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Bush l’africano

di Sara Milanese - 22/02/2008




Da sabato 16 febbraio il presidente americano George Bush è in viaggio nel continente africano: Bénin, Tanzania, Rwanda, Ghana e Liberia i paesi dove sarà in visita. Ufficialmente, per contribuire alla lotta alle malattie e alla povertà. Ma gli interessi sono anche altri: politici, economici, militari. Per non restare troppo indietro rispetto alla Cina.


Bénin, Tanzania, Rwanda, Ghana e Liberia sono le 5 tappe del viaggio africano del presidente statunitense George Bush. Arrivato sabato scorso in Benin, a Cotonou, Bush si è poi spostato ad Dar es Salaam, in Tanzania, dove resterà fino a martedì.

Obiettivo dichiarato del viaggio quello di verificare i programmi di lotta all’aids e alla povertà, inaugurati durante il suo mandato presidenziale, e lanciati nel suo precedente viaggio in Africa, nel 2003. Per dimostrare che le sue sono intenzioni davvero concrete, domenica, Bush ha firmato con il presidente tanzaniano Jakaya Kikwete da qualche settimana presidente di turno dell’Unione africana, un accordo, definito "Millennium Challenge", che prevede lo stanziamento di 700 milioni di dollari in cinque anni, per sostenere la lotta all’aids, ma anche per  "stimolare l’economia tanzaniana". Ma il viaggio di Bush, intitolato dalla Casa Bianca proprio Guerra alla malaria, alla tubercolosi e all'Aids, sembra più una risposta a quello, ormai tradizionale, che il capo della diplomazia cinese fa nel continente africano all’inzio dell’anno.
 
Dietro la facciata della lotta all’aids, la tournée di Bush è infatti un viaggio politico: per gli Stati Uniti, i presidenti di Bénin, Thomas Boni Yayi, Tanzania, Jakaya Kikwete,  Rwanda, Paul Kagame, Ghana, John Kufour e Liberia, Ellen Johnson Shirleaf,  sono una nuova generazione di dirigenti, e nonostante alcuni di loro abbiano ormai consolidati rapporti economici e commerciali con la Cina,  Washington non vuole perdere ulteriore terreno nei confronti di Pechino, e cerca di recuperare a partire da sanità e sviluppo, ma non può permettersi di tralasciare l'economia (le materie prime, soprattutto il petrolio), la "cooperazione" militare (il progetto Africom), e i temi politici.
 
Un filo di cotone tra Benin e Stati Uniti
Prima, fugace tappa del viaggio africano di Bush, il Bénin beneficia dell’appoggio statunitense soprattutto nel campo della lotta alla malaria. Ma cè un contenzioso che rischia di piagare la fragile economia del paese, perché colpisce uno dei prodotti locali più importanti: il cotone.
Dal 2003, con il Mali, il Burkina Faso e il Ciad, e altri paesi in via di sviluppo, Cotonou chiede al Wto di imporre agli stati uniti di abbattere le sovvenzione che il governo destina ai produttori locali di cotone. Nonostante il Wto abbia già condannato gli Stati Uniti, proprio alla vigilia del viaggio di bush, Washington ha chiesto a Ginevra di rivedere la sua condanna.

Bush in Tanzania
Nell’incontro con  Kikwete,  il presidente americano non ha parlato solo di lotta alla povertà e alle malattie, ma anche di come fermare il terrorismo nella regione (nel 1998 a Dar es Salaam e a Nairobi vennero attentate contemporaneamente le ambasciate americane, gli attacchi, rivendicati da Al Qaeda, provocarono 240 morti), e delle crisi in Ciad, Darfur (“un genocidio”lo ha definito Bush, augurandosi l’immediato invio di un contingente militare dell’Onu nella regione) e Kenya. Bush non andrà a Nairobi, dove invece oggi è arrivata il segretario di stato Condoleezza Rice, ma quello della crisi in Kenya è stato uno dei temi importanti nel suo incontro con Kikwete. Dalla Tanzania il presidente americano ha inoltre lanciato un appello per elezioni libere e regolari in Zimbabwe, perché “gli zimbabwani meritano un governo che riconosca i diritti umani basilari”.
 
Se le autorità tanzaniane hanno accolto Bush calorosamente,  per le strade di Dar es Salaam, l’ex capitale,  alcuni rappresentanti della società civile hanno incendiato bandiere americane, accusando il presidente statunitense di essere un ‘criminale’. Pesanti critiche sono state rivolte anche al  Millennium Challenge: un terzo dei fondi stanziati dagli americani alla lotta all’aids è destinato esclusivamente ai progetti che invitano all’astinenza sessuale. Inoltre, il 7 febbraio scorso nel paese è scoppiato un clamoroso caso di corruzione, che ha visto coinvolti il primo Ministro, il ministro dell’Energia e il ministro della Cooperazione con l’Africa orientale, e che ha costretto il governo alle dimissioni. La popolazione vede nella visita di Bush un riconoscimento ufficiale dell'autorità delle istituzioni politiche, che vorrebbe invece rinnovare.