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Afghanistan: eppur si spara

di Giorgio Mattiuzzo - 12/02/2008

     
   
 

 Mentre impazza il solito, noioso, teatrino della politica italiana, con i soliti Porta a Porta e Ballarò; mentre i telegiornali parlano delle gesta amorose del Presidente della Francia e di mille altre inutili futilità; mentre tutto questo accade, a governo caduto, i pochi trincerati dentro la riserva indiana dell'informazione amatoriale saranno interessati a sapere cosa ha riportato il quotidiano on-line Peace Reporter, ottima fonte per conoscere la situazione delle guerre che stanno imperversando nel mondo.

Il 4 febbraio è uscito un articolo dove vengono riportate le parole del governatore della provincia di Farah (Afghanistan) Ghulam Mohaidun Balouch, secondo il quale l'esercito italiano, in collaborazione con quello afghano, nel corso di un'azione di guerra contro un capo talebano ha ucciso dieci persone, di cui due donne e due bambini, oltre a otto talebani.

Naturalmente il Ministero della Difesa...

ha negato, promettendo un'inchiesta. Della serie: negare sempre, poi eventualmente accertarsi sui fatti.

In un articolo del 6 febbraio, invece, scopriamo che il nostro Paese si sta accingendo a rafforzare la propria forza di occupazione dell'Afghanistan.

 

Il ministro della Difesa italiana, Arturo Parisi, è in partenza per Vilnius, in Lituania, dove giovedì e venerdì si tiene un vertice a porte chiuse dei responsabili della Difesa di tutti i Paesi membri della Nato per discutere l’invio di nuove truppe da combattimento in Afghanistan, in vista dell’offensiva talebana di primavera. Ogni nazione dovrà mettere sul tavolo la sua risposta alla perentoria richiesta di rinforzi giunta due settimane fa dal Pentagono. Il ministro Parisi presenterà agli alleati il documento elaborato dal Comando operativo interforze (Coi) dello Stato maggiore della Difesa, che prevede l’invio di almeno altre due compagnie di fanteria (2-300 uomini) le quali, sommandosi ai 250 fanti già schierati, andranno a formare un ‘Battle Group’ per combattere contro i talebani. [...]

Visto il surriscaldarsi dei toni e le crescenti tensioni tra gli alleati, i vertici Nato, preoccupati per l’immagine pubblica dell’Alleanza atlantica e per le ricadute di queste polemiche sulle opinioni pubbliche nazionali, hanno chiesto maggiore discrezione ai governi alleati.

E la chiamano missione di pace.

Cronache da Mileto