Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / In morte di un soldato italiano. La verità al prezzo di una vita

In morte di un soldato italiano. La verità al prezzo di una vita

di Maso Notarianni - 13/02/2008

La responsabilità di questa morte è della politica. Ma anche della stampa che non informa
Non è mai bello quando le peggiori previsioni si avverano. Non ci piace per nulla fare la parte di quelli che lo avevano ampiamente previsto. Per cui reprimiamo l'istinto per nulla nobile del rivendicare il nostro ruolo di cassandre e concentriamoci su un altro problema: quello dell'informazione.
Sono mesi che andiamo dicendo, noi e pochi altri, che in Afghanistan c'è una guerra vera, che non si può continuare a prendere in giro gli italiani con la storiella della missione di pace, che da quando poi all'Italia è stato affidato il comando militare della zona di Kabul, la situazione non poteva che precipitare. Gli unici che con noi hanno denunciato la reale situazione in cui i nostri soldati sono stati catapultati sono proprio gli analisti militari, non certo dei pacifisti.
Ancora una volta ci vuole un morto per riaprire un ragionamento. Ancora una volta la verità è svelata al prezzo di una vita umana. Di questo dovrebbe vergognarsi la nostra classe politica, che per i suoi indegni giochi di potere è disposta a nascondere la realtà dietro alla semplice formuletta della missione di pace e di ricostruzione. Ma di questo si dovrebbe assumere parte della responsabilità anche la stampa, gli editori, i direttori dei giornali, che avrebbero il dovere etico e morale di informarsi e di informare. E che invece si limitano a far passare alle loro redazioni e ai loro inviati le veline degli stati maggiori della difesa. Che fanno il loro mestiere: disinformano su quel che realmente accade nei teatri di guerra.