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L'arsenico uccide i fiumi del Messico

di Antonio Graziano - 20/02/2008


 

Miguel �?ngel López Rocha è morto lo scorso 13 febbraio dopo 19 giorni di agonia per aver ingerito incidentalmente una notevole quantità di arsenico. Aveva 8 anni e il 26 gennaio era caduto nelle acque del rio Santiago, fiume messicano dell'immenso bacino Lerma-Chapala-Santiago-Pacifico. La vita di Miguel Angel è passata in un attimo dal gioco alla tragedia. Dopo poche ore è stato portato all'ospedale di Guadalajara, dove è rimasto in coma fino alla fine della sua breve vita.
Il Rio Santiago è uno dei fiumi più contaminati del Messico. Nel 2004 uno studio dell'Università di Guadalajara confermava la presenza di metalli pesanti (piombo, cromo, cobalto, mercurio, arsenico) nei suoi sedimenti. Il fiume riceve 815 litri al secondo di acque reflue prive di trattamento da Guadalajara, la seconda città più grande del paese, e gli scarichi di 250 industrie della zona, alcune delle quali appartengono a imprese multinazionali come Ibm, Roche e Nestlè.
Pochi giorni prima della morte Miguel Angel presentava tracce di arsenico dell'organismo 400 volte superiori ai valori normali. Secondo la dottoressa Luz Maria Cueto, del Collegio di Tossicologia dello stato di Jalisco, che ha analizzato i residui di arsenico nelle orine del bambino, le principali fonti di questo metallo sono l'industria conciaria, le fabbriche di vetro e le industrie di lavorazione dei metalli che rilasciano gli scarichi della lavorazione direttamente nel rio Santiago, senza trattamento.
E' dunque una tragedia annunciata quella di Miguel Angel, che vivena nella colonia di Azucena, frazione di El Salto, cittadina fluviale i cui abitanti, insieme al quelli di Juanacatlán, da oltre 5 anni denunziano alle autorità lo stato di inquinamento del fiume e i danni per la salute. La contaminazione del rio Santiago mette a rischio una popolazione di 150.000 persone che vivono ai margini di quello che era conosciuto come il «Niagara Messicano», un salto di 20 metri tra i due villaggi: ma la cascata ha ormai perso la sua spettacolare bellezza per diventare una fonte di gas tossici derivanti dalla decomposizione delle acque. Malattie respiratori e dell'epidermide, dolori di testa, affaticamento e insonnia sono i mali più frequenti per chi vive nei pressi del fiume.
Nonostante l'accaduto Emilio González Márquez, governatore dello Jalisco ha confermato la costruzione della diga di Arcediano a valle del rio Santiago, una mega opera che darà acqua «potabile» ai 3 milioni di persone della città di Guadalajara. E dire che un rapporto dell'Organizzazione Panamericana della Salute nel marzo del 2007 aveva denunciato la presenza di rischi per la popolazione infantile della zona proprio a causa delle concentrazione di arsenico e cadmio nelle acque. Intanto il sistema di trattamento delle acque reflue, che doveva essere pronto da anni, non ha ancora visto la luce, nonostante le promesse delle autorità.
Sempre nel 2007 il tribunale latinoamericano per l'acqua (un organismo internazionale autonomo che rappresenta i movimenti sociali) aveva dichiarato colpevoli il ministero della sanità, il ministero dell'ambiente e l'autorità di bacino Lerma-Santiago-Pacifico (da cui si approvvigiona anche parte di Città del Messico) in quanto responsabili degli elevati livelli di tossicità delle acque.
Il Messico dunque affronta una nuova guerra, quella per il diritto all'acqua, che si somma a quelle degli indigeni contro la repressione, e quelle di lavoratori e campesinos alle prese con gli effetti avversi del Nafta (il trattato di libero scambio nordamericano) dal Chiapas allo stato di Guerrero. Nel 2006 Città del Messico aveva ospitato il 3° Foro Mondiale dell'Acqua, una mega fiera a cui hanno partecipato governi, agenzie delle Nazioni Unite e imprese, con la benedizione di aziende multinazionali che con l'acqua stanno già facendo grandi affari anche in America Latina, come la francese Suez e la nordamericana Bechtel.