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Afganistan: i papaveri e le forze di occupazione

di Altra Informazione - 13/02/2008

 


Afganistan: a Kabul il primo carcere femminile costruito con fondi italiani Soddisfazione dall'Unodc (Aki) – È sorto a Kabul il primo carcere femminile dell'Afganistan, soprattutto grazie all'impegno italiano. Per lo (Unodc), l'inaugurazione della struttura è un momento molto importante. Fonti dell'agenzia Onu, contattate da AKI-ADNKRONOS...

Le stime riguardanti la produzione di oppio e la sua crescente raffinazione per ottenere l'eroina con riferimento all'anno appena trascorso sono da vertigine: nel 2006 risultavano 165 mila gli ettari di terreno coltivati a oppio mentre nel 2007 sono saliti a 193 mila, vale a dire il doppio rispetto ai 91 mila ettari coltivati del 1999, l'anno del record storico raggiunto sotto il regime talebano, quando vennero prodotte 4.600 tonnellate di oppio.
Nel rapporto 2007 steso dall'United Nations Office on Drugs and Crime (Unodc) il raccolto d'oppio afgano ha raggiunto le 8.200 tonnellate.
Nessun altro paese al mondo, a parte la Cina di un secolo fa, aveva mai avuto un così estesa superficie destinata a produzioni illegali, in grado di coprire attualmente il 92% del mercato mondiale dell'eroina.
Stando alle apparenze, sarebbe lecito parlare di un clamoroso fallimento nel conseguire un obiettivo che fin dall'inizio dal 2001 era stato presentato come una delle ragioni dell'intervento militare che doveva abbattere il regime talebano ed eliminare i santuari del terrorismo, visto che sotto la tutela dell'Occidente, Stati Uniti in testa, l'Afganistan sta diventando il narco-Stato più potente del pianeta. In pochi anni il famoso Triangolo d'Oro in Indocina è così diventato ben poca cosa a confronto con l'Afganistan. Due realtà lontane, accomunate però da una caratteristica meritevole di attenzione: quella di svolgere, o di aver svolto, il ruolo di roccaforte alleata degli Stati Uniti nelle loro guerre contro "il male" del momento: il comunismo ieri, il terrorismo islamico oggi.
In realtà: niente di cui stupirsi.
Secondo innumerevoli analisti e enti di ricerca internazionali, ormai nel mondo il cosiddetto capitale illegale che controlla ogni genere di attività illecita sovranazionale (narcotraffico, commercio clandestino di armi, contrabbando di petrolio, business dei rifiuti, mafie, prostituzione, etc.) ha assunto dimensioni almeno pari a quelle del cosiddetto capitale legale - secondo alcuni studiosi persino superiori.
In particolare, sulla base dei dati del 2003, il traffico di stupefacenti costituisce la terza risorsa a livello mondiale in termini di profitto, dopo il petrolio e le armi.
Ma tra capitale illegale e capitale legale non esiste in realtà una demarcazione o un confine: quello illegale ricicla e investe i suoi profitti in attività economiche lecite, così come quello legale sviluppa normalmente un livello occulto nella gestione dei propri interessi.
A far da tramite tra i due livelli economici ci sono le banche per quanto riguarda le rispettive operazioni finanziarie e gli apparati statali - soprattutto militari - per i traffici clandestini.
Se dal 2001, anno in cui è iniziata l'occupazione militare dell'Afganistan, la produzione di oppio è cresciuta a dismisura, non si può infatti credere alla novella che una tale attività economica sia attuata tramite il miserabile contadino afgano con il suo asinello per le montagne.
La spiegazione è persino banale, visto che in Afganistan operano, oltre a quello statunitense, gli eserciti di 37 nazioni, in gran parte appartenenti alla Nato, e i servizi segreti degli stati confinanti o vicini (Pakistan, Iran, Cina...) che fin dai tempi dell'occupazione russa sono stati i principali registi del traffico di oppio con cui venivano pagate le armi usate dai diversi movimenti della guerriglia antisovietica, così come indicato dagli esperti della Cia.
Secondo uno studio del prof. Michel Chossudovsky per Global Research dell'aprile 2007, "le forze di occupazione in Afganistan sostengono il trafico di droga con un guadagno che va dai 120 ai 194 miliardi di dollari per il crimine organizzato, le agenzie di intelligence e le istituzioni finanziarie. Gli incassi di questo lucrosissimo contrabbando da miliardi di dollari sono depositati nelle banche occidentali. Quasi la totalità dei redditi maturati, degli interessi delle aziende e delle associazioni criminali sono situati al di fuori dell'Afganistan. Il traffico di droga Golden Crescent, iniziato dalla Cia agli inizi degli anni '80, continua ad esere protetto dall'intelligence americana, con la complicità delle forze d'occupazione Nato".
Inoltre, in concorrenza coi diversi potentati tribali, lo stesso governo Karzai risulta direttamente coinvolto in tale traffico nel tentativo d'imporre una sorta di monopolio di stato, anche se deve dare l'impressione di avversarlo per ottenere i cospicui fondi stanziati dalle Nazioni Unite per estirpare le coltivazioni di papavero da oppio. Non è certo un segreto che nel governo vi sono diversi personaggi legati al narcotraffico e lo stesso Walid Karzai, fratello del presidente afgano, è noto per essere il maggiore trafficante d'oppio della regione di Kandahar.
D'altra parte intere piantagioni si estendono nella pianura di Jalalabad, alle porte di Kabul: una zona sotto il controllo delle forze governative e Nato.
Interessante a riguardo la testimonianza di Faizullah, un afgano intervistato dal giornalista Enrico Piovesana di Peacereporter: "Voi credete che il governo venga a distruggere i raccolti. Invece viene a rubarli. Vedete quei camion laggiù? Sono quelli sui quali il governo caricherà i papaveri tagliati dalle ruspe, per poi portarli a Kabul dove tutto dovrebbe essere bruciato in grandi falò. Ma li avete mai visti questi falò? Dovrebbero farli davanti alle telecamere, dando alla cosa la massima pubblicità, non vi pare? Invece dicono che fanno tutto di nascosto, per motivi di sicurezza. La verità è che l'oppio viene portato nelle raffinerie del governo, trasformato in eroina, e poi smerciato all'estero. Altro che campagna antidroga!".
Ennesimo paradosso di una guerra, in cui l'Italia resta coinvolta ad ogni livello: proprio in questi giorni, a Kabul, è stato inaugurato il primo carcere femminile costruito con fondi italiani proprio sotto l'egida dell'Unodc, l'ufficio Onu che si occupa di droghe e crimine.


 

Scheda: Produzione annua di oppio in Afganistan in tonnellate (Dati Unodc)

2002

2003

2004

2005

2006

2007

3.400

3.800

4.200

4.100

6.100

8.200