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Una crisi finanziaria grave e di portata mondiale

di Marzio Paolo Rotondò - 14/02/2008

 

 
Una crisi finanziaria grave e di portata mondiale



L’effetto a catena provocato dalla crisi dei subprime sta progressivamente cancellando i sorrisi di facciata rassicuranti del mondo economico mondiale. Fra questi, quello del direttore generale del Fondo monetario internazionale (Fmi), Dominique Strauss-Kahn (nella foto). In India, luogo della sua ultima uscita ufficiale, il francese ha sottolineato ieri che le conseguenze della crisi finanziaria saranno gravi e nessuna regione del pianeta ne uscirà completamente indenne.
Secondo il numero uno dell’Fmi, l’economia mondiale è entrata in un periodo molto difficile, che coincide con il contagio dell’economia reale da parte della finanza negli Stati Uniti e l’estensione di questa dinamica a livello globale. “Stimo che gli effetti si faranno sentire sempre di più nell’Unione europea e penso che neanche le economie emergenti saranno immuni contro la crisi”, ha affermato Dominique Strauss-Kahn a Nuova Delhi. Le economie più sviluppate e quelle dei Paesi emergenti, in un mondo ormai dominato dalla globalizzazione dei mercati e la liberalizzazione ad oltranza, sono come “due cavalli legati assieme”. “In passato - ha affermato il direttore del Fmi - si è verificato che ad un rallentamento pari all’1,0% della crescita economica Usa si sia accompagnata una frenata compresa fra un punto e mezzo punto percentuale nelle economie emergenti”. La crisi “è diventata un problema globale che richiede una soluzione mondiale. I mercati emergenti - ha ribadito l’ex ministro francese dell’Economia - devono unirsi con quelli dei Paesi industrializzati per dare una risposta corale in materia economica e di regolazione”. Il direttore generale del Fmi ha però ammesso che l’istituzione da lui diretta ha le sue colpe nello scoppio e nella propagazione della crisi. Il Fondo, infatti, così come la Banca mondiale e tutte le istituzioni finanziarie internazionali, non è riuscito a suo tempo ad avvertire i mercati circa i rischi che hanno poi portato al collasso del credito subprime. “La recente turbolenza sui mercati - ha affermato Dominique Strauss-Kahn - ha reso evidente che abbiamo il dovere di prestare maggiore attenzione ai legami fra l’economia reale e quella finanziaria. Dobbiamo posizionarci all’angolo fra Main Street e Wall Street”.
Ovviamente, però, nessuna delle più importanti istituzioni finanziarie del mondo poteva non sapere del tracollo quando invece uno dei massimi esponenti del gotha mondiale dell’economia, l’ex presidente della Federal Reserve, aveva annunciato, subito dopo le sue dimissioni e un anno prima che scoppiasse, l’avvento di una crisi sistemica.
Per quanto riguarda le possibili soluzioni alla decadenza economico-finanziaria, l’istituzione internazionale vede nel rilancio dei consumi privati il vero motore che può tirare fuori dal pantano la macchina economica mondiale. Devono essere infatti sempre i cittadini, in questo caso nei panni dei consumatori, a tirar fuori dai guai di tasca propria le grandi banche, i fondi di investimento, i grandi finanzieri e i guru dell’economia, che hanno il triste primato di aver ingolfato il sistema economico grazie alla loro finanza speculativa, immorale ed irrealistica. Per non rendere vani gli sforzi dei consumatori e, soprattutto, per non farli diventare l’occasione di un’ulteriore speculazione, è necessario che i governi e le istituzioni internazionali ratifichino delle misure corali e mondiali per regolare maggiormente l’operato sistematicamente impunito degli attori finanziari ed economici sui mercati azionari. Sarà ovviamente compito del G7 trovare la soluzione. Molto probabilmente però, sarà il solito gigante che partorisce il topolino visto che nessuno dei grandi protagonisti economici ha veramente interesse a sradicare il cancro delle speculazioni incondizionate, pane quotidiano per le grandi lobby finanziarie occidentali.