamente la legge Boato, la Procura aveva deciso di non iscrivere D’Alema e Latorre per concorso in aggiotaggio finchè le loro telefonate con Consorte non fossero state autorizzate dal Parlamento, lasciando alla gip l’onere di spiegare alle Camere che l’autorizzazione sarebbe servita a indagare non solo su Consorte & furbetti vari, ma anche nei confronti dei due parlamentari.

Molto correttamente, il pm Francesco Greco spiegò al Sole-24 ore che la Procura era in piena sintonia, su quella interpretazione (tra l’altro avallata autorevolissimamente dal professor Cordero), con la gip Forleo.
E’ in quel contesto di isolamento e di attacchi furibondi che vanno inquadrati gli sfoghi della Forleo, che si sentì isolata e “mandata allo sbaraglio”.
Sfoghi privati, magari esagerati ma legittimi e comprensibili, che sarebbero rimasti nella sfera riservata se qualche suo interlocutore non fosse andato a spiattellarli alla Procura di Brescia.

Resta da capire cosa c’entri tutto questo con la presunta “incompatibilità” della Forleo.
Dove sta scritto che un gip deve andare d’amore e d’accordo con la Procura?
Non s’era detto che il gip, per essere “terzo”, non deve appiattirsi sui pm?
Allora che senso ha accusare la Forleo di aver compromesso la sua terzietà criticando la Procura?
Pare di sognare, è il mondo alla rovescia.

I pm legittimamente le dissero di tenersi pronta per una voluminosa richiesta di sequestro e di interdizione: che c’è di male se poi, non vedendola arrivare, la Forleo domandò che fine avesse fatto quella richiesta?
E come può un gip “interferire” in un’indagine, visto che le indagini le fanno i pm e il gip può agire solo su loro richiesta?
E, se il gip è un giudice monocratico, cioè decide da solo, che senso ha accusarlo di “personalizzare” il suo lavoro?

Come si vede, le “nuove accuse” che avrebbero “aggravato” la posizione della Forleo confliggono non solo con i fatti, ma anche col buonsenso e con la logica.
Se vogliono punire la Forleo “a prescindere”, facciano il piacere: dicano che deve pagare per aver toccato qualche intoccabile di troppo, e la facciano finita.
Tanto la gente ha già capito tutto.