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Mar Caspio: cinque paesi per una ripartizione difficile

di Kimia Sanati - 14/02/2008

 

 

 

 

I cinque paesi bagnati dal Mar Caspio non realizzano come dividerselo. Molto iraniani credono che il governo del presidente Mahmoud Ahmadinejad preveda concessioni alla Russia in cambio dell’appoggio alle sue politiche nucleari. Con una dichiarazione firmata da 370 figure politiche e sociali di spicco è stato criticato lo spirito "avventuristico" della politica estera di Ahmadinejad, cosa che include la divisione del Mar Caspio, ragione di conflitto dalla dissoluzione, nel 1991, dell'Unione sovietica. Le distanze si aggravano a causa dalle ricchezze enormi in petrolio e in gas sottostanti al letto del mare. I paesi con litorale sul Caspio "hanno scelto il momento più adeguato per presentare annunci illegittimi." L’Iran è ora sotto pressione politica e delle sanzioni per il suo programma nucleare e per la sua politica estera ", hanno ammesso. "Ai firmatari di questa lettera preoccupano le azioni e decisioni, occultate agli occhi della nazione, che sono prese in seguito alla debolezza della sovranità nazionale", indica la dichiarazione. L’Iran perse il diritto di avere una flotta nel Caspio dopo essere stato sconfitto in guerra nel 1828 dalla Russia zarista. L'armistizio mise termine alla sovranità iraniana sulle città della costa occidentale. I diritti iraniani furono ripristinati un secolo dopo, con il trattato d'amicizia firmato nel 1921 con l'Unione Sovietica. Un accordo sul commercio ed il trasporto nel Mar Caspio è stato anche firmato tra i due paesi nel 1940, cosa che ha dato ai due paesi la sovranità comune sul mare ed uguali diritti di pesca e di navigazione. Il trattato del 1940 ha stabilito in 10 miglia nautiche il territorio di pesca esclusivo dei due paesi, ma non ha stabilito i limiti delle acque territoriali né ha distinto tra le flotte di trasporto e militari. L'utilizzazione delle risorse del letto marino non è stata esaminata, né nel trattato del 1921 né in quello del 1940. Politici e storici iraniani accampano il fatto che il mare è stato già diviso in parti uguali tra Iran e la oggi dissolta Unione sovietica. Credono anche che i due paesi abbiano diritti uguali su tutte le risorse del mare. Coloro che difendono questo punto di vista credono che la quota dell'Unione sovietica dovrebbe ripartita tra gli Stati che sono ad essa succeduti dopo la dissoluzione del 1991.

Trentuno partiti politici che difendono questa prospettiva hanno imposto al governo di astenersi dal firmare accordi bilaterali con qualsiasi Stato costiero, come Azerbaidjan e Turkmenistan. La polemica si è approfondita in gennaio, quando il cancelliere iraniano Manouchehr Mottaki ha annunciato che l’Iran non mai ha posseduto il 50 per cento del mare e che l'Unione sovietica non gli ha mai permesso di attraversare la linea di Hosseingholi-Astara. Questa delimitazione assegna all’Iran il 11.3 per cento della superficie del Mar Caspio. La cancelleria sottolineò dal giorno seguente che l’Iran non avrebbe consentito di disporre di meno del 20 per cento del Caspio. Il cancelliere Mottaki è stato in seguito convocato dal Comitato nazionale di sicurezza del Parlamento. Non ha ottenuto di convincere i membri del parlamento, molti legislatori della minoranza riformista hanno proposto di sottoporlo ad un giudizio politico. La procedura non è ancora arrivata, tuttavia, all'ordine del giorno parlamentare. "I trattati assegnano all’Iran e l'Unione sovietica la sovranità congiunta del Mar Caspio." Ciò dà luogo alla presunzione erronea che il mare dovrebbe essere diviso a metà, da un lato all’Iran e dall'altro alle vecchie repubbliche sovietiche, in tutti gli aspetti, in particolare per le risorse petrolifere e gazifere ", ha detto a IPS un analista di Teheran. "L’Iran ha lasciato fuori da questi trattati, di proposito, il modo di sfruttamento delle risorse del letto marino." Per questo, Teheran non era sufficientemente forte per difendere i suoi interessi con il suo potente vicino settentrionale", ha aggiunto l’informatore, che ha chiesto di non rivelare la sua identità."

