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Contro i mostri della scienza

di Manuel Zanarini - 21/02/2008

 

 

 

Martedì 15 Gennaio la FDA (Food and Drug Administration) ha dato il via libera alla vendita di latte e carni provenienti da animali clonati, asserendo che “Nessun rischio per il consumo umano è stato identificato nei bovini, nei maiali e nelle capre”.

Questo significa che i consumatori americani non saranno informati su ciò che mangeranno; infatti visto che vengono ritenuti non pericolosi non sarà obbligatorio specificarne la natura sull’etichetta. La cosa curiosa è che al momento la stessa FDA ha rinviato alla prossima primavera una decisione finale, dopo un periodo di 90 giorni in cui i prodotti saranno sottoposti ad un periodo di valutazione aperto a pareri di esperti. C’è anche da segnalare che un’altra Agenzia governativa americana, l’Agricolture Department, ha invitato i coltivatori statunitensi a non mettere sul mercato i prodotti clonati in quanto necessita di ulteriore tempo per verificarne la salute. Quale dei due enti americani avrà ragione?

Intanto si registra la preoccupazione dei consumatori americani. Carol Foreman, della Federazione Consumatori Americani, l’ha definita una scelta sbagliatissima e ritiene che oltre il 60% della popolazione sia contraria, tanto da invitare tutti i cittadini a scrivere alla FDA e ai membri del Congresso per chiederne la revoca. A riprova della sua tesi, sostiene che la FDA ignori esperimenti in cui si è dimostrato che  gravidanze dei cloni spesso finiscono con un aborto e che molti degli animali nati sono deformi e non sopravvivono a lungo, vi ricordate la triste fine della pecora- clone Dolly?!?

Intanto la realtà degli animali clonati sta prendendo piede in America. Al momento ci sono già 150 capi di bestiame ottenuti in laboratorio, “copiati” dagli elementi migliori, sia per la produzione del latte che della carne. Ma la decisione della FDA darà sicuramente il via alla “clonazione di massa”, anche perché gia adesso definire le nascite di bovini come “naturali” è decisamente un eufemismo.

Infatti, ormai si ricorre su larga scala alla fecondazione artificiale: viene congelato lo sperma degli esemplari maschi più “prolifici” e viene incrociato con ovociti di femmine in cui è stata sincronizzata sinteticamente la fase dell’ovulazione per rendere più economico e produttivo il processo.

Ovviamente il problema riguarda anche l’Europa. Infatti l’EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare) ha inviato una bozza di parere alla Commissione Europea in cui afferma che “è altamente improbabile che esistano differenze in termini di sicurezza alimentare tra prodotti provenienti da cloni e quelli da animali convenzionali”, pur ammettendo che i tassi di mortalità riscontrati nei cloni è molto più elevata rispetto a quelli “normali” e comunque i dati su una tecnologia così innovativa sono ancora troppo scarsi, tanto che il rapporto definitivo sarà presentato solo il prossimo mese di Maggio; intanto la portavoce del Commissario UE alla Salute ha lanciato l’idea di un sondaggio Eurobarometro, per valutare l’opinione dei cittadini, anche in vista del parere che dovrà rilasciare il Comitato Europeo di Etica.

Tutto questo, va inserito nel periodo già non facile per il mercato della carne a causa delle tensioni tra Polonia e Russia per le esportazioni verso Mosca, ritenute poco sicure dal Cremlino.

La vicenda si presta ad alcune riflessioni.

Il problema principale è che l’industria alimentare ha bisogno di prodotti omogenei che siano facilmente vendibili in ogni angolo del globo e con costi il più possibile contenuti. Infatti per ora non si parla di vendere direttamente l’animale clonato, ma solo il figlio o i suoi derivati (il latte), ma questo solo perché i costi sono troppo elevati, se poi viene meno la qualità o la sicurezza delle persone è irrilevante.

Infatti, che piaccia o meno alla FDA e a Bruxelles, è ormai assodato che gli OGM (lo vediamo già nell’agricoltura) hanno bisogno di dosi massicce di medicinali, visto che sono più soggetti ad ammalarsi, e questi ovviamente finiranno nel corpo del consumatore finale.

Ma io vorrei spingere l’analisi più a fondo. E’ legittimo per la scienza arrivare al punto di congelare sperma di un animale da incrociare con ovuli sincronizzati?? E la storia delle api e dei fiori che si racconta ai ragazzini per spiegare come nascono i bambini che fine fa???

La scienza dovrebbe servire a curare l’Uomo, non a far guadagnare più soldi alle multinazionali!

Senza voler considerare i problemi etici legati al limite che la scienza dovrebbe avere rispetto alla Natura.

Quali soluzioni possiamo adottare noi “comuni cittadini”contro questi mostri della scienza? Bisogna assolutamente accorciare la filiera, rivolgersi al piccolo venditore sotto casa, cercando di sapere il più possibile sul sistema di allevamento dei bovini, e non fidarsi delle multinazionali e della grande distribuzione.