Il problema della divisione del Mar Caspio è nato con il crollo dell'Unione Sovietica nel 1991, con la nascita di quattro nuovi stati sulle coste della più grande massa d'acqua mediterranea del mondo. Dopo la formazione dei nuovi stati, tanto l’Iran che la Russia hanno sostenuto che i trattati firmati tra Iran e Unione sovietica sul Mar Caspio dovevano essere rispettati, e che, quindi, i cinque stati dovevano usufruire della sovranità sul mare. Tuttavia, il Kazachstan, il Turkmenistan ed Azerbaidjan hanno richiesto un nuovo regime. Lo stato legale del mare è praticamente entrato nel limbo da tale richiesta. "Gli accordi precedenti tra Iran  l'Unione Sovietica appartengono ora alla storia", ha detto il presidente del Kazachstan, Nursultan Nazarbayev, il 16 ottobre a Teheran dinanzi ai capi dei cinque stati costieri, tra loro c’era anche il presidente russo Vladimir Putin. In questo vertice non c’è stato accordo sulla divisione del mare, ma si è emessa una dichiarazione la quale ha stabilito che il regime giuridico del Caspio sarà approvato col consenso degli stati costieri e, dunque, da un trattato definitivo di delimitazione del letto del mare. I capi di Stato hanno anche deciso che il mare dovrebbe soltanto essere utilizzato con fini pacifici, ed hanno invitato a prevenire la soluzione dei conflitti manu militari. Questi paesi non permetteranno che nessun altro utilizzi il proprio suolo in un attacco contro gli altri, ha sancito la dichiarazione.

Il Mar Caspio contiene la terza riserva più grande di petrolio e di gas del mondo, secondo il calcoli degli esperti. La maggioranza dei pozzi petroliferi si trova nel settore marittimo corrispondente all’ Azerbaidjan, ma ulteriori riserve di grezzo e gas ancora non sfruttati sono distribuiti in tutti i settori del Caspio. L’Azerbaidjan ed il Kazachstan sfruttano oggi le risorse petrolifere del Caspio, da cui si estrae tra l’1.6 e il 2.0 per cento della produzione mondiale. L’Iran ha affidato molti studi ad imprese del settore internazionale come Shell e London and Scottish Marine Oil Company, ma ancora non ha cominciato lo sfruttamento reale di un nessuno dei giacimenti petroliferi e gaziferi, alcuni di questi disputati con l’Azerbaidjan. D'altra parte, il Caspio ha un importante potenziale di trasporto marittimo.

Gli Stati Uniti e l'Unione europea, preoccupati dalla sicurezza energetica, fanno pressioni perché le condutture ed i gasdotti che attraversano il Caspio, trasportano energia dal Turkmenistan e dal Kazachstan verso occidente. Di conseguenza, il tracciato passa per il territorio russo.

Dopo crollo dell'Unione Sovietica, alcune repubbliche che la integravano si sono divise il Mar Caspio. La Russia ed il Kazachstan hanno deciso di dividere la parte settentrionale del mare lungo la linea mediana, il 6 giugno 1998. Nel gennaio 2001, la Russia ed Azerbaidjan hanno fatto una divisione simile del letto del mare. Di conseguenza, il settore diviso rappresenta il 54 per cento del letto del mare e delle acque di superficie. L’Iran ed il Turkmenistan, che hanno coste più strette, propongono una divisione del Caspio in parti uguali (20 per cento per ognuno dei cinque stati), mentre gli altri tre paesi incoraggiano una divisione proporzionale alla lunghezza della costa di ciascuno.

"I russi hanno un accesso duale sul Mar Caspio." Benché difendano i diritti di equità degli stati litoranei di utilizzare le acque di superficie, esigono la divisione del letto marino perché l'utilizzo comune della superficie permetterà naturalmente alla flotta militare russa di circolare liberamente sul Caspio ", ha detto a IPS l'analista consultato a Teheran."

"La preoccupazione di molti partiti politici in Iran sulle concessioni alla Russia hanno consistenza, perché il presidente Ahmadinejad si è mostrato disposto a sacrificare fette di sovranità per raggiungere l'obiettivo di integrare il paese nel club nucleare", ha aggiunto. (FIN/2008)

 

(fonte IPS, traduzione di G.P.)